Togliersi la vita per timore del secondo Lockdown: il caso del ristoratore di Firenze che aveva previsto tutto

Luca Vanni, 44 anni, si è tolto la vita ad agosto per paura di nuove chiusure anti Covid. Ora che ciò che temeva è realtà, gli psichiatri temono un incremento dei suicidi.

Lockdonw 29 ottobre 2020

Depressione, problemi economici impossibili da risolvere o semplicemente paura e sfiducia in un futuro sempre più oscuro: sono queste le ragioni per cui le misure anti covid prese dal Governo incrementano il rischio di suicidi nel paese. Stando all’ultima raccolta di dati risalente ad inizio settembre, da quando l’Italia è precipitata nell’incubo del lockdown a marzo e anche nei successivi mesi caratterizzati da chiusure parziali di attività e locali, le persone che hanno tentato o portato a termine l’estremo gesto sono aumentate. Lo dice Maurizio Pompili, ordinario di psichiatria presso l’Università La Sapienza di Roma: Ogni anno, 4.000 persone si tolgono la vita e almeno dieci volte tante tentano l’estremo gesto. Si tratta di eventi causati da tanti fattori: è ormai accertato che le misure contro il covid hanno aumentato i casi di suicidi specie tra chi ha perso tutto”, spiega lo specialista.

Un caso eclatante ed emblematico per spiegare questo fenomeno è quello di Luca Vanni, ristoratore fiorentino che ad agosto a soli 44 anni ha deciso di farla finita. Era preoccupato dalla possibilità di nuove chiusure per arginare i contagi, a detta del fratello, che si è sfogato con i cronisti: “Doveva saldare un debito molto ingente e non aveva incassi da tanto tempo. Ma non è stato questo a spingerlo a togliersi la vita: era la tremenda incertezza per il futuro, la paura che le cose sarebbero andate sempre peggio”, spiegava Marco Vanni che ha affermato come il lockdown avesse reso “molto fragile” la psiche del fratello.

Esiste forte correlazione tra il Covid e i suicidi

Un caso che conferma la tesi del dottor Pompili che in merito afferma: “Di fronte a gesti estremi come questi, emerge un quadro caratterizzato da un dolore atroce e una miseria impossibile da sopportare. Non è solo la paura dei problemi economici: anche l’alienazione che nasce dal distanziamento sociale, non solo fisico, può portare alcuni individui a sviluppare o aggravare condizioni mentali molto fragili, spesso pre esistenti”, dice il medico.

Da marzo, si sono verificati ben 71 suicidi direttamente legati al lockdown e alle misure di contenimento del covid e altre 46 persone hanno fortunatamente fallito il loro tentativo di togliersi la vita. Inoltre, sono state più di 2.000 le telefonate alle linee di emergenza per la prevenzione dei suicidi da parte di persone che hanno ammesso di aver valutato anche il gesto più estremo di fronte alla paura ed alla solitudine che hanno vissuto in questi mesi difficili.

A questi casi, inoltre, vanno sommati anche quelli in cui episodi di violenza domestica sono esplosi in seguito a problemi economici causati dal lockdown: per una coppia già in crisi, attraversare un momento di tale difficoltà può essere il colpo di grazia. Adesso che il timore di Luca e di tanti altri italiani sta via via prendendo corpo una seconda volta, con il Governo che sembra sempre più orientato verso nuove chiusure, la situazione può solo aggravarsi: “Non facciamoci prendere alla sprovvista. I prossimi mesi saranno drammatici sul fronte della sanità psicologica di tante persone spaventate dal futuro”, è l’appello che il direttore del centro collaborativo dell’Oms Diego Di Leo lancia ai suoi colleghi impegnati nei reparti di psicologia e psichiatria.

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