Dpcm, protesta al contrario. La tabaccaia chiude per solidarietà con bar e ristoranti

Nonostante il Dpcm le consentirebbe di restare aperta anche oltre le ore 18, una tabaccaia di Torino,  decide di chiudere.

In questi giorni si susseguono le proteste – in tutta Italia – contro l’ultimo Dpcm firmato domenica 24 ottobre dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Ciò ch, più di tutto, sta sollevando le piazze sono le chiusure anticipate di alcune attività come bar, pasticcerie e ristoranti e le chiusure totali di altre tra cui cinema, teatri, palestre e piscine. C’è chi decide di scendere in piazza e, talvolta, in modo non proprio pacifico: lunedì, nel corso di una manifestazione, a Torino sono stati devastati due negozi. In un caso i malviventi dopo aver distrutto la vetrina sono anche entrati dentro e si sono dati al saccheggio. Non sono mancati poi scontri con le Forze dell’Ordine.

C’è chi, per fortuna, rifugge da questi metodi e preferisce manifestare civilmente il proprio dissenso semplicemente disobbedendo all’obbligo di chiusura anticipata come la titolare del New Diego Caffè di Rovato, in provincia di Brescia, che continua a tenere aperto il suo locale e a servire i suoi clienti anche dopo le ore 18. O come il signor Umberto Carriera, il titolare del ristorante La Macelleria di Pesaro che, in barba ai divieti, ha organizzato tramite i social una tavolata di 90 commensali nel suo ristorante. O ancora il gestore di una palestra di Cesena che ha scelto di tenere comunque aperta la sua struttura nella quale i clienti continuano a recarsi regolarmente per allenarsi.

E poi c’è chi “protesta al contrario“: ovvero chi, pur potendo tenere aperta la propria attività, decide invece di chiuderla. E’ il caso della signora Cristina Cerato, proprietaria dell’omonima tabaccheria situata a Castelrosso di Chivasso, in provincia di Torino. La tabaccaia ha deciso di chiudere anche lei alle ore 18 in segno di solidarietà con gli altri commercianti penalizzati dal nuovo Dpcm. In un post sul suo profilo Facebook si legge: “Se non posso andare a prendere un caffè in bar o pasticceria, perché posso andare a comprare un Gratta e vinci? Questo Stato non si merita la mia intraprendenza e i miei sacrifici” . La donna ha spiegato che, in questo particolare momento, è importante essere uniti e solidali perché ciò che oggi sta accadendo ad un altro, domani potrebbe accadere anche a lei: “Ci sono categorie che sono state prese in giro. Io oggi lavoro e il mio vicino no, ma domani rischio di non lavorare nemmeno io. Queste imposizioni non permettono di lavorare ma se il commercio muore, muore tutto”.

 

 

 

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