Per il premier Conte è arrivato il momento di vietare feste private e incontri a casa

Sembra una corsa contro il tempo quella scattata nel Governo, pronto a tutto pur di evitare che in Italia si arrivi alla stessa situazione di altri Paesi europei

Sembra una corsa contro il tempo quella scattata nel Governo per evitare che in Italia si arrivi alla stessa situazione di altri Paesi europei che oggi ci fanno paura. In Francia si è arrivati a quasi 27 mila contagi in un unico giorno. In Gran Bretagna, dove si sono registrati quasi 16 mila contagiati sabato scorso, è tornata sul tavolo l’ipotesi di un nuovo lockdown nazionale, dopo che il vice direttore della Sanità per l’Inghilterra, Jonathan Van-Tan, ha parlato di un “un punto di non ritorno” nella lotta al virus, riporta il Fatto Quotidiano. Senza parlare della Spagna, dove si sono registrati 12 mila nuovi infetti in un giorno, e dove il governo – non senza la protesta dei cittadini – ha decretato lo stato d’emergenza nella regione di Madrid per contenere la diffusione del virus.

Guardando i vicini europei, la situazione in Italia sembra rosea, ma l’impennata dei contagi negli ultimi giorni non fa ben sperare, e l’Esecutivo non vuole trovarsi impreparato. I dati relativi ai giorni scorsi – compresi quelli di domenica con 5.456 contagi a fronte di 104.658 tamponi – hanno spinto il governo ad accelerare nell’adozione di misure volte a contenere la pandemia prima che sia troppo tardi, informa il Corriere della Sera. Dopo il varo di un primo decreto, la scorsa settimana, che ha reso nuovamente obbligatorio l’uso delle mascherine, il governo si prepara all’approvazione del nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei ministri (Dpcm), inizialmente previsto per il 15 ottobre, ma che a causa dell’aumento dei casi potrebbe essere anticipata per domani 13 ottobre, dopo quindi la cabina di regia Governo-Regioni convocata per oggi 12 ottobre.

Di certezze sulle misure che verranno adottate non ce ne sono ancora, ma di certo seguono le linee su cui il Governo si sta orientando. Una delle proposte sul tavolo è quella di vietare tutte le feste, comprese quelle private e svolte nelle case. A volerlo è lo stesso ministro della Salute, Roberto Speranza. “Io ho proposto di vietare le feste, anche private”, ha detto a Che tempo che fa su Rai3. Speranza spiega che, per i controlli, si intende lavorare anche con le forze dell’ordine poter “verificare che la norma venga rispettata”. Ma il ministro conta più che altro sul comportamento delle persone: “quando c’è una norma va rispettata. Non sono i controlli che ci hanno permesso di piegare la curva nei giorni più difficili, ma i comportamenti delle persone”. La decisione finale verrà presa nell’incontro tra governo e Regioni.

Altre novità importanti su tamponi e isolamento. Dopo aver sentito il parere del Comitato tecnico scientifico, il governo ha cambiato le regole sull’isolamento fiduciario: non più 14 giorni di isolamento per chi è stato in contatto con un positivo, ma solo 10. Ma con la necessità di sottoporsi a un tampone alla fine del periodo per accertarsi che sia negativo. Anche la dichiarazione di “uscita” della malattia cambia, e sarà necessario un solo tampone negativo, rispetto ai due chiesti oggi.

Fondamentale invece per accelerare l’accertamento dei contagiati i test rapidi. Il Comitato ha dato il via libera alla loro realizzazione da parte di medici di base e pediatri, consentendo di sottoporre poi al tampone molecolare soltanto chi risultasse positivo a quello rapido (che ha un 95% di affidabilità). La nuova misura dovrebbe rendere più efficace il meccanismo dell’isolamento fiduciario.

Altri temi che verranno affrontati dal Dpcm sono lo smart working, che si mantiene immutato fino al 31 gennaio 2021 ma che potrebbe essere maggiormente spinto dal decreto. Per gli sport di contatto (calcetto e basket, ad esempio) a livello amatoriale invece dovrebbe scattare il divieto.

Grande incognita sui locali. Sono tante le ipotesi, dalla chiusura di bar, locali e ristoranti entro le 24; al divieto ai cittadini di sostare davanti ai locali dalle 21 alle 6. Su questo sono scattate le proteste da parte delle associazioni di categoria e dei governatori, ma entro domani si dovrà prendere la decisione definitiva.

Fonte: Il Fatto Quotidiano, Corriere della Sera

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