Pestano il marito e amputano l’orecchio alla moglie: i giudici riducono la pena

Ridotta la pena alla gang che nel 2018 aggredì violentemente due coniugi nella loro villa di Lanciano.

Era la notte tra il 22 e il  23 settembre 2018 quando i coniugi Carlo Martelli e Niva Bazzan furono aggrediti  da una banda di sei rapinatori romeni mentre si trovavano nella loro villa a Lanciano, in provincia di Chieti. I rapinatori – ricorda Il Giornale – legarono i due coniugi e poi pestarono con molta violenza il marito e recisero parte del lobo di un orecchio alla moglie. La coppia finì in ospedale dopo questa aggressione “bestiale”.  Cotanta ferocia sembra sia scaturita dal fatto che marito e moglie – colti nel sonno ed evidentemente terrorizzati – non risposero con celerità alle richieste della gang. L’unico a rimanere illeso fu il figlio disabile della coppia, anch’egli presente nella villa al momento dei fatti.

In primo grado i malviventi erano stati condannati ad una pena, complessiva, di 65 anni. Ma ora la Corte d’Appello dell’Aquila ha deciso di fare uno sconto e di ridurre la pena agli aggressori per un totale complessivo di 7 anni e 4 mesi. Il capo della banda, Alexandru Bogdan Colteanu – definito dai suo stessi complici “violenta bestia e carogna” – sconterà 14 anni. Fu proprio lui ad amputare parte del lobo dell’orecchio della signora Niva con una roncola di 12 centtimetri. Gli altri membri della gang – tutti di nazionalità romena come il capo – sconteranno invece meno anni: Marius Adrian Martin 11 anni, Aurel Ruset 8 anni e 4 mesi, Costantin e Ion Turlica 8 anni. Solo 7 anni per Bogdan Ghiviziu che si “limitò” a fare da palo e autista mentre i suoi complici tentavano il colpo dentro la villa e torturavano i due coniugi Martelli. Per tutti – spiega TgCom24 – le accuse sono di rapina pluriaggravata, lesioni gravissime, sequestro di persona e porto abusivo di arma. E sono stati confermati anche i 10 mesi di reclusione per Gheorghe Jacota, unico libero, accusato di favoreggiamento nella fuga di Ghiviziu. Gli avvocati difensori avevano chiesto assoluzioni e sconti di pena per i loro assistiti. Eventuali ricorsi per chiedere ulteriori sconti potranno essere fatti in Cassazione dopo che saranno rese note le motivazioni di quest’ultima sentenza.

Samanta Airoldi

Fonte: Il Giornale, TgCom24

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