Coronavirus, il Comitato tecnico scientifico conferma i propri timori

Il professor Miozzo, coordinatore del Comitato Tecnico Scientifico, prevede guai seri se ci faremo sfuggire nuovi focolai. Non esclude neppure l’ipotesi di un nuovo lockdown.

 

I dati del Ministero della Salute in merito alla situazione di oggi ci informano che i casi attualmente positivi sono 14.081, + 290 rispetto a ieri. Nelle ultime ventiquattro ore 6 morti che portano il totale a 35.231. Il numero complessivo dei dimessi e dei guariti sale a 202.923, con un incremento di 226 persone. I pazienti ricoverati salgono nuovamente a 786, +7 da ieri mentre nelle terapie intensive 55 assistiti, + 2 rispetto a ieri. Ad oggi, in Italia, il totale delle persone che ha contratto il virus è 252.235, +523 rispetto a ieri.

Coronavirus: i casi salgono e per gli esperti la colpa è dei giovani

Un secondo lockdown? Non è da escludere. A lanciare l’allarme è il coordinatore del Comitato tecnico scientifico, il professor Agostino Miozzo. Miozzo – in un’intervista al Corriere della Sera – non esclude nessuna misura contenitiva. Infatti i casi, da parecchio giorni ormai, sono tornati ad aumentare. La principale fonte di preoccupazione degli esperti sono i giovani, che cominciano a entrare in terapia intensiva. Secondo il professore i giovani sono animati da una sorte di “senso di onnipotenza” e, per questo, non si rendono conto del rischio che corrono, né del rischio a cui espongono l’intero Paese.  “Tra i nuovi contagiati c’è una quota alta di persone che scoprono di aver ballato troppo. Possiamo anche bere lo spritz, ma se ci ammucchiamo non ci sarà scampo” – spiega Miozzo, che sottolinea l’assoluta necessità di rispettare le regole minime, le uniche vere terapie protettive, e punta il dito contro le discoteche, riaperte su volontà delle autorità locali. “Quando ci hanno chiesto di concedere spazi di divertimento musicale, abbiamo posto come condizione che ci fossero controlli severi. Però dubito sinceramente che si vada a ballare stando a distanza di due metri”.

E se sul fronte interno ci sono abbastanza problemi da togliere il sonno agli esperti, su quello estero la situazione non è rosea. L’aumento dei casi di importazione, dovuto al consistente numero di stranieri che entrano in Italia e di italiani che tornano dall’estero, ha indotto il Governo a imporre test e tamponi per chi rientra da Spagna, Croazia, Malta e Grecia, nonché da Romania e Bulgaria.  Si tratta di misure importanti, ma che potrebbero non avere un impatto sufficiente nella riduzione dei casi se non saranno attuate con il coordinamento che l’appartenenza all’Unione Europea richiederebbe. “Bisognerebbe avere regole uguali per tutti” – continua Miozzo, che ricorda come molti Paesi abbiano già imposto quarantene, e richiama al problema del mancato coordinamento.

Se si continua di questo passo – secondo l’esperto – la fattura la si pagherà cara da settembre, con l’arrivo di un autunno che, nella migliore delle ipotesi, troverà un Paese già messo in ginocchio da una perdita del 12,4% del PIL, con una dura ripartenza davanti. Nella peggiore delle ipotesi, questo Paese già in ginocchio non potrà nemmeno ripartire.

Fonte: Corriere della Sera, Ministero della Salute

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