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Politica

Il Senatore grillino Morra: “I baby pensionati si decurtino l’assegno sino al 3% come atto di solidarietà”

Il Presidente della Commissione Antimafia invita i baby pensionati – circa 2 milioni e mezzo – a decurtarsi dall’1 al 3% l’assegno. Intanto lancia una frecciata al Ministro Bonafede sul caso Di Matteo e il caso Basentini-Dap. 

La querelle tra il Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede e il Pm di Palermo Nino Di Matteo, la polemica sui provvedimenti del Dap (costata la testa al capo dipartimento Francesco Basentini e ben due mozioni di sfiducia al Guardasigilli), l’annuncio della Riforma della Giustizia a seguito dello scandalo Csm di Luca Palamara. Il Movimento 5 Stelle – e quello che fino a poco tempo fa era indicato come tra i papabili eredi del Ministro degli Esteri Luigi Di Maio alla guida del partito – vive ore intense che minano dalle fondamenta il tratto giustizialista costruito negli anni. Le scarcerazioni dei boss mafiosi, avvenute per motivi di salute o per impossibilità di garantire la sicurezza durante la pandemia Covid, hanno eretto il primo grande scandalo del Governo giallo-rosso. Posizioni che hanno imbarazzato – e indebolito – non poco la posizione del Premier Giuseppe Conte. Ed hanno anche segnato il rovesciamento dei poteri di forza all’interno della Maggioranza a favore del Partito Democratico.

In una lunga intervista rilasciata a Fanpage, il Presidente della Commissione Antimafia del Senato Nicola Morra, 5 Stelle, ha parlato del lavoro di indagine portato avanti dalla Commissione sul caso Dap. Chi però si aspettava una difesa a spada tratta di Bonafede, resterà certamente sorpreso. Morra applica si uno scaricabarile stile vecchia repubblica, sui funzionari e i dirigenti del Ministero, che avrebbero in modo sciagurato inoltrato richieste di scarcerazioni ai Tribunali di Sorveglianza, ma ha lasciato intendere che la nomina di Basentini – voluta da Bonafede a discapito di Di Matteo – è stata una scelta sbagliata. Morra, lo aveva già dichiarato, come ricorda Il Fatto Quotidiano, definendo addirittura la nomina come “errore di Bonafede”. Ha spiegato Morra: “Le audizioni – dei dirigenti in Commissione – ci hanno permesso di comprendere quanto sia stato sottovalutato il problema della tenuta del sistema penitenziario”. E ancora: “Abbiamo appurato che a livello dirigenziale si è diffusa la convinzione che si dovesse operare uno sfollamento delle carceri”.

Anche sullo scontro tra Bonafede e Di Matteo, Morra, vuole vederci chiaro. Il Pm palermitano, detentore dell’inchiesta sulla presunta trattativa tra Stato e Mafia del ’92-’93, è stato per diverso tempo vessillo sbandierato proprio dai grillini, e da Morra in particolare, suo principale sponsor. Ma le parole usate dal Guardasigilli, secondo la ricostruzione del Pm, ovvero del ritiro dell’offerta iniziale di guidare il Dipartimento di Amministrazione Penitenziaria, per “dinieghi o mancati gradimenti”, dovranno essere accertate ed, eventualmente, chiarite dal Ministro. Seguirà la richiesta dell’Antimafia di un’audizione per il Guardasigilli? Vedremo. Intanto Morra chiarisce: “Queste sono parole che meritano approfondimento, perché ‘diniego’ o ‘mancato gradimento’ può significare tanto”. Secondo Di Matteo i mancati gradimenti sarebbero arrivati dai boss mafiosi detenuti in carcere con il regime di 41 bis, preoccupati di un’eventuale inasprimento delle condizioni dopo l’arrivo dello stesso Pm al Dap.

Infine, il Presidente della Commissione Antimafia, ha parlato del recente ricorso accolto dalla Commissione Contenzioso di Palazzo Madama sullo stop al taglio dei vitalizi degli ex parlamentari. Morra, come aveva già annunciato il reggente 5 Stelle Vito Crimi, ha ribadito che si lavorerà per arrivare più velocemente possibile ad un nuovo provvedimento che possa tagliare i vitalizi di circa 770 ex parlamentari. Ma poi, sulla scia del regime contributivo che ha permesso anche la possibilità del vitalizio, ha precisato che occorre correggere il sistema delle cosiddette baby pensioni (valide per determinate categorie). Per Morra: “I baby pensionati dovrebbero essere chiamati ad uno sforzo di solidarietà, con una decurtazione del rateo di pensione dell’1%, del 2% o del 3%”. Secondo Morra sono circa 2 milioni e mezzo i pensionati che ricevono tali tipi di assistenza e, questi, dovrebbero restituire – volontariamente e come gesto simbolico – parte della loro pensione. Conclude Morra: “Se io dovessi chiedere oggi a una persona che ha un rateo di pensione di 1500 euro al mese lo 0,7%, l’1%, il 2% non credo si spalancherebbero le porte dell’inferno”.

 

Fonte: Fanpage, Il Fatto Quotidiano

Pubblicato da
Mario Cassese

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