Cassa Integrazione: promesse e disperazione. Sono ancora 2 milioni i lavoratori in attesa dell’assegno

Una parte – circa 500mila – delle pendenze dipendono dal Fondo Artigiani, mentre 1,5 dai fondi Inps. Molti gli assegni in arretrato di marzo, mentre poche aziende hanno usufruito dell’anticipo del 40% del Cig. 

Sono ancora 2 milioni i lavoratori che attendono la cassa integrazione, tra Inps e Fondo Artigiani - Leggilo.org

Il sistema previdenziale, sul fronte del sostegno al salario, non ha retto come millantava il Presidente dell’Inps Pasquale Tridico. Le ultime notizie arrivate sulla cassa integrazione non fanno dormire a sonni tranquilli il Governo del Premier Giuseppe Conte (e chi deve ricevere il sussidio, chiaramente). Repubblica, scrive che sono ancora 2 milioni i lavoratori in attesa della Cig. Di questi, la maggioranza aspetta l’assegno di marzo ed aprile – richieste arrivate dunque in pieno lockdown – o, in alcuni casi, di entrambi i mesi. In misura minore i lavoratori che attendono la cassa integrazione del mese di maggio. I sussidi di questi lavoratori dipendono per 1,5 milioni richieste dall’Inps, mentre il restante – anche se la cifra appare al momento troppo elevata – dal Fondo di Solidarietà degli Artigiani. I Decreti “Cura Italia” e “Rilancio” hanno nel frattempo portato ossigeno nelle casse dell’Ente previdenziale che ha ricevuto in tutto 17,6 miliardi di euro.

Nel caso dell’Inps, ci sono 17.574mila lavoratori che non hanno mai incassato un assegno dall’inizio della pandemia. Eppure trattasi di domande autorizzate e per le quali le aziende hanno spedito gli SR41, ovvero i documenti con relativi iban (accertati dall’Ente) spediti prima del 31 maggio. Sono invece 322.707mila i lavoratori che hanno incassato marzo ma non aprile, i cui documenti sono stati spediti invece dopo il 31 maggio (totale 340.281). Il resto riguarda le domande ancora in giacenza, ferme sulle scrivanie dell’Inps, che però non sono state nè respinte nè autorizzate (tantomeno annullate): non sono state ancora accertate. Al 25 giugno risultavano in tale situazione 107mila domande per 1,2 milioni di lavoratori. Ed ecco che si arriva a 1,5 milioni senza cassa integrazione. Le domande in giacenza sono andate a gonfiare un sistema già saturo dopo il 18 giugno, data in cui si potevano inoltrare le nuove richieste di Cig (ma erano 872mila il 14 giugno). Ciò lascerebbe supporre che molte di queste domande giacciono presso l’Ente ormai da mesi, ma non vi sia ha conferma, dal momento che l’Inps rifiuta di fornire risposte in tal senso.

Dal 18 giugno scorso, infatti – annuncio fatto in diretta da Villa Pamphilii dal Premier Conte – tutte le aziende possono ottenere dell’Inps un anticipo rapido del 40% delle ore autorizzate, senza dover richiedere l’autorizzazione alle Regioni. L’impresa deve fare domanda entro 15 giorni dall’annuncio della messa in cassa integrazione dei suoi lavoratori (indicando codice fiscale, iban e ore di cassa). Ha tempo poi un mese per inviare gli SR41: se non lo fa, l’Inps si riprende il 40% anticipato e l’azienda dovrà saldare la Cig senza l’aiuto statale. Ad oggi il 20% delle imprese ha chiesto l’anticipo. Infine, come aggiunge Fanpage, il Fondo Artigiani ha richiesto 1.242miliardi, ma il Governo ha messo risorse per 825milioni di euro. Il mese di marzo è stato pagato a tutti i 628mila artigiani che ne avevano fatto richiesta, mentre il mese di aprile soltanto al 20% (arrivati nel frattempo a 800mila). Il Fondo attende dunque 933milioni, ma di questi 516 sono stati già stanziati, ma sono bloccati dal procedimento burocratico (rendiconti mesi precedenti e pagamenti in tranche). Per i restanti 417milioni servono invece nuovi finanziamenti che forse arriveranno a luglio. Oppure, il Ministro del Lavoro Nunzia Catalfo, potrebbe attingere – come richiesto proprio dal Fondo – al salvadanaio del Ministero per la Cig (valutato in 2,7miliardi).

 

Fonte: Repubblica, Fanpage

 

 

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