Con il premier Conte leader il M5S sarebbe al 30%, dice un sondaggio E ora il PD ha paura

Preoccupazione nelle file dei Dem per il recente sondaggio elaborato dall’agenzia Ipsos. E mentre la dirigenza grillina spinge per l’arrivo di Conte, il Partito Democratico cerca una via d’uscita senza entrare in conflitto con il Premier. 

Conte con il M5S vale il 30% secondo Ipsos, apprensione nel PD - Leggilo.org

Gli Stati Generali, il malcontento del M5S e gli ultimi sondaggi favorevoli: il Partito Democratico guarda con apprensione nella direzione del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Secondo un sondaggio pubblicato da Nando Paglioncelli, Direttore di Ipsos – che in precedenza aveva già valutato un’ipotetica lista di Conte al 14% -, il Movimento 5 Stelle, guidato dal Premier, aumenterebbe i suoi potenziali voti di oltre 10 punti, attestandosi poco sotto il 30%. Come spiega HuffingtonPost, questo sarebbe lo scenario più soddisfacente per l’attuale Capo del Governo se dovesse decidere di candidarsi alla prossima tornata elettorale. Numeri che stanno convincendo anche il Ministro degli Esteri Luigi Di Maio a chiedere a Conte di entrare ufficialmente nel M5S, per far tornare il partito ai livelli delle politiche del 2018. Non che il Movimento abbia poi così tante valide alternative: il Premier non mollerà certo la presa nel momento in cui gode della maggiore popolarità dalla sua prima nomina.

E se è vero, com’è vero, che lasciare che si candidi per la guida di una coalizione con il Pd, potrebbe essere una mossa deleteria per la forza dei Dem maggiore in questi mesi, ecco che portare Conte nelle proprie file diventa l’unica strada percorribile per i grillini. Come spiega Il Corriere della Sera, l’ipotesi ha agitato il clima in Via del Nazareno. Nel PD sanno bene che salvo clamorose debacle – che potrebbero arrivare dalla crisi economica di autunno- battere un centrodestra così forte senza l’aiuto dell’avvocato di Foggia sarebbe ardua. Ma d’altra parte non vorrebbe certo ritrovarsi, in caso di vittoria, di nuovo punto e a capo con un Governo immobilizzato da unioni di Maggioranza impossibili. Quale strada dunque? La prima, difficilmente praticabile in questo momento, porterebbe i Dem ed Italia Viva a dare una spallata a Conte in questi mesi, piazzando al suo posto un uomo molto più vicino ai due partiti (ma ci sarebbe anche da superare l’ostacolo M5S).

La seconda, più attenta, proporrebbe Conte come candidato di una coalizione ampia – già auspicata dal Segretario Dem Nicola Zingaretti – in cui il PD sia il partito più rilevante, ma aperto a sinistra. C’è da tenere conto, vociferano i Democratici, che al momento non c’è un leader carismatico che possa eventualmente opporsi alle urne a Matteo Salvini o Giorgia Meloni. C’è chi invece ricorda la parabola discendente dell’ex Presidente del Consiglio Mario Monti che, terminata la sua esperienza di Governo, veniva accreditato al 20%, salvo poi ottenere un 8% alle urne. Insomma è solo un momento? Nessuno pensa che Conte possa approfittare della situazione, almeno sino a quando non saranno distribuiti i fondi del Next Generatio Eu (che farebbero praticamente da soli campagna elettorale per il Premier). A sinistra si interrogano: lasciare Conte al suo destino oppure ai grillini? Molto ci diranno questi 10 giorni degli Stati Generali dell’Economia.

 

Mario Cassese

 

Fonte: HuffingtonPost, Il Corriere della Sera

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