Austria, è ufficiale, niente riapertura all’Italia: “Troppi contagi”

Da oggi è di nuovo possibile spostarsi tra Regioni e verso l’estero. Ma per il momento l’Austria resta chiusa per gli italiani.

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E’ ufficiale, l’Austria boccia la riapertura all’ Italia. Almeno fino al 15 giugno, verso la nazione retta dal cancelliere Sebastian Kurz, ci si potrà spostare solo per ragioni di salute o lavoro. A dichiararlo, Alexander Schallenberg, Ministro degli Affari Interni, che ha confermato ciò che alcuni suoi colleghi già avevano ipotizzato giorni fa. “Non ho niente contro l’Italia, è un paese amico” – le parole del ministro, riportate da Agenzia Nazionale“Ma la riapertura è rimandata. Ci penseremo quando il numero dei contagi in tutte le Regioni lo consentirà”. L’annuncio arriva proprio nel momento in cui nel nostro Paese tornano ad essere consentiti gli spostamenti tra una Regione e l’altra, senza autocertificazione. Il Ministro della Salute austriaco Rudolf Anschober ha tuttavia preso in considerazione l’ipotesi di consentire gli spostamenti agli abitanti di alcune Regioni italiane meno colpite dal Coronavirus:“La proposta di Bolzano di un’apertura a carattere regionale mi sembra realizzabile”. 

L’Austria sta prendendo con estrema serietà la questione della riapertura agli altri Paesi europei, preoccupata dall’eventualità di dare vita a nuovi focolai di infezione. Al momento – riferisce Open – sono soltanto gli abitanti di sette nazioni, tutte confinanti, ad avere libero accesso al Paese senza controlli di sorta, come accadeva prima dell’emergenza. Agli altri Paesi europei, Italia inclusa, sono consentiti soltanto gli spostamenti di merci. Dal governo italiano, è arriva la risposta del Ministro degli  Esteri Luigi Di Maio che  ha promesso di dimostrare ai suoi colleghi europei, Anschober in primis, che il nostro Paese è sicuro. Ci troviamo ormai alle porte dell’estate e un’ eventuale deviazione del flusso di turisti provenienti non solo dall’Austria ma anche da altri Paesi, come Germania e Svizzera, potrebbe essere l’ennesimo duro colpo per l’economia. E a pagare il prezzo più alto sarebbero tutti coloro che operano nel settore legato al turismo: dai gestori degli stabilimenti balneari agli albergatori, dai negozianti dei centri delle città più visitate ai ristoratori.

Fonte: Agenzia Nazionale, Open

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