Tutti alla corte del giudice Palamara: nomine, favori e alleanze contro il nemico comune

Una lungo elenco fatto di magistrati, politici di primissimo livello, cantanti e attori. Tutti finiti nelle intercettazioni della Procura di Perugia, tutti a chiedere l’intervento dell’ex Presidente dell’Anm. La figura di Palamara si staglia nella Capitale come fulcro attorno a cui ruotava la Procura di Roma. 

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Le conversazioni, pubblicate in questi giorni, che intercorrevano tra il giudice Luca Palamara – leader della corrente Unicost e indagato dalla Procura di Perugia per corruzione – e politici di primo livello, alti magistrati e persino vip della Capitale, confermano il ruolo che l’ex Presidente di Anm si era ritagliato all’interno della Procura di Roma. Nessuna di queste intercettazioni, va ricordato, ha fin’ora avuto rilevanza penale: Palamara resta l’unico indagato. Ma le continue incursioni del magistrato nel mondo politico gettano ombre su un ipotetico scambio di informazioni e favori tra i poteri dello Stato che, di norma, mai dovrebbero camminare a braccetto. Nel maggio del 2019 le conversazioni tra Palmara – allora membro del Csm – e i Deputati del Partito Democratico Cosimo Ferri e Luca Lotti, incentrate sulla futura nomina del Procuratore Capo di Roma, portarono l’ex Ministro dello Sport del Governo Gentiloni ad autosospendersi dal partito e causarono un vero terremoto nel Csm.

Ma sono stati diversi gli esponenti del mondo Dem a chiedere il suo aiuto o il suo interessamento in questi anni. Come spiega L’Espresso, lo stesso Nicola Zingaretti, nella doppia veste di Segretario del partito e Governatore del Lazio, ha intrattenuto rapporti con Palamara sino al 29 maggio del 2019, giorno in cui il quotidiano Repubblica annunciava l’indagine a carico del giudice. Incontri e scambi di messaggi confermati dai tabulati. In particolare, salta all’occhio la riunione tra Zingaretti e Palamara dell’ottobre del 2018, mentre il Governatore si trovava sotto inchiesta della Procura di Roma insieme a Fabrizio Centofanti – lo stesso imprenditore accusato dalla Procura di Perugia di aver corrotto Palamara – per un presunto finanziamento illecito.

Anche l’ex Ministro dell’Interno Marco Minniti è finito nelle intercettazioni. Discuteva con Palamara nel luglio del 2017 della partita, giocata tra Giovanni Melillo e Federico Cafiero De Raho, per la nomina a capo della Procura di Napoli, poi vinta da Melillo. Come aggiunge Affari Italiani, Palamara è stato sollecitato anche di occuparsi delle elezioni all’interno del Partito Democratico. L’attuale Ministro per gli Affari Regionali, Francesco Boccia, nel novembre del 2018 candidatosi alle primarie Dem, cercò il sostegno del giudice: “Ciao, ti mando un po’ di informazioni utili per sostenere la mia candidatura al congresso”, si legge in un messaggio.

L’attacco a Matteo Salvini

Si è già parlato a lungo delle offese rivolte da Palamara al leader della Lega Matteo Salvini – all’epoca dei messaggi Ministro dell’Interno – in una chat di magistrati, sul caso della nave Diciotti. Come riporta Il Giornale, emergono nuovi contenuti di quella stagione caratterizzata dalle due posizioni del Csm nei confronti del capo del Carroccio. Dalle intercettazioni emerge il nome di Giovanni Legnini, già Sottosegretario durante i Governi Letta e Renzi e allora Vicepresidente del Csm. Legnini chiese a Palamara di orchestrare una risposta all’azione del Governo sulle politiche dell’immigrazione. Il 24 agosto del 2018 l’ex Sottosegretario scrisse: “Luca (Palamara), dobbiamo dire qualcosa sulla nota vicenda della nave”.  Comunicato che arrivò l’indomani – e che si incastrava nel braccio di ferro tra il Viminale e la Procura di Agrigento che aprì in quei giorni un procedimento – e attaccava Salvini utilizzando toni duri: “Riteniamo che sia necessario un intervento del Csm per tutelare l’ indipendenza della magistratura e il sereno svolgimento delle attività di indagine”. Nella giornata di ieri è arrivata la dichiarazione di Salvini sulla vicenda. Nei giorni scorsi il leader della Lega aveva chiamato il Presidente della Repubblica Sergio Mattarella – che ricopre anche la carica di Presidente del Csm – preoccupato per le offese rivolte proprio da Palamara nei suoi confronti. Ha spiegato il Segretario del Carroccio: “Altre incredibili intercettazioni che svelano la natura di alcune iniziative dei magistrati contro il sottoscritto. La situazione è ormai intollerabile e occorrono interventi drastici, rapidi e risolutivi per il bene del Paese”. 

I vip alla corte di Palamara

Dalle intercettazioni emergono anche i nomi di numerosi vip: Raoul Bova, Luca Zingaretti e Claudio Baglioni. Palamara, tifoso della Roma, parlava con Antonello Venditti della sua squadra del cuore. Della squadra della capitale e delle sue vicende Palamara discuteva con il Direttore Generale della società, Mauro Baldissoni. Il giudice contattava Baldissoni per aver i biglietti per le trasferte della squadra. Ma c’è anche in questo caso qualcosa di insolito: il Dg della Roma contatterà Palamara durante l’inchiesta che vede coinvolti il costruttore Luca Parnasi e Luca Lanzaloni, indagati dalla Procura di Roma per presunte corruzioni nell’ambito del progetto del nuovo stadio della Roma. Le traversate del giudice nello sport non si fermano qui: Giuseppe Giannini, durante le nomine della nuova Federazione, pressò Palamara per ottenere un posto, mentre si evidenzia – dalle intercettazioni – il buon rapporto che intercorreva tra il giudice e il Presidente del Coni Giovanni Malagò. 

 

Fonte: L’Espresso, Il Giornale, Affari Italiani

 

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