Vaccino contro il Coronavirus: il calo dei contagi ostacola gli scienziati

La progressiva decrescita dei contagi da Coronavirus potrebbe rendere più difficile per gli scienziati la scoperta di un vaccino.

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Gli istituti di ricerca di tutto il mondo sono ormai focalizzati sullo stesso obiettivo: trovare un vaccino per il Coronavirus il prima possibile. Alcuni Paesi come la Cina hanno fatto importanti passi avanti nella ricerca di un farmaco che ridurrebbe di fatto a zero i rischi del Covid. Rainews riporta che il Governo di Pechino sarebbe giunto ad un punto di svolta nella produzione del vaccino. Tuttavia, i ricercatori si trovano adesso in una situazione complicata quanto paradossale: la diminuzione dei contagi rende più difficile fare ricerca. Adrian Hill, ricercatore dell’Università di Oxford – riporta La Repubblica –  ha dichiarato: “Le possibilità che il nostro vaccino funzioni sono scese al 50%. Se il Covid-19 scompare così in fretta non potremo continuare a sperimentare il farmaco”. Per gli scienziati, insomma, sarebbe meglio che il Coronavirus restasse in circolazione ancora per un po’, dando loro il tempo di terminare la sperimentazione del vaccino sull’uomo. Altrimenti la ricerca potrebbe subire una brusca battuta d’arresto.

Fin’ora – riporta Fanpage – almeno un migliaio di uomini e donne di età compresa tra i 18 ed i 55 anni si sono sottoposti agli esperimenti necessari per ultimare il vaccino per il Coronavirus. Tuttavia, questa è solo la prima fase della ricerca: la seconda e la terza prevedono la somministrazione del medicinale ad un numero maggiore di soggetti, anche di età inferiore e superiore rispetto a quella dei volontari che si sono resi disponibili. Riguardo il rischio di trovarsi senza un numero di pazienti sufficiente per i test, si esprime anche l’Aifa (Agenzia Italiana del Farmaco): “Alla luce del numero ridotto di nuovi contagi, è necessario premunirsi” le parole di un portavoce della società su Il Giornale “Dobbiamo capire se si possono infettare volontari con il virus”. Un’eventualità plausibile dato che più di 500 persone si sono già offerte di contrarre il virus per appoggiare le ricerche della Oxford University. Secondo le ultime dichiarazioni di alcuni scienziati, il vaccino non sarà comunque disponibile prima di un anno. Alle già numerose complicazioni che rallentano la ricerca, ora si aggiunge anche un’improvvisa carenza di soggetti per i test che potrebbe compromettere la prossima fase delle ricerche in laboratorio.

Fonte: Repubblica, Il Giornale, Fanpage, Rainews

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