Se la Francia aderisce al Mes allora potremmo farlo anche noi dice Conte

Il Meccanismo europeo di stabilità gira tra i tavoli di Palazzo Chigi e quelli dei governi che in Europa sono costretti ad affrontare, ora e nei prossimi mesi, un’emergenza senza precedenti che ha coinvolto non solo l’intero sistema sanitario, ma anche quello economico. Il Mes non rientra tra gli obiettivi di Palazzo Chigi. A meno che non lo farà qualcun’altro. 

conte macron francia - Leggilo

Un tweet di Giuseppe Conte apre di nuovo il capito Mes. Un capitolo, a dire il vero, per nulla dimenticato in queste settimane, ma trascinato a lungo. Così come è stata trascinata la questione degli aiuti e dei fondi a sostegno di imprenditori e commercianti. I pentastellati , che si sono espressi sul Meccanismo europeo di stabilità, sono ancora convinti che il Mes non sia la soluzione adatta a cui ricorrere. Come informa Askanews, anche dopo la sostanziale caduta della temutissima ”condizionalità”, la loro posizione nei confronti del Mes è inamovibile. Il premier – che non può permettersi altre spaccature anche all’interno della maggioranza – sembra voler seguire la linea del pentastellati. Conte, più che sul Mes, punta tutto sul Recovery Fund. Sarebbe questa la soluzione in grado, insieme agli acquisti di titoli di stato da parte della Banca centrale europea, di offrire all’Italia importanti aiuti per organizzare la ripresa. Il fondo Salva Stati metterebbe a disposizione 36 miliardi. In cambio di questi aiuti, ha sottolineato Bruxelles, il nostro Paese non dovrebbe rispettare alcun vincolo, se non quello di impiegare i denari per coprire le spese mediche nel contrasto alla pandemia.

Niente Mes per l’Italia, dunque, a meno che non ne faccia prima richiesta uno dei Paesi fondatori dell’Unione europea. Secondo quanto riportato da Repubblica, Conte potrebbe ritrattare sul Mes nel caso in cui se ne avvalga anche la Francia. Tuttavia, al momento nessun Paese ha chiesto di potersi avvalere del nuovo Mes. L’obiettivo Recovery Fund constatata l’impossibilità di arrivare ai Coronabond dopo il blocco dato da Germania e Olanda, ma sarebbe in grado di mettere al riparo il nostro Paese da una crisi disastrosa e di creare le condizioni per la ripresa. L’approvazione da parte del Parlamento UE della risoluzione sul Recovery Fund per la ripartenza post-Coronavirus è quindi un obiettivo convenevole per l’intera Eurozona. I Governi hanno bisogno di soldi per pianificare la ripresa: soldi dati o dall’Unione Europea; oppure in titoli di stato. Cosa farà la Francia? Ma perché il Premier ha scelto di far dipendere la sua scelta da quella di un altro Paese?

Come sottolinea InsideOver, l’esecutivo non intenderebbe cedere al Mes per tutelare i nostri conti pubblici e mantenere alta la reputazione internazionale dei titoli di stato italiani. Inoltre, vuole preservare la maggioranza parlamentare che sostiene il governo, cioè il M5s. Ma, nelle intenzioni di Conte, se Parigi dovesse accettare il Mes, allora potrebbe farlo anche Roma. In quel caso, infatti, il nostro Paese non rischierebbe di finire sulla lista nera agli occhi dell’opinione pubblica, essendo in compagnia di un partner solido come quello francese.

La linea del Ppe

Nel corso di un’intervista rilasciata al quotidiano Die Welt, ripresa  da Il Giornale, il politico tedesco Manfred Weber – capogruppo del Partito Popolare Europeo – ha affermato di voler certamente aiutare finanziariamente l’Italia, particolarmente colpita dal Coronavirus, soprattutto per evitare l’uscita dell’Italia dall’Europa. “Un’Italexit sarebbe ancora peggio di una Brexit: sarebbe la fine dell’Ue. E poi l’Europa non può permettersi di nuovo una generazione perduta”, dice Weber. Nei giorni seguenti, la Commissione europea di Bruxelles presenterà la sua proposta sul Fondo per la ricostruzione: un aiuto che supererà i mille miliardi di euro. Soldi, però, che dovranno essere investiti ”nella costruzione del futuro dell’Europa’‘ e non per risolvere ”problemi vecchi”. In altre parole, i soldi potranno essere investiti per una rete 5G europea; nello sviluppo di un nuovo tipo di aereo capace di ridurre le emissioni di CO2; in metodi innovativi per combattere le malattie, quindi nella sanità.

Il Fondo per la ricostruzione sarà quindi controllato e approvato dal Parlamento europeo, tramite verifica diretta. Non deve accadere, dice il politico, che Paesi come l’Italia o la Spagna utilizzino gli aiuti miliardari del fondo per la ricostruzione per tappare i buchi di bilancio o pagare le pensioni. Servono quindi controlli rigorosi per garantire che il denaro ”venga speso correttamente”. Di conseguenza, servono ‘progetti europei chiaramente definiti e un rafforzamento delle strutture europee di vigilanza. Obiettivo del capogruppo del Partito Popolare Europeo, anche quello di far riacquisire fiducia nell’operato dell’Ue da parte di chi l’ha persa. Oggi, soltanto il 27% degli italiani afferma di avere fiducia nell’Ue. Per questo, “dobbiamo aiutare Roma a invertire questo trend dando ai giovani dei Paesi meridionali del continente riconoscimento, autostima e futuro”, conclude Weber.

Fonte: Repubblica, InsideOver, Askanews, Giuseppe Conte Twitter, Il Giornale

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