Silvia Romano, parla la madre: “Chiunque tornerebbe convertito”

Dopo la liberazione e il ritorno a casa della cooperante Silvia Romano, la madre chiede a tutti di lasciare tranquilla la loro famiglia e difende la scelta della figlia di essersi convertita all’Islam.

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Silvia Romano, la cooperante di 25 anni che nel 2017 fu rapita in Africa da un gruppo di jihadisti, è finalmente tornata a casa. Sabato 9 maggio Silvia ha fatto rientro nella sua casa di Milano dove vive con la famiglia. Ad accoglierla non solo amici, vicini e conoscenti ma anche una nutrita folla di giornalisti che, da giorni, attendono con ansia di poter fare qualche domanda a Silvia, o Aisha, soprattutto sulla sua conversione all’Islam. Infatti pare strano a molti che la vittima scelga spontaneamente di abbracciare la stessa religione dei suoi aguzzini. Nei mesi scorsi era circolata la notizia che Silvia fosse stata costretta a sposare uno dei suoi rapitori e che, dunque, fosse stata obbligata alla conversione. Ma – appena liberata – la ragazza ha prontamente smentito asserendo che è sempre stata trattata con rispetto e che la conversione all’islam è stata una sua libera scelta avvenuta dopo aver letto il Corano.

La madre della giovane – riferisce l’Ansa – chiede che la figlia e l’intera loro famiglia vengano lasciati in pace. E difende la scelta della figlia. Anche se, dalle sue parole, emerge poca convinzione circa la “libertà” della scelta. Infatti, ad un giornalista appostato fuori dall’abitazione, ha risposto: “Ma come volete che stia? Mandate voi un vostro parente là per 2 anni e poi voglio vedere se non torna convertito”.  Intervistata telefonicamente dal Tg3 – riporta la Repubblica la donna ha ribadito il concetto: la famiglia Romano ora ha bisogno di tranquillità. Nessuna conferenza stampa dunque. Anche perché Silvia, ora, è sottoposta a quarantena. La madre della giovane ha spiegato che sia lei sia Silvia hanno preso le distanze da Africa Milele, l’organizzazione con cui Silvia era partita per l’Africa nel 2017 e da cui ha dichiarato di esseresi sentita abbandonata e “lasciata allo sbaraglio”. “Vogliamo lasciarci tutto alle spalle e aprire un nuovo capitolo”. Ha dichiarato la mamma della ragazza. Ma questo nuovo capitolo potrebbe iniziare con un incipit non proprio roseo. Infatti si sta già valutando di predisporre una tutela per Silvia in quanto la sua conversione all’Islam non è piaciuta a molti e già hanno iniziato a pioverle addosso pesanti insulti e minacce sui social.  Addirittura – riferisce Il Messaggero – un consigliere comunale di Asolo, Nico Basso,  aveva messo su Facebook un post, poi rimosso, dove accompagnava una foto di Silvia alla frase “impiccatela”. Ora la casa della famiglia di Silvia è controllata da polizia e carabinieri e il responsabile dell’antiterrorismo di Milano, Alberto Nobili, ha già aperto un’indagine contro ignoti per minacce aggravate.

Fonte: Ansa, Repubblica, Il Messaggero

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