Coronavirus, 269 decessi nelle ultime 24 ore. E ora, per la svolta, massima attenzione ai farmaci

La scienza non è rimasta a guardare mentre la pandemia continuava a diffondersi e a uccidere: ecco i farmaci sperimentali che possono curare il Coronavirus.

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I dati della Protezione Civile di oggi continuano a confermare l’andamento decrescente dei contagi da Covid 19. Infatti, nelle ultime ventiquattro ore, i casi positivi sono scesi a 100.943, –608 di ieri. E continuano anche a diminuire le persone ricoverate con sintomi (-580, TOT: 17.569) e i pazienti in terapia intensiva (-116, TOT: 1578). Mentre 81.796 persone sono in isolamento domiciliare senza sintomi, ben l’81% dei casi. Tra ieri e oggi, purtroppo, contiamo 269 nuovi deceduti, per un totale di 28.236. Ma contiamo anche 2304 nuovi guariti/dimessi che salgono a 78.249. Ad oggi i casi totali in Italia sono 207.428 (+3.837)

E questo trend positivo da ormai diversi giorni ci fa sempre sperare e ci porta con la mente già verso la tanto attesa fine del lockdown. E le nostre speranze vengono ulteriormente nutrite da una piccola ma grande consapevolezza: come tutti i virus, anche il Covid-19, una volta che gli scienziati avranno individuato i suoi punti deboli e decifrato del tutto il suo meccanismo di diffusione, potrà essere curato come una qualsiasi altra patologia. In tutto il mondo proseguono senza sosta esperimenti e test in laboratorio su farmaci che potrebbero curare il Coronavirus.  O, quantomeno, accelerare la guarigione dei pazienti più gravi, evitando il sovraccarico del sistema sanitario. L’ultima buona notizia sul fronte medico arriva dalla California: la società biopharma Gilead ha rilasciato i risultati di alcuni test sul farmaco Remdesivir,. Questo farmaco,inizialmente, fu ideato per combattere l’Ebolavirus. Ma starebbe dando risultati molto promettenti anche nella cura del Covid-19.

Ma per capire davvero perché certi medicinali diano buoni risultati nella cura è necessario chiarire il funzionamento del virus. Secondo quanto riportato dal Corriere della sera,  Annalisa Capuano, membro della Società italiana di farmacologia, avrebbe spiegato che l’infezione da Coronavirus si suddivide in tre fasi. La prima comprende la replicazione del virus e non è caratterizzata da sintomi specifici. La seconda vede un’ infiammazione del tessuto polmonare, che può essere fatale per le categorie a rischio. La terza, infine, è caratterizzata dalla penetrazione del virus nei vasi sanguigni, con il rischio della formazione di trombi all’interno degli stessi. Tratte queste conclusioni, i medici hanno compreso che ci sono farmaci in grado di curare il Coronavirus in ciascuna delle tre fasi.

Ad ogni fase il suo farmaco

I farmaci che hanno dimostrato la maggiore efficacia nella prima fase di infezione sono principalmente gli antivirali, proprio come il Remdesivir della Gilead. I test effettuati dalla società statunitense hanno infatti evidenziato importanti miglioramenti nei pazienti che hanno assunto tale farmaco nei primi giorni di infezione. Sono state invece svolte ricerche  nel nostro paese a dimostrare che farmaci come il Tocilizumab e il Ruxolitinib possono lenire l’infiammazione polmonare che l’organismo mette in atto per rispondere al virus. Il Tocilizumab è un farmaco originariamente sviluppato per combattere l’artrite reumatoide che previene la produzione eccessiva di chitoni, potenzialmente letale nei pazienti a rischio. Secondo quanto riportato da  Repubblica in un articolo del 12 Marzo, il farmaco ha suscitato interesse anche all’estero. Il Ruxolitinib è invece una recente scoperta che arriva da Cagliari, secondo quanto riporta l’ Ansa: “E’ un farmaco antichitonico usato nella cura di alcuni tumori. E’ in grado di ridurre l’infiammazione nei pazienti con gravi sintomi di Covid-19”. Questo quanto ha spiegato Giorgio La Nasa che opera presso l’ospedale Businco-Aob Brotzu, specializzato proprio in oncologia

Per quanto riguarda la terza ed ultima fase dell’infezione, si sono rivelati efficaci farmaci anticoagulanti come l’Eparina, capace di prevenire la formazione dei trombi nel sistema circolatorio. “Bisogna dosarla con attenzione per evitare emorragie” avverte Annalisa Capuano “Tuttavia, da quando impieghiamo questo farmaco, sono diminuiti i pazienti le cui condizioni si aggravano”.

 

Fonte: Repubblica, Corriere della Sera, Ansa

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