“L’epidemia in Italia non finirà, e ci saranno 70mila morti entro l’anno”

Uno studio di ricercatori italiani ha rivelato come l’epidemia durerà ancora a lungo, mettendo in allarme sui rischi derivanti dall’alleggerimento delle misure di contenimento durante la Fase 2. Le conseguenze potrebbero essere drammatiche, in assenza di tamponi. Un esito che mette pesantemente in discussione la gestione della pandemia da parte di Palazzo Chigi.

studio ricercatori italiani - Leggilo

Basta qualche pagina di storia per rendersi conto di come, per poterci dire totalmente fuori dall’epidemia, ci vorrà ben più che qualche mese. Guardando alle diverse pandemie causate da virus con cui abbiamo avuto a che fare nel corso del tempo, una delle peggiori è stata, senza dubbio, l’influenza “spagnola” del 1918. Molti sono coloro che guardano all’epidemia del secolo scorso per trovare differenze e paragoni con il Covid-19, tanto che proprio l’andamento della spagnola sarebbe sul tavolo di Palazzo Chigi, informa Repubblica. Stando ad alcune stime, la pandemia fece 50 milioni di morti a livello planetario, con un tasso di letalità stimato compreso tra il 2% e il 10%. Il tasso globale stimato per la malattia da nuovo Coronavirus, secondo il National Review,  sarebbe prossimo al 5%, anche se alcuni esperti ritengono questa percentuale sottostimata. Diverse le stime del prof. Anthony Fauci, direttore dell’Istituto Nazionale statunitense per le Allergie e le Malattie infettive, ed esperto nella task-force negli Usa, secondo cui il tasso di letalità si collocherebbe, invece, intorno all’1%.

Tuttavia, c’è da andarci cauti anche con i confronti. Non solo la popolazione è diversa, dicono gli esperti, ma oggi disponiamo di maggiori tecnologie e diversi sistemi che ci permetterebbero, essendo ottimisti, di monitorare la situazione con maggiore precisione e di poterla, di conseguenze, frenare con maggiore facilità.  Le misure di distanziamento sociale rappresentano oggi una delle modalità principali attraverso le quali si sta cercando di contenere il diffondersi del virus, e secondo le stime provenienti da un rapporto dell’Imperial College of London, l’adozione di queste misure, insieme a quelle di isolamento domiciliare e la chiusura totale delle attività non indispensabili, avrebbero determinato una riduzione del tasso di riproduzione del virus.

Eppure, secondo un gruppo di ricercatori italiani, i rischi sono ancora tutti da vedere. Se si allenteranno le misure di contenimento durante la Fase 2, la pandemia proseguirebbe indisturbata per tutto l’anno fino ad arrivare ad un numero altissimo di decessi: 70mila morti in Italia soltanto nel primo anno di pandemia, con il virus pienamente attivo anche alla fine del 2020. Lo studio, pubblicato su Nature Medicine, mette in allarme su ciò che potrebbe accadere durante la Fase 2 se l’attenzione non rimarrà alta.

https://twitter.com/nresearchnews/status/1252998177755627521

La ricerca universitaria, firmata dall’italiana Giulia Giordano, e alla quale hanno collaborato ingegneri delle università di Trento, di Udine e del Politecnico di Milano, insieme con i medici del San Matteo di Pavia, ha ipotizzato tre scenari: con il mantenimento di un lockdown ferreo l’epidemia si esaurirebbe in uno o due mesi – racconta la ricercatrice a Repubblica. Ma, passando alla fase due senza tamponi e senza controllo dei contatti, potremmo arrivare a 70 mila vittime e i contagi resterebbero sostenuti. Pertanto, alla fine dell’anno, l’epidemia sarebbe ancora in corso e la conta dei morti continuerebbe nel 2021. Allentando il lockdown, ma mantenendo l’attenzione estremamente alta sui nuovi focolai, con test fatti rapidamente ed estensivamente, l’epidemia resterebbe più o meno ai livelli di contrazione attuale. “Avrebbe un tasso di replicazione di 0,77, leggermente superiore a quello di oggi, e si concluderebbe entro l’anno con un numero totale di vittime fra 30 e 35 mila”, spiega l’esperta.

I modelli sono stati realizzati grazie all’aiuto dei medici del San Matteo che, fornendo i numeri dei contagi del primo mese, hanno contribuito a creare un modello che è in grado di riprodurre i dati e anticipare anche l’andamento dell’epidemia nel futuro. Il diagramma vede le curve risalire in modo preoccupante se non verranno rispettate le giuste misure di contenimento. Per evitare il peggio, bisogna mettere in atto misure che permettono di identificare precocemente i positivi e interrompere le catene di contagio, oltre a un rispetto ferreo delle regole d’igiene e della distanza fra le persone. “Non distinguiamo fra app o altri metodi. Ma confidiamo che lo strumento principale resterà il tampone, da fare il prima possibile a tutti i sospetti contagiati e ai loro contatti”, conclude la ricercatrice. Soltanto un tracciamento aggressivo permetterà di allentare il lockdown senza conseguenze gravi.

Fonte: Repubblica, Nature Research, Nature Medicine, Imperial Collage of London, National Review

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