Arrigo Cipriani, imprenditore di Venezia: “Se non riapriamo subito sarà un flagello”

Arrigo Cipriani, gestore dell’Harry’s Bar, noto imprenditore di Venezia, denuncia i rischi di una riapertura tardiva e il disastro economico da Covid-19.

zaia hally s bar - Leggilo

Le aziende del manifatturiero, delle costruzioni e una parte significativa dei servizi riapriranno il 4 maggio, coinvolgendo 3,8 milioni di lavoratori. Questo quanto trapela da Palazzo Chigi, e come riportato da Il Sole 24 Ore. La fase 2 sta diventando in queste ore una certezza, e prende corpo l’ipotesi che dalla prossima settimana potrebbe esserci un allentamento delle misure restrittive. Il Premier, nell’incontro con le parti sociali, non ha escluso che alcune aziende possano anticipare la riapertura già da lunedì 27 aprile. Ad essere coinvolte saranno le imprese già in possesso di protocolli di sicurezza rinforzati, con un maggior distanziamento tra gli addetti, rimodulazione degli spazi e anche dei turni di lavoro. Ma le perdite nel settore economico a causa della diffusione del Covid-19 sono ancora tutte da contare e non saranno colmate, in breve tempo, dalla prossima riapertura.

“Da noi è sempre arrivata gente da tutto il mondo. Abbiamo 25 ristoranti dall’Europa a Dubai agli Stati Uniti. Se le condizioni sono quelle di cui si sta parlando in queste ore, non credo che riapriremo”. Questa la denuncia su Il Mattino, de l’Harry’s Bar, sito a Venezia, lungo il Calle Vallaresso, non distante da piazza San Marco. Uno dei più antichi e suggestivi locali d’Italia, meta obbligata di vip e turisti, dal 2001 dichiarato patrimonio nazionale dal Ministero dei Beni culturali, paga i conti della crisi economica innescata dal Coronavirus. Fondato nel 1931 da Giuseppe Cipriani, oggi a gestirlo è il figlio Arrigo, classe 1932, che denuncia che la riapertura tardiva sarà un disastro. “Al governo non hanno capito nulla: qui se non si riavvia tutto e in fretta sarà un flagello”, dice. La perdita, negli ultimi mesi, è stata di un milione di euro. Ma a preoccupare sono i mesi futuri: meno turisti, meno lavoro, meno guadagni.

Le misure stringenti imposte dal governo per le riaperture, non sono sufficienti. Per questo, molte saranno le attività che non riapriranno. Cipriani, nel suo locale, ha in media 40 tavoli. Con le disposizioni governative, riuscirà ad allestirne 10 o al massimo 15. Il tutto, in 70 metri quadrati a disposizione per i clienti, mentre il resto dello spazio è riservato alle cucine dove lavorano 15 cuochi. “Se non cambiano le condizioni potrei anche non riaprire“, afferma Cipriani. I dipendenti a Venezia sono 80, e tutti in cassa integrazione. “Finora non s’è visto un solo euro di contributi da parte del governo. Le imprese non vanno aiutate come sta facendo il governo Conte“, denuncia l’imprenditore. Infatti, non sono misure reali, ma prestiti su guadagni ormai spariti che andranno restituiti. A questo si aggiungono le tasse e le more. Serve liquidità a fondo perduto, un progetto serio per rilanciare il turismo. Una situazione incontrollabile, che peggiorerà, secondo Cipriani. “Tra dieci giorni esploderà tutto, glielo garantisco. Ed è un vero peccato, un delitto di cui è complice anche l’Europa”, dice.

“50mila posti di lavoro a rischio”

La linea di Cipriani sembra essere la stessa seguita dal Governatore del Veneto Luca Zaia, che ha già allentato il lockdown qualche settimana fa. Quindi, riaprire tutto il prima possibile. “Abbiamo applicato la legge, meglio ancora le direttive del Governo”, ha affermato Zaia in Conferenza stampa, ribadendo l’urgenza di riaprire in quanto sarebbero 50mila i posti di lavoro già persi in Veneto, dei quali 35mila fanno parte del mondo del turismo. Sul cibo d’asporto, del resto, il Governo non ha mai espresso divieti e ha anzi ammesso l’asporto per gli autogrill. Aperte anche le fioriere e gli orti, mentre alcune aziende hanno aperto già da oggi, 27 aprile.
Quanto all’applicazione Immuni, Luca Zaia ha sottolineato che a livello nazionale deve essere risolto il grosso problema della privacy.

Sarà possibile andare al mare, mantenendo un metro di distanza in acqua e con distanze fra gli ombrelloni di due metri, ma dipende anche dalla conformazione della spiaggia. Fondamentale, nella fase due, l’uso della mascherina. Quanto ad interventi, visite ai malati, ed attività di routine negli ospedali, la situazione dovrebbe quindi tornare alla normalità in Veneto, mentre resta urgente la questione della riapertura delle scuole per aiutare le famiglie. Matrimoni invece rinviati in estate e a settembre.

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