Merkel dice no agli Eurobond, accordo per un Mes “morbido”

L’Eurogruppo ha trovato l’accordo. Che il tavolo si rovesciasse sembrava improbabile, anche per l’assenza di alternative nel breve periodo. Dopo lo stallo di due notte fa, quando la riunione fiume in videoconferenza di sedici ore si era rivelata un fallimento, i ministri delle Finanze dell’Unione avrebbero trovato l’intesa. Ma chi ha vinto?

La riunione è iniziata alle 21:30 e a spiegare com’è finita ci ha pensato Wopke Hoekstra, Ministro olandese delle finanze: “Dopo lunghe e intense conversazioni l’Eurogruppo è giunto a una buona conclusione”. Quale sarebbe la conclusione? Sì al Mes, e no agli Eurobond, esattamente il contrario di quanto sulla carta richiesto dal Governo Italiano. Ma ci sono alcune differenze rispetto alle posizioni iniziali, spiega il ministro olandese: “Il Mes può fornire assistenza finanziaria ai Paesi senza condizioni per le spese mediche” e “sarà anche disponibile per il sostegno economico, ma a condizioni. E’ giusto e ragionevole“, ha aggiunto.

I ministri delle Finanze dell’area euro “propongono di creare un aiuto per la crisi da pandemia, basato sulle Eccl – Enhanced Conditions Credit Lines” –  del Meccanismo Europeo di Stabilità – adattato alla sfida attuale, come salvaguardia per gli Stati dell’area euro“. Così è scritto nel documento diffuso al termine dell’Eurogruppo, riferisce l’Adnkronos.

Per le spese sanitarie, secondo il documento siglato dll’Eurogruppo, la possibilità di utilizzo della linea di credito del Mes sarebbe ampia e incondizionata: “Il solo requisito per accedere alla linea di credito del Mes sarà che gli Stati si impegnino a usarla per sostenere il finanziamento di spese sanitarie dirette o indirette, cura e costi della prevenzione collegata al Covid-19″. Il documento aggiunge, tuttavia:“La linea di credito sarà disponibile fino alla fine dell’emergenza”.
L’Eurogruppo sottolinea ancora che “verranno seguite le disposizioni del trattato del Mes. L’accesso garantito sarà per una somma pari al 2% del Pil dello Stato membro a fine 2019, come parametro”.

E sopratutto nel documento si dichiara che, terminata l’emergenza: “Gli Stati restano impegnati a rafforzare i fondamentali economici, coerentemente con il quadro di sorveglianza fiscale europeo, inclusa la flessibilità“. L’Europa del rigore, quindi, quella che ha portato alla drastica riduzione del Welfare, coerentemente con i dettami dell’austerità, resta viva ed operante, pertanto. Poco importa se proprio l’eccesso di rigore caro ai Paesi del Nord ha portato, negli ultimi anni, a quel taglio alla Sanità che ha portato Paesi come l’Italia ad un passo dal baratro.

Per quanto riguarda le cifre su cui i ministri delle Finanze avrebbero trovato l’accordo l’impegno consisterebbe in 240 miliardi per le linee di credito riguardanti il Mes, 100 miliardi per il piano Sure per i sussidi all’occupazione, 25 miliardi per i prestiti della Bei a basso costo per le imprese, che si stima mobiliteranno 200 miliardi. Per un totale di 365 miliardi di euro. Per quanto riguarda il Fondo per la ripresa, c’è un riferimento nel documento finale, ma si sostiene che debba essere adeguatamente finanziato: “L’Eurogruppo è d’accordo a lavorare ad un Recovery Fund per sostenere la ripresa – si legge – Il fondo sarà temporaneo e commisurato ai costi straordinari della crisi e aiuterà a spalmarli nel tempo attraverso un finanziamento adeguato. Soggetti alla guida dei leader, le discussioni sugli aspetti pratici e legali del fondo, la sua fonte di finanziamento, e strumenti innovativi di finanziamento, coerenti con i Trattati, prepareranno il terreno per una decisione“. Tra gli strumenti finanziari innovati con cui alimentarlo ci potrebbe anche essere un debito comune, ma questo non vuol dire mutualizzazione del debito ha precisato il Ministro della Finanze francese, Bruno Le Maire. Dal documento finale sono stati pertanto esclusi gli Eurobond che, a questo punto, escono definitivamente di scena.
L’ipotesi degli Eurobond, o Coronabond, come anche sono stati chiamati in questi giorni, non è tuttavia totalmente esclusa per finanziare il Fondo per la Ripresa, spiega nella conferenza stampa finale il ministro delle Finanze francese, Bruno Le Maire, ma questi strumenti non sono esplicitamente previsti dal testo di conclusioni dell’Eurogruppo. La possibilità che rientrino nelle trattative, aggiungiamo noi, è pressoché nulla.

L’Olanda aveva da subito manifestato totale dissenso verso le proposte dell’Italia, specialmente per quanto riguarda gli Eurobond. L’Italia di Giuseppe Conte insieme ai Paesi dell’Europa meridionale, ha fino all’ultimo puntato proprio su questi, chiedendo venisse quantomeno specificato l’avvio di un Fondo che garantisse una condivisione dei debiti per far fronte alla crisi. E se da una parte Angela Merkel si è schierata con i Paesi Bassi e Paesi scandinavi contro gli Eurobond, dall’altra Emmanuel Macron si è fatto carico delle proposte italiane, spagnole e portoghesi per frenare la linea rigorista, soprattutto sul Mes. Il compromesso sembra accontentare tutti, sulla carta, ma certo è ben inferiore a quella che poteva essere una condizione ottimale per i Paese economicamente più vulnerabili.

Perplessità e incognite a parte è apparso entusiasta il commissario all’Economia, Paolo Gentiloni, secondo cui  l’intesa consiste in un “pacchetto di dimensioni senza precedenti per sostenere il sistema sanitario, la cassa integrazione, la liquidità alle imprese e il Fondo per un piano di rinascita“.

Una replica è pervenuta a breve giro di posta da deputato Claudio Borghi Presidente della Commissione Bilancio della Camera che non ha esitato a parlare di “tradimento

Messi sul tavolo i bond europei, tolte dal tavolo le condizionalita del Mes. Consegniamo al Consiglio europeo una proposta ambiziosa. Ci batteremo per realizzarla“, ha scritto in un tweet il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri che sottolinea come, grazie all’iniziativa italiana, l’agenda europea è cambiata e si è passati da un’unica proposta, il Mes con condizionalità leggere, “a un pacchetto di quattro proposte“.

Non meno dura la replica di Claudio Borghi al Ministro Gualtieri: “Mes approvato con condizionalità, Sure approvato, Bei approvato. Bond europei inesistenti. Dimettiti”

Il ministro francese all’Economia, Bruno Le Maire, ha scritto su Twitter: “Ottimo accordo tra i ministri delle Finanze europei sulla risposta economica al coronavirus: 500 miliardi di euro disponibili immediatamente. Un fondo di stimolo per il futuro“.

Le decisioni finali spettano ora ai leader nazionali, ovvero ai capi di Stato e di governo. Intanto in Italia si registrano toni durissimi dai leader dell’Opposizione. Matteo Salvini ha commentato: “Non ci sono gli Eurobond che voleva Conte ma c’è il Mes, una Caporetto, una drammatica ipoteca sul futuro, sul lavoro e sul risparmio dei nostri figli“. E aggiunge: “Siamo fuori dalla legge, siamo alla dittatura nel nome del virus. Presenteremo una mozione di sfiducia al ministro Gualtieri“. Non dissimile il commento di Giorgia Meloni: “Il ministro Gualtieri ha firmato per attivare il Mes, niente Eurobond e Italia messa sotto tutela. Alla fine hanno vinto i diktat di Germania e Olanda, il governo in questi giorni ha fatto finta di alzare la voce ma, tanto per cambiare, si è piegato ai dogmi nordeuropei. Ora Conte, Gualtieri e Di Maio dovranno affrontare il Parlamento, dove Fratelli d’Italia è già schierato per impedire questo atto di alto tradimento verso il popolo italiano“.

Poco entusiasmo dal M5S, almeno in alcune componenti: “La proposta di accordo che è stata negoziata all’Eurogruppo dal ministro Gualtieri è palesemente da rigettare” ha detto il deputato Pino Cabras, membro della Commissione esteri della Camera. E il senatore Michele Giarrusso: “Lo dico a chiare lettere: se il governo ha detto sì al Mes, questa maggioranza non avrà più il mio voto“.

Fonte: Adnkronos, Paolo Gentiloni Twitter, Roberto Gualtieri Twitter, Claudio Borghi Twitter, Bruno Le Maire Twitter

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