Cornavirus, ora il Governo teme di perdere il controllo: 9mila denunce in un giorno

Un sabato di fuoco quello di ieri, 4 aprile, che ha contato ben 9.300 persone multate per aver infranto i provvedimenti da Coronavirus.

E’ arrivato il bel tempo, le giornate si sono allungate e, di pari passo, è cresciuto il malcontento degli italiani costretti in casa per colpa dell’emergenza Covid-19: sono misure drastiche quelle prese per tutelare il Paese i suoi cittadini, la cui fine era prevista per il 3 aprile e poi posticipata il 13 aprile.

Una tunnel, questo, che sembra senza fine e le persone non ci stanno più, come riportato anche da  Repubblica: proprio ieri, in quello che si potrebbe definire un sabato di fuoco, si sono realizzare ben più 9.300 denunce a carico di persone che non hanno rispettate il decreto e sono uscite, nonostante la chiusura della maggior parte attività commerciali: 9284 i sanzionati per essere usciti senza giustificazione, 54 quelle che hanno autocertificato il falso e 10 i contagiati che hanno violato la quarantena. Per le attività commerciali, invece, 173 gli esercizi sanzionati, 14 i chiusi provvisoriamente e 13 chiusi del tutto.

La stretta da parte del Ministero degli Interni era già avvenuta nel corso della settimana, commenta il Corriere: ora il controlla si attua con  droni e con i gestori telefonici che intercettano gli spostamenti dei cittadini.  Giovedì le Forze dell’Ordine hanno controllato 246.829 persone e 97.698 attività commerciali, con 7.659 sanzioni. C’erano state 85 denunce per false autodichiarazioni e altre 24 per violazione della quarantena. Colpiti anche i commercianti con 258 multe e 53 attività chiuse. Negli ultimi otto giorni le persone risultate senza una giustificazione sono state 43.558. Di loro 354 sono state accusati  di epidemia.. Dall’11 marzo scorso sono state oltre quattro milioni e 300 mila le persone fermate e quasi due milioni gli esercizi commerciali sottoposti a controllo.

Sono numeri che lasciano senza parola e che superano quelli del 26 marzo, giorno in cui è entrato in vigore il sistema di sanzioni. Ma sopratutto, sono dati che fanno preoccupare in vista dell’arrivo delle vacanze pasquali e dell’imprevedibilità delle persone. Motivi per i quali si è deciso di agire tempestivamente, per evitare di aggravare una situazione già precaria: a Milano, ad esempio, – dove, secondo i dati raccolti dalla Regione, la principale mobilità riguarda quella automobilistica – si è deciso di non effettuare più controlli a campione, ma di istituire dei check point in prossimità di aree di servizio autostradali e principali nodi stradali.

Ed era ben chiaro che la stretta non si sarebbe allentata. Lo aveva spiegato il premier Giuseppe Conte nella conferenza del 1 Aprile

“Non posso garantire che il 14 aprile tornerà tutto come prima. Dovremo fare sacrifici anche nella festività di Pasqua”, ha detto il premier, alludendo a un piano studiato per uscire dall’emergenza: “Quando gli esperti ce lo diranno, entreremo nella fase 2 di allentamento graduale per poi passare alla fase 3 di uscita dall’emergenza, della ricostruzione, del rilancio“.

Sono parole difficili da digerire ma ben chiare: ci viene chiesto un sacrificio, ma è per noi e siamo noi i primi a dover lottare per il nostro benessere.

Infine, il premier ci tiene a ricordare agli ascoltatori le misure messe in atto per punire i trasgressori, invitando così a rispettare le regole, altrimenti “tutti gli sforzi sarebbero vani e pagheremmo un prezzo altissimo. Oltre al costo psicologico, economico e sociale, saremmo costretti a ripartire di nuovo.”

Sono sanzioni molto severe, dice, quelle hanno disposto – sanzioni che vanno dai 400 ai 3000 euro e sequestro dell’auto, come ricorda il Messaggero  – ma, si sperare, utili a limitare i danni.

Fonte Messaggero, Repubblica

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