Coronavirus, Spagna al collasso: a Madrid pazienti nei corridoi degli ospedali

Il Paese iberico è stato letteralmente travolto dall’epidemia: i contagi sono aumentati in maniera esponenziale nello scorso weekend e il Sistema Sanitario spagnolo è ormai saturo. 

Coronavirus Spagna - Leggilo.org

 

Giorni drammatici in Spagna. Il Covid-19 sta mettendo in ginocchio il Paese e le notizie che arrivano da Madrid sono sconfortanti. Come spiega Il Sole 24 Ore, la Spagna ha superato i 40mila contagi, aumentati esponenzialmente nel weekend tra il 21 e 22 marzo, raggiungendo i 2.700 decessi. Sono numeri impressionanti, resi ancora più tragici dal fatto che i contagi si sono verificati maggiormente nella regione di Madrid e di Barcellona. Pesa come un macigno il tentennamento del Governo guidato da Pedro Sanchez: nonostante gli allarmi arrivati dall’Italia sulla pericolosità dell’epidemia di Covid-19, e un Sistema Sanitario che non è paragonabile a quello del nostro Paese e che varia molto da Regione a Regione, l’Esecutivo ha atteso sino al 13 marzo scorso per dichiarare lo Stato di Emergenza.

Oggi la Spagna è un’unica zona rossa, ma sino a 10 giorni fa nessuna misura di contenimento era stata presa: in città densamente popolate e a forte connotazione turistica, come Madrid, Barcellona, Valencia e Siviglia, la vita quotidiana non era stata minimamente stravolta dalle notizie che provenivano dall’Italia. Non bloccando nemmeno la circolazione della popolazione, molti si sono spostati in altre città, favorendo così il contagio. Come ha spiegato il Partito Socialista Spagnolo, il più grande della coalizione guidata da Sanchez, l’errore della posticipazione della quarantena è stato pagato pesantemente: “Abbiamo solo qualche giorno di ritardo, ma la diffusione del virus sta continuando in modo inesorabile e non sappiamo quando potrà darci tregua. Abbiamo sbagliato e ora cerchiamo di rimediare, diamoci da fare, è inutile cercare scuse”. Accuse al Governo arrivano anche da Pere Godoy, Presidente della Società spagnola di Epidemiologia: “Penso sia stato un errore permettere alle persone di circolare senza limiti nei giorni precedenti all’entrata in vigore delle misure straordinarie”.

Le misure adottate dal Governo spagnolo ricordano molto le restrizioni varate nei Decreti Emergenza dal Governo italiano guidato dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. Nei giorni scorsi, anche la Francia ha annunciato gli stessi provvedimenti. Lo stesso dicasi per il Regno Unito, dove il Primo Ministro Boris Johnson, ha annunciato un “lockdown”, una chiusura totale, di tre settimane in tutto il Paese. Ciò che sorprende sono stati i tempi di reazione degli altri Paesi dell’Unione Europea: molti di loro avrebbero potuto, guardando la situazione in Italia, non farsi cogliere impreparati dall’epidemia, ma hanno scelto di attendere e di muoversi dopo un numero ragguardevole di casi. Una mossa controproducente, che ha di fatto portano le altre Nazioni europee ad avere simili problemi: pressioni sulle strutture ospedaliere, mancanza di materiale per le terapie intensive e sub-intensive, oltre al materiale protettivo, mancanza di personale medico ed eserciti utilizzati per le installazioni di ospedali da campo.

Nei giorni scorsi, il Governo ha deciso di utilizzare il palazzo del ghiaccio della città Palacio de Hielo  di Madrid come immensa camera mortuaria dato l’altissimo numero di decessi verificatesi in pochi giorni nella capitale. L’Esecutivo ha specificato che si tratta di una soluzione temporanea di pochi giorni – si cerca di sfruttare il freddo della struttura per i feretri –  e che al più presto i corpi saranno cremati. Negli ospedali la situazione è critica. Come spiega Repubblica, che ha pubblicato un video girato da un’infermiera dell’Ospedale Infanta Leonor, a Madrid, i posti letto scarseggiano, anche per i trattamenti non invasivi. Nel video si vedono chiaramente pazienti adagiati sul pavimento dell’ospedale, a una distanza di un metro dall’altro, che attendono di essere visitati. La dirigenza dell’ospedale ha spiegato che si trattava delle notte tra il 21 e il 22 marzo, quando un’ondata di ricoveri ha mandato letteralmente in tilt la struttura, facendo saturare l’ospedale in poche ore.

 

Fonte: Il Sole 24 Ore, Repubblica

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