Coronavirus, il dott. Silvio Garattini: “Aspettiamoci di arrivare a 40mila contagiati fra pochi giorni”

 Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, preannuncia il picco dei contagi da Covid 19 per la prossima settimana. Potremmo raggiungere le 40.000 unità.

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Siamo in tanti a chiederci quanto finirà questa situazione. Quando finiremo di veder crescere, di giorno in giorno, il numero delle persone contagiate da Coronavirus. Quando finirà la quarantena, l’isolamento, i decessi che salgono e i reparti di terapia intensiva che esplodono. La certezza non può darcela nessuno. Si possono solo avanzare ipotesi. Secondo Silvio Garattini, fondatore dell’Istituto di ricerche farmacologiche Mario Negri, il pico dei contagi da Covid 19 dovrebbe arrivare per la settimana prossima. Sempre, però, che tutti rispettiamo le norme ed evitiamo il più possibile di uscire da casa e di avere contatti con altre persone. Queste – riporta La Stampa – sono state le previsioni di Garattini intervistato da Radio Capital: “Per la settimana prossima ci aspettiamo il picco. Realistico pensare a 30-40 mila casi. Tutto dipenderà da noi e dalla nostra capacità di evitare il contagio. Atteniamoci alle disposizioni”.

Ma perché il Coronavirus ha colpito così duramente l’Italia? Anche questa è una domanda che in tanti ci poniamo da quando è scoppiata l’emergenza. Silvio Garattini sostiene che si sarebbe dovuto, e si dovrà, intervenire maggiormente sulla prevenzione, sulle resistenze immunitarie delle persone. “La diffusione di virus e batteri continuerà ad esserci. Dobbiamo ripensare il mondo della salute. Se tutti avessimo stili di vita adeguati forse saremmo più resistenti”. Ipotesi non molto distante da quella della famosa virologa Ilaria Capua. La scienziata, qualche giorno fa, ha avanzato l’ipotesi secondo cui in Italia il numero dei decessi, in proporzione al numero dei contagi, sarebbe così elevato, per l’uso eccessivo di antibiotici che hanno portato alla creazione di ceppi batterici sempre più resistenti. Questi ceppi avrebbero poi complicato la situazione creata dal Coronavirus e reso più probabile il decesso. Dunque, in un certo qual modo, il virus sicuramente fa la sua parte ma anche i nostri stili di vita giocano un ruolo importante.

Oltre ad evitare l’uso di antibiotici laddove non ve ne sia reale bisogno, un’altra cettiva abitudine che mette più a rischio è il fumo. Come ha spiegato il virologo Walter Ricciardi a Il Messaggero, chi fuma ha una situazione polmonare peggiore e, di conseguenza, è più soggetto a complicanze: “La possibilità di contagio è la stessa tra fumatori e non fumatori. Ma se fumi la prognosi è peggiore perché s’inserisce in un apparato respiratorio già danneggiato dal fumo”.

Fonte: La Stampa, Il Messaggero

 

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