Coronavirus in Italia, altre 620 persone contagiate, 197 morti: “Siamo all’inizio”

Il Professore della Sapienza Enrico Marinari ha analizzato i dati finora forniti dalla Protezione Civile e dall’Istituto Superiore della Sanità. La situazione è allarmante e il problema maggiore è il rischio della tenuta del Sistema Sanitario Nazionale. E gli ultimi dati confermano l’espansione del virus, anche in Italia.

Coronavirus: siamo ancora alla fase iniziale nel nostro Paese - Leggilo.org

Sono 3.916 i malati per Coronavirus in Italia, con un incremento di 620 persone in più rispetto a ieri, secondo Ansa, e 197 i morti, 49 in più. Il nuovo dato è stato fornito dal commissario Angelo Borrelli.

Mentre sale il numero dei contagi per Coronavirus nel nostro Paese, le Autorità Sanitarie lanciano l’allarme: i posti letto disponibili, specie quelli per la terapia intensiva, potrebbero essere insufficienti. Molto, chiaramente, dipenderà da quanto si protrarrà l’epidemia e se funzioneranno o meno le misure di contenimento adottate dal Governo del Premier Giuseppe Conte e dalle Regioni.

La risposta a questo quesito provano a darla il Professore del Dipartimento di Fisica della Sapienza di Roma, Enzo Marinari, ed Enrico Bucci della Temple University di Filadelfia, negli Stati Uniti. In un’intervista rilasciata ad Adnkronos, i due docenti spiegano uno loro studio, pubblicato su “Cattiviscienziati.com”, sito che ospita interventi di diversi esperti che mira a sfatare le fake news presenti sul tema. I dati di partenza sono quelli forniti dalla Protezione Civile e dall’Istituto Superiore della Sanità. I due Professori condividono l’idea, ormai avallata dalla gran parte della Comunità Scientifica, che il virus sia arrivato nel nostro Paese già dalla fine di gennaio e che, questa, nonostante iniziale, sia già la secondo generazione di contagi.

Spiegano Molinari e Bucci: “In Italia l’epidemia di Covid-19  è ancora in fase iniziale, con un andamento esponenziale: c’è un raddoppio dei casi ogni 2 giorni e mezzo e lo scenario, tra infettati, ricoveri e casi clinici gravi è simile a quello della Corea del Sud, tanto da superare in 10 giorni il numero di mille soggetti trovati infett”. I due continuano: Il numero di posti letto richiesti in terapia intensiva crescerà rapidamente nella prima settimana di marzo, configurando una situazione di crisi per le strutture sanitarie del territorio”. 

Di questo passo, spiegano i docenti, le strutture saranno presto colme e il Sistema Sanitario Nazionale potrebbe non reggere l’urto. Il problema maggiore è per i posti in terapia intensiva: se si dovesse avere un’impennata di contagi, oppure dovessimo attraversare il picco della malattia, non saranno certamente sufficienti. Per Molinari e Bucci bisogna continuare sulla strada dei provvedimenti restrittivi per i cittadini: telelavoro, laddove possibile, chiusura delle scuole e sospensione di tutte la attività, da quelle sportive a quelle culturali, che concentrano un alto numero di persone. E concludono: ” Sebbene queste misure non possano, alla lunga, impedire la diffusione del contagio, possono ovviamente abbattere il numero di nuovi contagi giornalieri, dando modo di non sovraccaricare il sistema sanitario di pazienti anche gravi”.

 

Fonte: Adnkronos, Ansa

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