Coronavirus, il virologo dell’unità di crisi: “Ogni malato infetta almeno due persone”

Il virologo Giuliano Rizzardini invita ad evitare contatti tra le persone, visto che il contagio è ancora alto e ogni malato infetta almeno due persone.

Contagi - Leggilo.org

 

“Ogni malato infetta almeno due persone. Per ritornare presto alla normalità bisogna muoversi adesso il meno possibile”. Questo l’ultimo allarme lanciato da Giuliano Rizzardini. Il virologo è uno dei medici attivi in prima linea nel tentativo di fermare l’espansione del contagio di Coronavirus. Diviso tra l’ospedale Sacco di Milano e l’Unità di Crisi della Regione Lombardia, dove ora dopo ora amministratori pubblici e medici seguono l’evoluzione della malattia, il virologo segue quotidianamente l’andamento del contagio. Al momento, dopo undici giorni dalla scoperta del primo focolaio, i dati dicono che mediamente ogni malato infetta 2,4 persone. Infatti, il primo marzo i dati della Protezione civile a livello italiano davano 528 nuovi casi di Coronavirus. Il 29 febbraio i nuovi casi erano 228, più del doppio in un solo giorno.

Intervistato a Sky Tg24, il virologo invita a lavarsi frequentemente le mani e ad evitare contatto diretto se si hanno dei sintomi come tosse e raffreddore. “Bisogna fermare la corsa del virus il prima possibile e per farlo i contatti sociali vanno limitati. Ciò vuol dire che chi può è meglio che lavori da casa e i bar non devono essere affollati“, dice Rizzardini che invita chi ha tosse, raffreddore e sintomi compatibili con il Coronavirus a stare a casa.

Osserva il virologo: “Per ritornare alla normalità bisogna muoversi adesso il meno possibile. Lo dice l’R zero, ossia il numero di persone che, in media, ogni individuo infetto contagia a sua volta”. E sottolinea: “Il primo marzo i dati della Protezione civile a livello italiano danno 528 nuovi casi di coronavirus. Il 29 febbraio i nuovi casi erano 228. Vuol dire che ciascun nuovo contagiato ha infettato a sua volta 2,4 persone. Lo chiamiamo anche tasso di replicabilità della malattia” continua Rizzardini. “Partendo dal 24 febbraio l’andamento dei nuovi contagi è riassumile in questi dati: 10, 91, 78, 250, 171 fino ai 228 e poi ai 528 del primo marzo. È un’evoluzione dalla quale appare in maniera inequivocabile che, al netto di qualche oscillazione statisticamente poco rilevante, ogni nuovo malato finora contagia almeno due persone. È il meccanismo di trasmissione del virus che dobbiamo riuscire in tutti i modi a interrompere”

E se è vero che un solo giorno di calo non basta per dire che la diffusione del virus si stia arrestando, venerdì 6 marzo è stato un giorno decisivo per capire l’andamento del virus e per avere una prima risposta sugli effetti delle misure adottate dopo che saranno passati i 14 giorni di incubazione dal Paziente Uno. Ebbene i contagiati sono stati 3.916.

“Riuscire a fermare il meccanismo di trasmissione del virus è oggi la sfida più importante del paese. Spezzare la catena del contagio richiede sacrifici che è necessario fare. Solo se ciascun cittadino farà la propria parte riusciremo a bloccare i contagi”, prosegue.

Un pensiero ribadito anche in un’intervista al Corriere. “Bisogna guardare ai numeri, il meccanismo di trasmissione del virus va interrotto”, dice senza sosta. Guardando i dati, la situazione non cambia: una persona ne infetta più di una. “È difficile fare previsioni, ma per tornare alla normalità quanto prima, bisogna fermare la corsa del virus adesso“, prosegue. E se le istituzioni cercano di fare al meglio la loro parte, gran parte della questione dipende da ciascuno di noi. Infine, conclude l’infettivologo: “Il mio è solo un richiamo da esperto. Consapevole che l’economia presto deve tornare a girare. Ma perché ciò sia possibile tutti noi, esperti e cittadini, dobbiamo remare nella stessa direzione. Con un po’ di pazienza”. 

Fonte: SkyTg24, Corriere

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