Sea Watch, l’equipaggio resta a bordo in quarantena: “Assurdo, fateci scendere”

L’appello lanciato da Gennaro Giudetti, mediatore dell’imbarcazione tedesca Sea Watch, per invitare le autorità a far scendere a terra l’equipaggio della nave, ancora in isolamento per precauzione circa l’emergenza Coronavirus. 

Erano 194 i migranti a bordo della Sea Watch, la nave tedesca sbarcata nel porto di Messina giovedì 27 febbraio. In piena emergenza da Coronavirus, per precauzione e per evitare eventuali contagi, le autorità hanno disposto un periodo di quarantena “a terra” per le persone soccorse, mentre l’equipaggio è rimasto a bordo, in isolamento. Dunque i 194 migranti sono stati fatti sbarcare, mentre sull’imbarcazione restano i soccorritori e i volontari della Ong.

“Siamo bloccati in mezzo al mare e non ci fanno scendere: una quarantena assurda e forzata”, ha raccontato Gennaro Giudetti, mediatore culturale della Sea Watch, in un’intervista a Tpi. “I migranti pensavano che queste precauzioni fossero per proteggerli dal Coronavirus che gira in Italia e non il contrario”, ha riferito. Sembra anche che la Sea Watch abbia messo a disposizione il proprio team di 5 medici. A tutti coloro a bordo viene misurata la temperatura tre volte al giorno, l’equipaggio è in salute e nessuna anomalia è stata riscontrata. Proprio per questo, sottolinea Giudetti, la quarantena sarebbe immotivata.

“Nel rispetto delle precauzioni sanitarie adottate riteniamo discriminatoria l’applicazione esclusiva della misura a navi Ong. Le navi commerciali infatti non ricevono lo stesso trattamento: gli equipaggi delle navi commerciali provenienti dalla Tunisia sono stati fatti tranquillamente sbarcare a Civitavecchia in questi giorni. Così per 14 giorni non possiamo salvare vite in mare“.

Dello stesso parere anche Giorgia Linardi, portavoce della Ong, che in un’intervista all’Adnkronos ha dichiarato: “La quarantena è una misura disastrosa da un punto di vista umanitario e sanitario“. Anche sul profilo Twitter della Ong, viene definita la quarantena come una “misura discriminatoria rivolta esclusivamente alle navi di soccorso”.

A spingere verso l’isolamento, al contrario, è stato Nello Musumeci, Presidente della Regione Sicilia, che aveva evidenziato il rischio di contagi chiedendo, in misura precauzionale, l’isolamento. Tuttavia, la sua richiesta è stata considerata come un provvedimento discriminatorio nei confronti dei naufraghi.

Fonte: Tpi, Twitter Sea Watch, Adnkronos, Tg2000

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