“C’è un incompetente alla Farnesina, si dimetta”

Mentre aumenta vertiginosamente la crisi tra Iran e Stati Uniti, il Governo del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte tace e resta alla porta. Eppure, come spiega la giornalista, avremmo bisogno di un Ministro degli Esteri che dia peso alla posizione italiana. 

 

Non sappiamo bene quale sia la posizione italiana sulla crescente tensione tra Iran e Stati Uniti. Nemmeno oggi, dopo che nella notte di ieri il Governo di Teheran ha avviato l’operazione “Soleimani Martire”, bombardando due basi Usa che si trovano in Iraq. Come racconta Repubblica, il contingente italiano di istanza nel Paese dell’ex dittatore Saddam Hussein, che partecipa alla coalizione anti Daesh a guida statunitense ed è insediato a ridosso della zona dell’aeroporto di Erbil, si è radunato in un’area di sicurezza, dove vige tutt’ora l’allerta rossa. Ma se è vero, com’è vero, che una delle 8 potenze mondiali non può stare certo a guardare, non si spiega il silenzio del capo della Farnesina Luigi Di Maio sui recenti avvenimenti. A ribadirlo con ancora più forza è stata la giornalista, e conduttrice di “Mezz’ora” su Rai Tre, Lucia Annunziata in un editoriale pubblicato su HuffingtonPost. La notizia, diramata dalla stessa amministrazione Trump, della telefonata del Segretario di Stato Mike Pompeo a vari Paesi alleati, per spiegare i motivi del blitz che hanno portato all’uccisione del generale iraniano Quasem Soleimani, ha dato conferma del ruolo marginale, volendo usare un eufemismo, del nostro Paese sulla crisi. Scrive Annunziata: “L’esclusione di Pompeo è uno smacco per l’Italia, ci piaccia o meno. Luigi Di Maio, a sua volta, in questi primi suoi tre mesi non può vantare grandi contributi”. Poi l’affondo: “Il capo politico dei 5 Stelle non è preparato per la Farnesina, che del resto, come ben si sa, è stata richiesta per lui dal M5S per ‘rafforzare’ il suo ruolo politico. Di Maio non ha avuto nè il tempo, nè forse la vocazione, per specializzarsi. Se questo fosse un Paese normale, e il nostro fosse un Governo efficiente, oggi discuteremmo delle dimissioni del Ministro degli Esteri”.

Non si è fatta attendere la risposta dei vertici grillini, come scrive Il Giornale. In un post pubblicato sul “Blog delle Stelle”, il M5S racconta la sua versione dei fatti: “Pompeo non ha chiamato Di Maio perchè ha ritenuto opportuno dialogare solo con i membri dei Paesi del Consiglio di Sicurezza dell’Onu”. Mentre alla giornalista Annunziata: “Mancano le più elementari basi di politica internazionale. Cercasi vera giornalista per discutere della questione”. In realtà, la versione grillina non convince del tutto. Risulta certamente chiaro il perchè Donald Trump e i suoi siano in contatto con l’Onu. Ma il punto politico, nostrano, non è questo. Innanzitutto gli States avrebbero dovuto contattare tutti i Paesi che hanno dei contingenti stanziati in Iraq, per avvertirli dell’imminente pericolo. In secondo luogo, se anche così fosse, non si capisce perchè l’Italia non faccia sentire la sua voce, sottolineando che aspetta di essere interpellata. Una possibile guerra potrebbe avere effetti devastanti su tanti fronti. Anche quello dell’immigrazione. E il Paese considerato il primo approdo oltre il Mediterraneo per l’Europa dovrebbe, quantomeno, rilevare il pericolo. Dopo essere stato in silenzio sulla risoluzione della Turchia per l’invio di truppe di Libia, Luigi Di Maio subisce l’ennesimo smacco. Ma, questa volta, potrebbe costarci veramente caro.

 

Fonte: Repubblica, Il Giornale, HuffingtonPost

 

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