Prescrizione, la riforma rischia di far saltare il banco del Governo

I dem, dopo aver fatto passare la Riforma, cercano di correre ai ripari. Maggioranza spaccata, mentre la modifica della prescrizione per i processi penali entrerà in vigore il prossimo 1 gennaio 2020.

Orlando prova a bloccare la Riforma Bonafede: "Presenteremo una modifica" - Leggilo.org

Il Partito Democratico prepara una modifica, da inserire nella Riforma della Giustizia voluta dal Ministro Alfonso Bonafede, sulla tanto discussa prescrizione. Ad annunciarlo il responsabile Giustizia dem, nonchè ex Guardasigilli, Andrea Orlando, che ha organizzato una conferenza stampa, racconta l’Adnkronos. Si tratta di un provvedimento che riscrive le regole in corsa. Già perchè le norme contenute nella Riforma, che prevedono un cambiamento non da poco nell’ambito della procedura penale, sono state già approvate nella notte del 23 dicembre scorso. Nonostante l’appoggio del partito guidato da Nicola Zingaretti, si erano già palesati i primi malumori all’interno dell’Esecutivo. Italia Viva aveva votato a favore di una mozione, presentata dal deputato di Forza Italia Enrico Costa, che chiedeva il “congelamento” della Riforma di almeno un anno, in attesa delle verifiche sugli impatti che avrebbe avuto nei processi la depenalizzazione della prescrizione dopo il primo grado. L’obiettivo di Forza Italia è reintrodurre la prescrizione e per questo ha redatto una proposta di legge che l’8 gennaio arriverà in Commissione Giustizia. La proposta Costa, responsabile giustizia di Forza Italia, sottolinea il Fatto Quotidiano,  è un ddl che punta a cancellare del tutto la riforma Bonafede.

Il 7 gennaio, data in cui si terrà il prossimo vertice di Maggioranza in tema Giustizia, Orlando metterà sul tavolo la proposta dei dem. Va ricordato, che per effetto del voto del 23 dicembre, la Riforma Bonafede entrerà in vigore a tutti gli effetti il prossimo 1 gennaio. Ma c’è scetticismo da parte dei vertici del Movimento 5 Stelle sulla posizione del Partito Democratico, che rischia di incrinare il già fragile rapporto tra gli alleati di Governo. Fin da subito risultava chiaro che il voto fosse una prova sulla tenuta della Maggioranza, e non su una Riforma che sembra scontentare tutti, dall’Associazione Nazionale Avvocati Italiani alla Magistratura.

A metà del prossimo mese i testo sarà in aula e Ettore Rosato, esponente di Italia Viva, ribadisce l’intenzione dei renziani di votare l’azzeramento della riforma Bonafede “se non ci saranno novità rilevanti“. Per Italia Viva quella di Bonafede sulla prescrizione è una “riforma sciagurata“. Maria Elena Boschi, capogruppo alla Camera di Italia Viva si è espressa in maniera inequivocabile: “Non si abbreviano i processi e si lasciano i cittadini nel limbo. Da avvocato sono sconvolta, da cittadina amareggiata per questa forma di populismo giudiziario. Se Conte ha una soluzione accettabile e credibile, saremo lieti di condividerla. Altrimenti voteremo la proposta Costa”. Al vertice di maggioranza previsto per il 7 gennaio il premier dovrà presentarsi con una soluzione concreta e non potrà rimandare i correttivi in grado di bilanciare l’entrata in vigore della legge voluta dal M5s. Se il premier rimanesse in mezzo al guado Matteo Renzi voterà con Berlusconi.

E Giuseppe Conte, che prima di assumere l’incarico della guida del Governo, in quel caso giallo-verde, era docente di Diritto presso l’Università di Firenze,  tace. Serpeggia il sospetto tra i grillini, che i dem e gli uomini di Matteo Renzi si siano accordati su da farsi. In cosa consistono tali modifiche? Come rivela Repubblica, tali provvedimenti si rifanno ad una norma presentata, e poi approvata, durante il Governo di Paolo Gentiloni, ovvero quando proprio Andrea Orlando guidava il Ministero di Giustizia. L’idea è quella di sospendere la prescrizione per due anni in appello e per un anno in Cassazione, aggiungendo un anno se serve. In tutto tre anni e sei mesi, a differenza dell’attuale Riforma Bonafede che prevede la decadenza della prescrizione dopo il primo grado. Ma i dubbi di costituzionalità per questa soluzione non sono pochi, visto che la Carta considera gli imputati innocenti sino al terzo grado e quindi servirebbe una sentenza della Cassazione passata in giudicato. Il Governo è dunque alla ricerca di un equilibrio che possa garantire la certezza della pena con tempi adeguati per un processo penale. Ed è facile intuire che le critiche mosse da numerosi giuristi abbiamo in qualche modo spinto un parte dell’Esecutivo a rivedere la Riforma. Sta di fatto, che il terreno scivoloso della Giustizia, su cui numerose Maggioranze sono finite per spaccarsi, sarà il nuovo campo di battaglia tra dem e grillini.

Come spiega Alessandro Di Matteo dalle colonne de La Stampa, il Pd spera di dialogare con i grillini in Cdm, senza dovere passare dall’Aula, dove l’appoggio ci sarebbe, ma delle opposizioni, decretando di fatto un rovesciamento degli equilibri della Maggioranza. Ed è uno scenario non improbabile: Forza Italia, cerca di ingolosire i democratici. Dichiara infatti Enrico Costa: “Se venisse presentato un emendamento alla proposta di Forza Italia contenente questo testo del PD, lo voteremmo in un minuto”. Sulla stessa lunghezza d’onda Massimiliano Frediga, Presidente del Friuli di sponda leghista, che aggiunge: “Non è normale tenere appeso un cittadino per sempre a un processo, non è normale pensare di risolvere il problema togliendo la prescrizione”. Il presidente dell’Unione Camere penali, Gian Domenico Caiazza, rincara la dose: “Al di là del merito della questione il punto è che sfugge il senso dell’operazione politica. Non abbiamo capito da quale maggioranza il PD pensa che debba essere sostenuta questa proposta”.
Il Segretario PD Nicola Zingaretti cerca una sponda nell’alleato di Governo: “Il Partito democratico è per una giustizia al servizio dei cittadini, per tempi certi nei processi nei quali i colpevoli vengano condannati, agli innocenti venga riconosciuta l’innocenza e nei quali le imprese, che hanno contenziosi, possano contare su esiti rapidi”. Il Ministro Alfonso Bonafede valuta il da farsi, sa che dalla sua parte ha il Presidente del Consiglio Conte, ma la parte si gioca sul filo del rasoio.

 

Fonte: Adnkronos, Repubblica, La Stampa

Impostazioni privacy