Ponte Morandi, ora Matteo Renzi si oppone alla revoca delle concessioni ai Benetton

La battaglia su Autostrade Spa rischia di mandare in frantumi la recente, e delicata, intesa trovata dai partiti di Governo.

Conte e Di Maio preparano la revoca della concessioni ad Autostrada Spa, "no" di Italia Viva - Leggilo.org

Ennesima spaccatura nella Maggioranza del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. A non allinearsi agli alleati di Governo, ancora una volta, è Italia Viva. Il partito fondato dall’ex Premier Matteo Renzi si dissocia dal provvedimento varato nella serata del 21 dicembre in Consiglio dei Ministri, in materia di concessioni autostradali che verrà inserito nel Decreto Milleproroghe. A scatenare l’ira dei renziani è stato l’articolo 33, che regola gli interventi statali per la revoca delle concessioni. Italia Viva ha richiesto che venisse messo addirittura a verbale il suo “no” alla proposta caldeggiata dal Movimento 5 Stelle. Luigi Di Maio e soci infatti, aveva annunciato l’intenzione di approvare un tale provvedimento fin dalla tragedia del Ponte Morandi di Genova. Matteo Renzi è intervenuto sulla questione, come riporta l’agenzia Adnkronos, facendo venire a galla tutte le contraddizioni del Governo sul tema: “Se qualcuno vuole revocare la concessione ad Autostrade per la vicenda del Ponte Morandi si presenti in Parlamento con un disegno di legge. Il Parlamento è sovrano: si discuterà e la maggioranza deciderà. Ma utilizzare il Milleproroghe aprendo un potenziale caos normativo e facendo crollare la fiducia degli investitori esteri sull’Italia è roba da azzeccagarbugli di provincia. Torniamo all’Abc: nel milleproroghe ci vanno le proroghe, non le brillanti intuizioni di qualche demagogo”. Gli fa eco Davide Faraone, capogruppo in Senato di Iv: “‘Verba volant, scripta manent. L’abbiamo messo a verbale in Cdm: Italia Viva non voterà mai norme che violano il diritto e minacciano gli investimenti e norme che sono in palese conflitto di interessi. Vale per le concessioni, vale per la Casaleggio”.

All’attacco del Governo il deputato e responsabile nazionale trasporti leghista Edoardo Rixi: “Il governo, in consiglio dei ministri, si spacca sulle concessioni autostradali: si prospettano profili di incostituzionalità sull’art.33 del Milleproroghe con conseguenze enormi sulla manutenzione delle autostrade, investimenti su nuove infrastrutture, Gronda in primis, e sicurezza degli automobilisti, a partire dalla realizzazione delle terze corsie e dalla messa a norma delle gallerie. Per non parlare delle migliaia di posti di lavoro a rischio e al collasso di Anas, che, oggi, com’è strutturata, non sarebbe in grado di sostenere il peso concessorio di migliaia di chilometri di autostrade”. Dura presa di posizione contro l’Esecutivo arriva anche dal Presidente Aiscat, l’Associazione Italiana Società Concessionarie Autostrade e Trafori, Fabrizio Palenzona, che ai microfoni di Giornale Rai svela tutto il suo pessimismo sul provvedimento: “Il governo non è capace di trovare una soluzione e cerca una scorciatoia, ma così distrugge un intero settore. Mi sembra veramente un salto nel buio, dannoso non tanto per le concessionarie, per le quali è comunque devastante ma soprattutto per il sistema paese. Se c’è una trattativa da fare con un concessionario si faccia, ma siccome non si è capaci di trovare una soluzione, si cerca la scorciatoia della legge e si distrugge un settore. A mio parere un decreto del genere non reggerà ma farà solo guai per i concessionari e guai per il sistema Italia, per la credibilità e per gli investitori internazionali e per migliaia di risparmiatori che hanno investito in borsa nelle società autostradali. La revoca della concessione ad Aspi e’ possibile ma il tema è che non si vuole aspettare una decisione che accerti se ci sono le colpe. E’ successo un fatto gravissimo, chi è colpevole deve essere perseguito ma finora non c’è la pistola fumante. E per punire i colpevoli si distruggono interi settori produttivi del paese. Mi domando chi verrà più a investire in Italia. Noi cercheremo di fare presente quale danno gravissimo che solo la pubblicazione del decreto provocherà nei mercati. Parleremo col Parlamento che questo provvedimento non entri in vigore perché il danno sarebbe irreversibile non solo per i concessionari ma per gli investitori”.

Altlantia crolla a Piazza Affari

E si sono visti i primi effetti dei movimenti del Governo Conte: il titolo di Atlantia, di proprietà dei Benetton che controlla Autostrade Spa, è crollato a Piazza Affari di -4%. Come spiega Repubblica, la holding si prepara a reagire. Le perdite in Borsa di stamane si possono collegare ad alcuni articoli del provvedimento che andrà a regolare le concessioni autostradali. Gli investitori, in particolare, temono l’articolo che prevede che: “Il concessionario a cui sia stata tolta la concessione per inadempienza debba risarcire i danni derivati dal suo inadempimento e che tale cifra venga scalata dal rimborso che gli spetta”. Come spiega lo stesso quotidiano romano, volendo applicare tale articolo, il Governo potrebbe, sulla vicenda del Ponte Morandi, non solo revocare la concessione ma chiedere i danni degli inadempimenti, ovvero dei mancati controlli di sicurezza effettuati. In cambio la società verrà rimborsata della revoca della concessione con il ‘solo’ pagamento delle opere che ha realizzato – al netto di quanto ha già ammortizzato con l’incasso dei pedaggi. In più, tali provvedimenti, saranno inseriti: “di diritto nei contratti e nelle concessioni autostradali, anche in quelli già in corso”. In tale frangente, ad esempio, a subentrare ad Autostrade Spa, sarebbe l’Anas.

 

Fonte: Adnkronos, Repubblica

 

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