A Roma si apre a Casapound, ma da Bologna arriva lo stop. “Sardine” in confusione, mentre si preparano alla grande manifestazione di Piazza San Giovanni.
Neanche un mese di vita e l’organigramma interno del movimento delle “Sardine” ha iniziato a scricchiolare. Ecco perchè, i fondatori di Bologna, hanno deciso di correre ai ripari. Come spiega HuffingtonPost, il giorno dopo la grande manifestazione indetta a Piazza San Giovanni a Roma per sabato 14, nella Capitale si riuniranno tutti i referenti territoriali per provare a dare al movimento una struttura ed un organizzazione che possano tenere il passo con le sempre più adesioni che stanno ricevendo in queste settimane. Può sembrare una contraddizione, visto che Mattia Santori, portavoce e volto nei media del movimento, ha sempre dichiarato di non voler trasformare le “Sardine” in un partito e che è la spontaneità e la diversità della piazza la loro vera forza. Ma sanno anche bene che, specie in questi ultimi giorni, sono molti i partiti politici che hanno cercato di intestarsi le piazze piene, soprattutto a sinistra. I sondaggi hanno registrato un forte interesse degli italiani nei loro confronti, e che più del 7% vorrebbe votare una lista nazionale. Tanto da far ripetere, come un mantra, a Santori: “Ci attaccano perchè facciamo paura”. Cifre importanti, appetibili per quei partiti di centrosinistra in crisi di numeri, sia di voti che di partecipazione. I primi screzi si sono registrati a Piazza Castello a Torino, dove nella piazza si sono incontrati i “SiTav” e il movimento “NoTav”. Ma ancora più risonanza ha avuto l’apertura, per qualche ora, delle “Sardine” ai partiti di estrema destra.
Le “Sardine” romane aprono a Casapound, poi ritirano tutto
Nella giornata di ieri, infatti, Stephen Ogongo, giornalista 45enne fondatore del movimento “Cara Italia” che si occupa degli stranieri senza cittadinanza che vivono nel nostro Paese, dalle colonne de Il Fatto Quotidiano aveva lanciato una bomba: “Per me, almeno per ora, chiunque vuol scendere in piazza è il benvenuto. Che sia di sinistra, di Forza Italia o di CasaPound. Ai paletti penseremo dopo. Per ora è ammesso chiunque, pure uno di CasaPound va benissimo. Basta che in piazza scenda come una Sardina”. A stretto giro era arrivata la risposta di Simone Di Stefano, uno dei leader di Casapound: “Perché no? Andiamo in piazza con le sardine anche noi e impostiamo con loro un dialogo frizzante. Siamo contenti dell’invito. Di certo non canteremo ‘Bella Ciao’ né siamo a favore dello ius soli come Ogongo, anzi siamo fortemente contrari. Ma se le sardine sono davvero aperte alle idee, noi abbiamo tante proposte su temi sociali come la casa, il lavoro, i salari”.
Le reazioni roventi scatenate sui social dalle “Sardine” della prima ora hanno costretto i promotori del movimento di Bologna ad intervenire. Prima con un comunicato che ha cercato di gettare acqua sul fuoco, ma che ha finito per rendere ancora più ambigua la posizione di Mattia Santori e soci: “Sappiamo che piazza San Giovanni fa gola a molti. Ribadiamo che l’invito è rivolto a chi crede che il linguaggio politico di una certa destra abbia passato il segno”. Con troppi a richiedere una condanna ferma delle parole di Ogongo e con l’imminente manifestazione convocata a Torino, ma soprattutto con il grande evento di Piazza San Giovanni all’orizzonte, il comitato di Bologna, che detiene il marchio delle “Sardine” è intervenuto in maniera più decisa ed energica: “Le sardine sono antifasciste. Ogongo ha commesso un’ingenuità ma il concetto di apertura delle piazze è stato travisato e strumentalizzato”. A fine giornata, da Roma, arrivano le parole dello stesso giornalista keniota che cerca di salvare il salvabile: ” In queste ore sono stato travolto da un’ondata mediatica che rischia di rovinare ingiustamente settimane di partecipazione in tutte le piazza italiane. Qualcuno sta provando a utilizzare titoli di giornale per affermare che anche CasaPound sarà in piazza. Ma noi saremo in piazza per dire basta a chi, come CasaPound, da anni inonda di odio e di violenza il dibattito pubblico e la vita politica del nostro paese. La mia risposta è stata travisata”.
Fonte: Il Fatto Quotidiano, HuffingtonPost