Discussione sul Fondo Salva Stati, 60 parlamentari abbandonano Conte

Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte è andato alla Camera per riferire riguardo la riforma del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità. “Presidente, fossi in lei mi preoccuperei, mentre lei parlava mancavano 60 parlamentari della sua maggioranza”- E’ stata questa la frase rivolta al premier, pronunciata da Matteo Salvini, che forse fotografa più di altre le obiettive difficoltà del premier Conte.

Conte riferisce alla Camera - Leggilo.Org

Il Mes è l’argomento che più sta facendo discutere nelle ultime due settimane. Solo venerdì 27 novembre – riferisce Huffington Post – il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in audizione al Senato, aveva chiaramente detto che ormai i giochi erano chiusi, che non si poteva più riaprire una trattativa sul testo della riforma perché il presidente del Consiglio aveva già sottoscritto tutto. Salvo poi rimangiarsi le sue stesse parole dopo aver visto il polverone alzato non solo tra i partiti all’opposizione ma anche tra gli alleati Cinque Stelle. Il Presidente del Consiglio torna a dire che nulla è stato deciso, posizione che smentisce quanto affermato solo pochi giorni prima dal Dem Gualtieri che pure era in Senato a riferire per conto del premier. Dunque come stanno le cose? Per il momento nessuna certezza. Se la riforma del Mes venisse approvata il fondo che dovrebbe servire per salvare gli Stati da eventuali crisi economiche potrebbe diventare un fondo salva banche. E qualora i paesi si trovassero nella condizione di dover chiedere l’accesso al fondo salva Stati, sarebbero costretti ad accettare un piano di riforme rigidissimo imposto dall’UE.

Nel suo intervento alla Camera riguardo la riforma del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità il Presidente del Consiglio giura che il trattato non è ancora stato firmato e non lesina critiche nei confronti dei leader avversari. Il premier non ha mai smesso di leggere attentamente un discorso accuratamente preparato. Anche gli attacchi sembravano straordinariamente misurati e studiati a tavolino. E se fino alla scorsa settimana l’oggetto preferito dei suoi attacchi era l’ex Ministro dell’Interno Matteo Salvini, ora il bersaglio è cambiato e la sua mira si è spostata verso Giorga Meloni. “Sono stupito non tanto da Matteo Salvini che, pur di diffamarmi direbbe qualunque cosa e non ha mai studiato un dossier. Sono stupito dal comportamento di Giorgia Meloni. Lei ha diffuso informazioni palesemente false e allarmistiche. Che hanno spaventato migliaia di risparmiatori”. Parole secche e dure quelle pronunciate dal Presidente del Consiglio Giuseppe Conte.

La leader di Fratelli d’Italia, dal canto suo – riferisce l’Ansa – ha replicato:“Se non ci fossero di mezzo i soldi degli italiani, sarebbe pure divertente ascoltare le sue pagliacciate”. E ha proseguito:” O il testo è emendabile o, come ha riferito il Ministro Gualtieri venerdì scorso, ormai è tutto fatto. Mettetevi d’accordo e smettetela di prenderci in giro”. E mentre Giorgia Meloni dibatteva con il Presidente del Consiglio, lo stesso Ministro Gualtieri ha pensato bene di alzarsi e abbandonare l’aula. La leader di FDI Giorgia Meloni è stata da subito una delle voci più combattive sulla questione Mes: “Il 9 dicembre protesteremo in piazza a Bruxelles. Non si gioca con i soldi degli italiani e l’Italia non è disposta a rinunciare alla propria sovranità”

Il segretario leghista Matteo Salvini riferisce Fanpage  rivolgendosi agli ex alleati Cinque Stelle si è limitato a commentare: “A giugno erano d’accordo con noi, abbiamo sottoscritto insieme il documento. Se ora hanno cambiato idea va bene, siamo in democrazia. ma almeno lo dicano chiaramente invece di continuare con questi giochetti”. Il segretario della Lega non ha lesinato critiche al premier.”O ha mentito Conte o ha mentito Gualtieri. Non è possibile che a distanza di 3 giorni uno dica che è già tutto fatto mentre l’altro sostenga che nulla è stato deciso. Io non studio? Non mi preoccupo delle sue offese ma delle sue bugie. Si vergogni!”.

Il Mes e il ritorno di fiamma tra Lega e Cinque Stelle

La Lega, a differenza di quanto sostenuto da Conte, lo scorso giugno, aveva chiesto che il premier non approvasse alcuna riforma che andasse nella direzione opposta rispetto a quanto concordato al momento della stesura della bozza. Documento sottoscritto anche dai grillini, come riportato su Blog delle StelleE c’è chi vocifera che proprio il Mes possa mettere nuovamente d’accordo Cinque Stelle e Lega. Voci, tuttavia, per il momento smentite dal Ministro degli Esteri Luigi Di Maio e dal Ministro della Giustizia Alfonso Bonafede, i quali, hanno dichiarato: “La Lega sta strumentalizzando tutto come al solito. Noi cercheremo di restare uniti. Sia chiaro: non vogliamo stritolare gli italiani sotto il peso dell’austerity”. Ma se la riforma del Mes venisse approvata in quattro e quattr’otto, come vorrebbero i Dem  e Italia Viva, l’austerity diventerebbe almeno possibile. E potrebbe essere una prova di resistenza troppo dura, anche per il giallorossi.

Fonte: Ansa, Fanpage, Huffington Post, Il Blog delle Stelle

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