Fondo Salva Stati, il Ministro Gualtieri:”I giochi sono fatti, non si può più cambiare”

Solo la settimana scorsa il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte aveva assicurato che sulla riforma del Mes, il Meccanismo europeo di stabilità, era ancora tutto da decidere. ma il 27 novembre il Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri, in audizione al Senato, ha comunicato che ormai i giochi sono fatti e non si può riaprire la trattativa sul testo della riforma.

riforma mes gualtieri

Sul Mes la questione è chiusa. La bozza di riforma è stata approvata lo scorso giugno, il testo è concordato e se chiedete se è possibile riaprire il negoziato vi dico chiaramente di no. Il testo del Trattato è chiuso”. Queste – riferisce Adnkronos – sono state le parole del Ministro dell’Economia Roberto Gualtieri che il 27 novembre ha riferito  alle Commissioni Finanze e politiche Ue al Senato in merito alla riforma del Meccanismo europeo di stabilità. Il Mes, nato nel 2012, è un fondo nel quale confluiscono i soldi degli Stati dell’eurozona. L’Italia, per importi versati, è il terzo contribuente dopo Francia e Germania. Questi fondi dovrebbero servire a salvare gli Stati in caso di crisi. Ma la riforma del Mes prevede che quegli stessi fondi possano essere utilizzati per salvare non solo gli Stati ma anche le banche. Inoltre viene svuotata di poteri la Commissione Parlamentare europea in favore di un organo tecnico. E, non da ultimo, la riforma imporrebbe a quei medesimi Stati che versano i soldi nel fondo del Mes, di accettare rigide restrizioni fiscali qualora, per ragioni di crisi economiche, dovessero aver bisogno di aiuto. Solo la scorsa settimana il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, per calmare le acque e tenere a bada le voci che trapelavano da Palazzo Chigi, aveva assicurato che non era ancora stato deciso nulla in merito al testo della riforma del Mes. Ma Gualtieri, al contrario, senza tanti giri di parole, ha fatto capire che ormai i giochi sono stati chiusi e il premier Conte ha già deciso cosa fare. Le parole del Ministro Gualtieri hanno sollevato un grande polverone tra i partiti dell’opposizione. “Il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte ha deciso tutto senza consultare il Parlamento. E’ gravissimo! Che Conte si cerchi un buon avvocato”. Così ha tuonato il senatore della Lega Claudio Borghi sul suo profilo Twitter.

Scenderemo in piazza a Bruxelles. Non ce ne staremo zitti! L’Italia non rinuncia alla sua sovranità”. Rincara la dose la leader di Fratelli d’Italia Giorgia Meloni. E prosegue:”Continuano a prendere in giro sia il Parlamento si il popolo italiano. prima ci dicono che su Mes è ancora tutto da definire e ora ci dicono che i giochi sono già fatti e non si può riaprire la trattativa. Conte ha pagato con il sangue degli italiani cambiali alla Francia e alla Germania, che servivano per mantenere il suo posto di presidente del Consiglio”. Ma le polemiche non arrivano solo dai banchi dell’opposizione. Anche i Cinque Stelle si sollevano. La settimana scorsa il leader pentastellato aveva dichiarato:“Noi siamo qui per risolvere i problemi degli italiani. Non possiamo ammazzarli con le tasse, insomma!”. Il Ministro dell’Economia Gualtieri, dal canto suo – come riferisce AGI – ha cercato di minimizzare:“Il testo non è mica firmato, perché scladarsi tanto? la mia valutazione che non ci sia reale spazio per emendamenti sostanziali è di natura politica e non giuridica. Le polemiche sono solo pretestuose.E comunque non possiao non ratificare la riforma del Mes voluta dall’Europa, sembreremmo un paese debole, faremmo una brutta figura”.

Ma se in Senato la situazione si è mantenuta, tutto sommato, pacifica, ben diverso è stato alla Camera. Qui – come riporta LaPresse – i deputati della Lega e quelli del PD sono quasi arrivati alle mani.  A scatenare le ire dei deputati del Carroccio è stato l’intervento del Dem Piero De Luca, il quale ha accusato gli avversari di essere stati complici del testo della riforma in quanto, quando la bozza fu approvata, essi erano al Governo insieme a Conte e ai Cinque Stelle. La medesima accusa era stata rivolta alla Lega dallo stesso Presidente del Consiglio Giuseppe Conte, il quale, per discolparsi da ogni responsabilità, aveva cercato di passare la palla ai “nuovi nemici”:“Ma cosa vuole Matteo Salvini? C’era anche lui a tutti i tavoli in cui discutevamo del Mes. Mi stupisco che ora le critiche provengano proprio dal suo partito”. Ma il leader della Lega non si era lasciato intimidire e aveva prontamente controbattuto: “Conte è il solito bugiardo. Certo che ravamo presenti ma per opporci alla riforma del Mes. Dica la verità una volta tanto”.

Fonte: AGI, Adnkronos, Lapresse, Claudio Borghi Twitter

Impostazioni privacy