Crisi dell’ex Ilva, il premier Conte: “Non so cosa fare”

Nell’incontro organizzato dai sindacati di confederazione presso gli stabilimenti dell’ex Ilva, il Presidente Giuseppe Conte ha garantito che il Governo troverà una soluzione alla crisi, anche se ha ammesso che, al momento, non esiste un vero e proprio piano.

Conte Mittal - Leggilo

 

Il Premier Giuseppe Conte si è recato a Taranto presso il consiglio di fabbrica per comunicare ai lavoratori l’esito dell’incontro a Palazzo Chigi con i vertici dell’ArcelorMittal. Gli operai dell’ex stabilimento Ilva, avevano già incontrato questo inizio settimana l’ad del colosso dell’acciaio, Lucia Morselli, che aveva comunicato le intenzioni dell’azienda di recedere il contratto stipulato nel novembre 2018 con lo Stato italiano. Il problema, come rivela Il Giornale, è che il Presidente del Consiglio si è recato nella città pugliese senza un piano o una strategia. I lavoratori hanno chiesto al Premier quali saranno le mosse dell’esecutivo e come hanno intenzione di respingere la richiesta dei 5mila esuberi da attuare già nei prossimi mesi.

Il Presidente Conte tuttavia, non sa come procedere. Il primo impasse è prettamente politico: una parte considerevole del Movimento 5 Stelle al Senato, guidato dall’ex Ministro per il Sud Barbara Lezzi, non accetterebbe mai di reintrodurre lo scudo penale o un provvedimento simile, fosse anche per far tornare l’ArcelorMittal sui suoi passi. Il secondo, meno evidente del primo, è che non ci si può fidare dell’azienda franco-indiana: anche se dovesse essere reinserito lo scudo, il colosso dell’acciaio potrebbe decidere di lasciare lo stesso Taranto. Il problema della Mittal in realtà sarebbe, secondo il Governo, il calo vertiginoso della produzione dovuto alle ingenti perdite dell’azienda nell’anno appena trascorso. A quel punto potrebbe essere tutto inutile, ma l’Esecutivo deve tenersi pronto anche questa evenienza, ed elaborare il da farsi.

Conte: “Questa situazione potrebbe essere un’opportunità”

Il Premier Conte ha dichiarato, in maniera probabilmente troppo ottimistica, che verrà trovata una soluzione in tempi brevi. Ammettendo però, che al momento: “Non ho lo soluzione in tasca”. L’unico piano che ora come ora potrebbe rattoppare il buco creato dallo stralcio dello scudo penale sembrerebbe la nazionalizzazione della produzione, come paventato anche dal Ministro dello Sviluppo Economico, Stefano Patuanelli. Una soluzione simile a quella che dovrebbe salvare Alitalia, ma che non piace a molti. Uno stabilimento così grande e con un così ampio indotto di lavoratori, quasi 15mila, richiederebbe un esborso oneroso per lo Stato e non è chiaro dove potrebbe reperire le risorse Conte. Il Premier ha cercato in ogni caso di rasserenare gli animi: “In questo momento il dato di fatto è che Mittal restituisce la fabbrica. Nei prossimi giorni vedremo come andrà, ma qualsiasi situazione potrà diventare anche un’opportunità”.

Reinserire lo scudo dovrebbe essere il prossimo passo obbligato 

Alla luce degli ultimi avvenimenti sembrerebbe che il primo tentativo di riaccordarsi con ArcelorMittal sia comunque quello di reinserire lo scudo penale. Non è chiaro come Conte voglia superare l’ostacolo del M5S al Senato. Intanto Italia Viva, respinge al mittente le accuse sulla cattiva gestione della crisi e auspica un’unione compatta della maggioranza su questo tema. Come, dichiara la senatrice Raffaella Paita del Partito Democraticoai microfoni de Il Fatto Quotidiano: “Se Mittal, come qualcuno dice, usa questo pretesto per nascondere un cambio di linea industriale, è saggio sgombrare subito il campo da questo alibi. La maggioranza dovrebbe trovare su questo un minimo comune denominatore. E anche la Lega, invece di sventolare striscioni dimenticando le proprie responsabilità nel Governo precedente dovrebbe collaborare ad una soluzione”.

Al momento, tuttavia il premier non ha nulla di concreto da contrapporre: sarebbe una disfatta il ridimensionamento del più importante polo siderurgico europeo e, allo stesso tempo il G non potrebbe il costo di ammortizzatori sociali pesantissimi come la cassa integrazione di massa. E, soprattutto, il premier Conte non ha un piano B. Secondo AGI il premier, dopo il vertice di giovedì sera a Palazzo Chigi, avrebbe riferito che ad ArcelorMittal “è stato messo di tutto, ma il passo indietro è già fatto e appare difficilmente reversibile“.  Lunedì a Roma è previsto un altro incontro tra il premier Conte e la famiglia Mittal, e potrebbe essere decisivo, anche per il Governo. Intanto i sondaggi parlando chiaro:secondo i dell’istituto Emg per la Rai, riportati di FanPage, le tre componenti del Centrodestra assicurerebbero alla coalizione una vittoria agevole, con percentuali complessive superiori al 50%.

Fonte: Il Giornale, Il Fatto Quotidiano, AGI, Fanpage

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