Calenda: “La politica di Renzi è vergognosa, sembra Mastella”

Carlo Calenda, leader di Siamo Europei, ex ministro ed ex esponente PD, ha attaccato il suo ex partito e Matteo Renzi sulla vicenda Ilva.

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È un pesante affondo quello che Carlo Calenda, leader di Siamo Europei, ex Ministro dello sviluppo economico ed esponente PD, da cui si era dimesso, ha voluto lanciare nei confronti del Partito democratico e di Matteo Renzi sul caso Ilva e sulla Legge di Bilancio. Calenda a L’aria che tira, in onda su La7, ha paragonato l’ex presidente del Consiglio a Clemente Mastella più che al presidente francese Emmanuel Macron definendo quello del senatore fiorentino un “percorso furbesco“. La critica di Calenda riguarda l’atteggiamento di Renzi e dei suoi sulla Legge di Bilancio, con un accordo prima raggiunto in Consiglio dei Ministri e subito dopo criticato sui media e sui social, evidentemente, per Calenda, al solo scopo di ottenere visibilità personale. Il commento dell’ex Ministro è lapidario: “Polemiche sulle tasse nella manovra da chi le ha approvate in CdM. Agenda dettata dal M5S. Così i riformisti scompariranno

Un’operazione politica, quella di Renzi, che Calenda critica su tutta la linea, ridimensionando la strategia del leader di Italia Viva con l’enunciazione di risultati, che sarebbero fallimentari:   “La destra dopo due mesi è più forte di sempre; l’IVA l’avrebbe levata qualsiasi Governo” dice Calenda, che incalza il senatore fiorentino così: “Passi le tue giornate a sparare sul Gov. che hai promosso ma se lo avessi fatto per la salvezza del paese non avresti fatto la scissione dopo giuramento ministri“.

Il leader di Siamo Europei sottolinea in particolare una scelta di Renzi che sarebbe l’emblema della “cattiva politica” ed è proprio quella riguardante il “doppio gioco” in atto con il Governo: “Potresti spiegare perché Italia Viva in CdM ha licenziato manovra e tasse e in riunione di maggioranza ha appoggiato la Castelli contro Gualtieri su tasse auto? Perché delle due l’una o avete gravi problemi di comunicazione interna o è una trappolona tesa al Governo per distinguervi“.

 

Ma un rimprovero non meno forte viene da Calenda, in  riferimento alla volontà da parte del Partito Democratico e Italia Viva di allinearsi alla scelta del M5s di togliere lo scudo penale al nuovo azionista di Ilva, Arcelor Mittal. Una decisione che, secondo l’ex ministro, potrebbe avere conseguenze molto gravi sul futuro dell’acciaieria. Il numero uno di Siamo Europei le spiega tutte in maniera molto dettagliata: “Questo è un messaggio per Matteo Renzi e Nicola Zingaretti e riguarda l’Ilva, la più grande fabbrica del Mezzogiorno d’Italia e la più grande acciaieria d’Europa. Hanno votato, avete votato insieme al M5s contraddicendo tutto quello che abbiamo fatto al governo. Avete votato contro una cosa che si chiama scudo penale“.

Calenda ha illustrato cosa significhi lo scudo penale per l’investitore di Ilva: “In realtà altro non è che la garanzia per l’investitore che se rispetta ogni singolo elemento previsto dalla legge del piano ambientale nei tempi del piano ambientale non può essere portato a giudizio per reati ambientali. Una norma che in nessun altro Paese sarebbe utile fare. E allora voglio farvi riflettere su questo: abbiamo lottato insieme per portare un investitore che complessivamente spende 4 miliardi e 200 milioni di euro dopo aver preso un miliardo e 200 milioni di euro per le bonifiche ai Riva“.

Il deputato europeo ha quindi messo in chiaro cosa voglia dire per Taranto l’accordo ottenuto con Arcelor Mittal: “Abbiamo la possibilità di fare l’acciaieria più pulita d’Europa che ha già la normativa più pulita di tutto il mondo. E tutto questo lo state mettendo in discussione perché dovete andare dietro ai 5 Stelle che non hanno fatto altro dal primo giorno che combinare un casino prima confermando lo scudo penale e adesso levando lo scudo penale“.

Per l’eurodeputato il venire meno dello scudo penale comporta il rischio che Arcelor Mittal lasci l’Ilva mandando a casa tutti i dipendenti: “State costruendo le premesse per far scappare un investitore o per ridurre Taranto a una mezza acciaieria mandando fuori 10mila persone. E non vi rendete conto cosa vorrà dire per l’Italia l’acciaio primario, cosa vorrà dire tutta l’industria italiana. Non ve ne rendete conto perché non avete mai lavorato un giorno fuori dalla politica. Non sapete cos’è l’economia, Non sapete cos’è una fabbrica, perché non sapete quant’è difficile mantenere, innovare, costruire una fabbrica. Non sapete che stabilità può dare una fabbrica ad una Regione. Non sapete cos’è e qual è la difficoltà oggi per tutta Europa di rilanciare la politica industriale“.

 

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L’ex Ministro dello sviluppo economico ha quindi usato parole durissime contro il PD e Renzi: “Mi vergogno, perché mi vergogno, di aver fatto parte di un partito e di aver lavorato con un presidente del Consiglio, parlo di Renzi, che si stanno rimangiando quello che abbiamo detto e che abbiamo fatto semplicemente per la ragione di avere uno strapuntino, questa è la realtà. E non so dirla in maniera più gentile. Potete, scusate l’espressione, cazzeggiare su quello che vi pare ma non sui posti di lavoro, non sulla fabbrica, non sul Mezzogiorno perché questo è davvero da irresponsabili“.

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Fonte: La7, Carlo Calenda Twitter, Carlo Calenda Facebook

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