Governo, stretta su Quota 100: si lascerà il lavoro più tardi

Il Governo con una stretta su Quota 100 intenderebbe ritardare l’uscita dal lavoro e in questo modo trovare le risorse per alzare, non di molto, le pensioni.

Quota Cento Governo - Leggilo

L’aveva consigliato al Governo con un lungo articolo sul Foglio: Quota Cento Cento è insostenibile, dice l’ex Ministro del Governo Monti Elsa Fornero, e dunque andrebbe abrogata: “Abolire la Quota 100 è il primo passo per una manovra di svolta – scrisse pochi giorni fa – È costosa, iniqua, non incoraggia l’occupazione, non aiuta le categorie deboli“. E l’esecutivo di Giuseppe Conte, anche se con discrezione, sembra avviato su quella strada. In questi giorni Governo e sindacati si stanno scontrando proprio sulle pensioni. Le rappresentanze chiedono un aumento degli assegni e a ragion veduta: a chi riceve 1.500 euro al mese infatti non viene rivalutata appieno la somma al costo della vita. Tutto questo significa che nel giro di tre anni tali pensionati potrebbero perdere fino a 500 euro di potere d’acquisto. E l’esecutivo a di Giuseppe Conte dice che vorrebbe mettere fine a tutto questo.

Peccato tuttavia che per fare ciò sulle pensioni il governo giallorosso voglia mettere le mani su Quota Cento smontando parte della riforma voluta da Matteo Salvini che consente di riuscire ad andare in pensione a 62 anni avendo versato 38 anni di contributi. Ebbene, il ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri, secondo il quale “abbiamo il conto del Papeete da pagare“, vorrebbe intervenire dando una stretta sulle finestre d’uscita, prolungando così i tempi per riuscire a lasciare il lavoro.

In tale maniera l’Esecutivo potrebbe recuperare risorse per aumentare gli assegni. Tutto questo, riferisce Il Giornale, si aggiungerebbe a quello già derivato per la minore richiesta degli ultimi mesi per l’addio al lavoro con Quota 100. Il Governo punterebbe dunque a recuperare tra i 500 e i 600 milioni di euro che verrebbero riservati ai pensionati. Secondo Il Messaggero, l’esecutivo potrebbe ritoccare le rivalutazioni riportando gli assegni ad un livello quasi pieno a coloro che non godono di esse, cioè i pensionati della fascia media. In alternativa la quattordicesima potrebbe essere estesa anche a chi riceve 1.500 euro, mensilità che al momento viene riconosciuta ai pensionati con un’età minima di 64 anni e un assegno di 1.000.

Su questa ipotesi, però, ci sarebbero dubbi rispetto alla sufficienza delle risorse. Esso infatti riguardare un altro milione di pensionati, quelli della fascia più bassa, oltre i 3,5 milioni che attualmente ricevono la quattordicesima. Il governo dovrà quindi provare una soluzione al problema prima dell’approvazione della manovra. L’unica certezza sembra esserci su coloro che ne pagheranno le conseguenze, qualunque sia la strada intrapresa:  saranno i lavoratori che, con Quota Cento azzoppata, dovranno restare molti mesi in più al lavoro.

Fonte: Il Giornale, Il Messaggero

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