Ecco come i Maphite si impadroniscono della cultura italiana: trovata la Bibbia Verde

Il più criptico dei cult nigeriani, quello dei Maphite, di certo non pecca di astuzia e fantasia. Stavolta ad essere tirati in ballo sono Mario Monti ed il Vaticano. Le informazioni preziose scoperte nella “Green Bible” -Bibbia Verde-della mafia nigeriana.

Maphite acronimo-Leggilo.Org

Nonostante [i nigeriani non sembra si siano integrati* -secondo i dati pubblicati dal Ministero del Lavoro- dal punto di vista culturale si avvicinano su più fronti alla storia del nostro Paese e coerentemente la sfruttano per poter camuffare le loro attività illecite. Stavolta però il tentativo di muoversi nell’ombra sembra essere fallito: lo statuto dei Maphite, un testo chiamato “Green Bible”, è stato intercettato nel suo viaggio dalla Nigeria al centro Italia. Il procuratore di Torino Paolo Borgna, alla luce di quanto svelato, dice:

“Il fenomeno va represso fino a quando è ancora rude, la Procura di Torino è stata la prima in Italia a contestare il 416-bis a un gruppo criminale nigeriano”.

In Italia i Maphite sono dislocati su tutta la penisola tricolore e suddivisi in quattro famiglie: la Famiglia Vaticana con nucleo operativo in Emilia Romagna, da cui “controlla” anche la Toscana e le Marche; la Famiglia Latino è attiva in Piemonte, Liguria e Lombardia; la Famiglia Roma Empire opera nella Capitale ed in tutto il Lazio, Campania, Abruzzo e Calabria; la Famiglia Light House Of Sicily, come deducibile dal nome, opera nelle nostre isole maggiori. Dalle informazioni rese note, pare che la Famiglia Vaticana sia l’unica tra quelle dei Maphite ad essere ufficialmente riconosciuta dal Supreme Maphite Council. Un po’ come l’acquisto di un dominio online, anche la Famiglia Vaticana ha versato una somma in Patria per farsi “riconoscere”. Detta in questi termini, il gioco di parole è davvero bizzarro e sconcertante.

Il nostro Papa, che tanto incoraggia l’apertura dei porti, non credo che avesse in mente questo tipo di integrazione culturale, e soprattutto non credo avesse in mente di diventare lo zimbello di chi fingendo miseria, ha calpestato il benedetto diritto di molte persone di avere una vita migliore. A livello nazionale vi è un unico capo, il Don nazionale ed un vice. Anche qui ritorna il collegamento con la mafia italiana: già immagino giovani violenti che pensano di venire in Italia dopo aver visto “Il Padrino”. In ogni famiglia c’è poi, un organo decisionale detto Don In Council (D.I.C., Consiglio dei Capi). Il Don è affiancato da sette collaboratori che mantengono la carica-specifica per attività illecita-per due anni: Jazibel-Rhaba, per la prostituzione; Mario Monti, per il trasferimento di denaro; Operation Sanyo-Sanyo, per le armi; Operation Canaland, per le estorsioni, Tyrus, per gli stupefacenti. In ogni regione, fatta esclusione per Piemonte e Lombardia è presente un Coordinator In Council (C.I.C., Consiglio dei Coordinatori) che in effetti è il braccio operativo del D.I.C., una vera e propria struttura di intelligence. Il D.I.C. a sua volta è supervisionato dal C.O.P (Consiglio dei Professori), composto da saggi guidati da un presidente- “Chairman”.

Ma, se potere temporale e potere spirituale da tempo sono giustamente separati- trovando concorde Dante nel De Monarchia- con la mafia nigeriana sono tornati a far capo ad un unico corpo. Infatti, oltre il riferimento allo Stato Vaticano, non poteva mancare un riferimento politico. Mario Monti è il nome che i Maphite hanno dato al boss responsabile della sezione deputata al trasferimento di denaro nel Maximo Academyc Performance Highly Intelectual Empire. Ora che i nomi sono stati svelati, chissà quali personalità di spicco del nostro Paese verranno inserite nei codici della mafia nigeriana.

Fonti:
DIA
Polizia Municipale di Torino
Ansa

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