Supreme Eiye- predatori con “nidi” in tutta Italia

La confraternita dei Supreme Eiye nasce nell’Università di Ibadan-nello Stato di Oyo (Nigeria), ed è il frutto di una scissione interna alla Black Axe. Con i Black Axe però continuano a mantenere un elemento di comunanza: i Vikings, provenienti dalla più primitiva delle consorterie, specializzati nel reclutamento presso i centri di accoglienza, sono loro acerrimi nemici.  

Cult Eye-leggilo.org

SEC è l’acronimo dei Supreme Eiye, ma sono anche noti come National Association of Air Lords o più semplicemente come Eiye.  Quest’ultima parola in dialetto yoruba significa “uccello”. Infatti, il simbolo con cui si identificano è un Akalamagbo, un volatile mitologico raffigurato su uno sfondo azzurro mentre cattura una preda, oppure un rapace che porta un cranio umano con gli artigli.

Fondata con l’intento di promuovere lo sviluppo e la cultura africana in contrapposizione alla politica del colonialismo imperiale, come le altre confraternite abbandonò presto i campus universitari e gli iniziali scopi a sfondo sociale per trasformarsi, sin dagli anni ‘70/’80 dello scorso secolo, in un’organizzazione segreta e criminale. Con i flussi migratori, i cosiddetti Pioneers (affiliati che avevano frequentato i college in Nigeria, ove erano stati “battezzati”) iniziarono a stabilirsi all’estero e a fare proselitismo, replicando, prima a livello locale e poi anche nazionale, riti, usanze e strutture gerarchiche proprie della confraternita”– si legge nel dossier della Direzione Investigativa antimafia.  

Diversi dagli altri cult

Una delle differenze principali fra Eiye ed altre confraternite della mafia nigeriana, è che i primi hanno una struttura gerarchica prevalentemente orizzontale, ed i loro nidi (nest) per quanto dislocati su tutta la nostra penisola, non necessariamente devono essere presenti in ogni città in cui operano. La “Dove”, cioè la “colomba”, è una spia dell’intelligence mafiosa che riferirsce all’Ibaka (il boss locale) il comportamento degli affiliati. L’Ibaka è parte di una struttura nazionale- Aviary (voliera)- rappresentata da un World Ibaka (O Ebaka), cioè un boss che detiene il potere esecutivo. Questa figura all’interno della confraternita gode di prestigio internazionale e mantiene i contatti con la Nigeria.  Ogni nido, dunque a livello locale, è gestito da un Flying Ibaka.

Le cariche presenti in ogni nido sono otto – riporta la CrProtezione Internazionale in un focus dedicato alla confraternita – e ognuna come altri cult, ha un ruolo definito. Oltre l’Ibaka e la Dove: l’ostrich  (lo struzzo) è  vice dell’Ibaka, e ne fa rispettare le direttive; il Nightingale (l’usignolo), anche noto come Engine Infantry, è una sorta di segretario durante le riunioni del consiglio degli Ibaka, e svolge compiti analoghi a quelli del nostro Ministro della Difesa; lEagle (l’aquila), è il capo dei picchiatori; il Woodpecker (il picchio) è  il tesoriere e raccoglie i contributi dei Nest per garantire la sopravvivenza economica del cult; il Parrot ( il pappagallo) riporta fedelmente ai Bird gli esiti delle riunioni dell’ESXO. Quest’ultima è l’assemblea generale di tutti i membri del nido o del gruppo direttivo, composto solo dagli otto ruoli appena citati.

Gli Eye come uno Stato

Delle volte, per il sovvertimento di norme a noi vicine nella quotidianità, sembra di parlare della regolamentazione in uno fra i tanti Stati del mondo. Ci sono addirittura sanzioni specifiche commisurate alla gravità della violazione di una legge interna, c’è un ricambio triennale nelle cariche e per chi commette i reati nel modo giusto- scrive Il Giornale – si può fare “carriera. Una particolarità che sembra simulare l’antica segretezza massonica, risiede nel fatto che i “bird”, cioè i componenti dei Nest, non possono pubblicizzare se non per necessità l’appartenenza alla cosca.  

Durante le riunioni indossano una sorta di divisa ufficiale composta da sciarpa e/o berretto azzurro, perché non dobbiamo dimenticarci che si sentono signori dell’aria e, nell’ombra, lo sono diventati da nord a sud, togliendoci a poco a poco il respiro.

Fonte: Dia, Cr Protezione Internazionale, Il Giornale

Impostazioni privacy