Migranti, il PD si scontra sull’accordo con la Libia per ridurre l’immigrazione

Matteo Orfini a Lampedusa per congratularsi con la comandante di Sea Watch che ha forzato il blocco navale. Intanto è scontro all’interno del PD sul documento redatto dalla deputata Lia Quartapelle riguardo l’accordo con la Libia per contenere il flusso di migranti verso l’Italia.

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Non sappiamo quello che succederà, e se le persone saranno sbarcate subito, o se la nave si limiterà ad entrare in porto. Ma il comandante e l’equipaggio devono sapere che non sono da soli. Saremo presenti anche per ringraziare, a nome del PD, Carola Rackete” – sono le parole rilasciate da Matteo Orfini a Fanpage dopo la decisione di Sea Watch che stamane ha disatteso le istruzioni del Governo ed è entrata in acque italiane – “Il nostro scopo non è quello di fare passerelle né show – ha proseguito Orfini –  Salire su una nave è una scelta molto delicata, che deve essere concordata con il capitano. Salendo a bordo puoi rompere degli equilibri, non si può rischiare di creare aspettative in persone già provate da un forte stress fisico e psichico. Io mi sono esposto fin dal primo giorno, e da subito ho detto che il ‘no allo sbarco’ è un provvedimento disumano“. Matteo Orfini parla a nome del PD ma in queste ore la sua è una posizione da dissidente, anche all’interno del partito.

Come riportato da Agi, mentre un’ampia rappresentanza del PD  è a Lampedusa per sostenere i migranti della Sea Watch, si verifica un’ampia spaccatura al proprio interno per la proroga delle missioni internazionali, un accordo sottoposto al voto della Camera. Il punto più controverso all’interno del Partito Democratico è quello riguardante le intese con la Libia per contenere il flusso dei migranti verso l’Italia. Un accordo che sarebbe sulla falsariga della politica avviata da Paolo Gentiloni e Marco Minniti, che troverebbe favorevole oltre M5s e Lega, anche PD  e Forza Italia.

Ad opporsi e a voler proporre una risoluzione contraria sono sei deputati dem assieme a Liberi e Uguali e Radicali. Un documento voluto fortemente dall’ex presidente PD, Matteo Orfini, che già nelle precedenti settimane aveva auspicato una posizione differente da parte del proprio partito, oltre che una discussione con il segretario Nicola Zingaretti: “Gli accordi con la Libia vanno stracciati – ha affermato Orfini – E’ un paese in guerra, è illegale prorogare le intese, in palese violazione dei diritti umani”.

Un affondo ribadito in maniera ancor più netta contro la risoluzione appoggiata dalla maggior parte del PD l’ha espressa lo stesso Orfini  in un messaggio pubblicato sulla propria pagina Facebook: “Il sostegno alla cosiddetta guardia costiera libica per la gestione dei flussi migratori è per me invotabile. Gli accordi vanno cassati – ha esordito l’ex presidente dem – La Libia è un paese in guerra e rimandarci chi dalla guerra scappa è illegale. Oltre che disumano”.

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“Nel Pd ci sono su questo idee diverse – ha ammesso – Secondo alcuni, nonostante oggi in quel paese sia scoppiata una guerra, vanno difesi a oltranza. Una posizione per me incomprensibile e proprio per questo avrei voluto discuterla, per capirne le motivazioni. Dico avrei voluto perché purtroppo una riunione su questo non è mai stata convocata”.

Secondo Orfini non è possibile voltare la testa di fronte alla presenza di lager in Libia e spiega perché la risoluzione ufficiale del PD, a firma Marco Minniti e Lia Quartapelle, è pessima, suo dire: “Una risoluzione in cui sostanzialmente si dice che quegli accordi vanno bene, ma bisogna avere garanzie che le motovedette non vengano usate per fare la guerra e che i diritti umani vengano rispettati. Come se tutto il resto andasse bene – questa l’accusa da parte di Orfini al resto del suo partito – Non so chi l’abbia discussa e dove. Immagino che il segretario Zingaretti ne sia stato informato e che questa sia la linea della segreteria. Ma so che per me è invotabile. Perché continuare a fingere di non vedere i lager, le torture, le morti nel Mediterraneo davvero non si può”.

Il documento voluto da Orfini chiede di eliminare gli accordi con la Libia ed è stato sottoscritto anche dal numero uno della Sinistra -Leu Nicola Fratoianni, da Erasmo Palazzotto, Laura Boldrini, in polemica con il Governo sul caso Sea Watch, Luca Pastorino, Roberto Speranza di Articolo 1, dal radicale Riccardo Magi e i colleghi di partito Gennaro Migliore, Giuditta Pini, Luca Rizzo Nervo, Fausto Raciti, Enza Bruno Bossio. Questa risoluzione afferma che dal 2011 ad “oggi, in Libia, gli sfollati interni che non possono tornare alle proprie case sono circa 193.600, circa 57.600 sono i rifugiati e richiedenti asilo attualmente registrati presso l’Unhcr in Libia – questi i numeri riportati dal documento  dei dissidenti– a Tripoli sono quasi 94.000 gli sfollati a causa del conflitto in corso dallo scorso 4 aprile mentre l’Organizzazione mondiale della Sanità ha precisato che i combattimenti hanno causato finora 653 morti, tra cui 41 civili e 3.547 feriti, tra cui 126 civili”.

“L’Unhcr – afferma la risoluzione – stima che oltre il 48% degli sfollati sia composto da bambini con meno di 18 anni; l’attuale condizione libica ha contribuito ad aggravare la situazione migratoria in particolare per quanto riguarda le condizioni di permanenza dei migranti e dei rifugiati nei centri di detenzione sommando alla ferocia del trattamento dei migranti ampiamente documentata i rischi oggettivi di uno stato di guerra”.

Raccontato  Dire, la posizione del gruppo di Orfini non è condivisa da Lia Quartapelle che con Marco Minniti ha redatto il documento ufficiale PD. “Il PD- ha dichiarato la deputata – chiede che l’Italia si assuma le sue responsabilità verso un paese che da solo non può cavarsela. Spiace che Orfini e gli altri colleghi non condividano questo punto di vista e trovo singolare che firmino una risoluzione alternativa con altri gruppi parlamentari senza averne discusso con chi ha lavorato nel merito sul provvedimento”.

Quartapelle ha infine sottolineato: “Leggo che il Pd sarebbe spaccato perché 6 deputati su 111 hanno firmato un testo sulle missioni internazionali e specificatamente sulla Libia diverso quello già votato in commissione dal Partito Democratico. Il testo del PD dice una cosa molto semplice: abbandonare la Libia, votando contro le missioni internazionali in quel paese, vuole dire destabilizzarla”.

Fonte: Agi, Dire

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