Scandalo nomine in Magistratura: Luca Lotti si sospende dal PD, ma resta

Luca Lotti ha deciso di autosospendersi dal PD. Il suo nome è legato allo scandalo delle toghe scoppiato in seguito al caso di Luca Palamara e che ha visto coinvolti diversi esponenti del mondo della Magistratura e politico.

Luca Lotti autosospende dal PD - Leggilo

Quello che coinvolge la Magistratura in questi giorni è un vero e proprio scandalo. Il caso Palamara ha tirato in ballo diversi esponenti, legati al giro di pressioni, corruzione e nomine pilotate, e nel mezzo è finito anche Luca Lotti, parlamentare del PD. Ti comunico la mia autosospensione dal Pd fino a quando questa vicenda non sarà chiarita. Lo faccio non perchè qualche moralista senza morale oggi ha chiesto un mio passo indietro. No. Lo faccio per il rispetto e l’affetto che provo verso gli iscritti del Pd, cui voglio bene e perchè voglio dimostrare loro di non avere niente da nascondere e nessuna paura di attendere la verità”, scrive su Facebook annunciando la sua decisione di mollare la posizione al segretario dei dem Nicola Zingaretti.

In particolare, Lotti è accusato, riporta Il Sole 24 ore, di aver operato all’ombra del Consiglio Superiore della Magistratura, influendo sulle nomine e sulle decisioni della Quinta Commissione, che delibera gli incarichi direttivi. Sarebbe stato pronto a screditare Magistrati scomodi, anche creando falsi dossier; o ad inviare messaggi intimidatori, come quello rivolto a David Ermini, Presidente del Csm.  Accuse dalle quali Lotti si difende: “La verità è una sola e l’ho spiegata ieri: non ho fatto pressioni, non ho influito nel mio processo, non ho realizzato dossier contro i magistrati, non ho il potere di nominare alcun magistrato. Chi dice il contrario mente”. E ancora: “Quanti miei colleghi, durante l’azione del nostro Governo e dopo, si sono occupati delle carriere dei magistrati? Davvero si vuol far credere che la nomina dei capiufficio dipenda da un parlamentare semplice e non da un complicato quanto discutibile gioco di correnti della magistratura? Davvero si vuol far credere che la soluzione a migliaia di nomine sia presa nel dopo cena di una serata di maggio? Davvero si vuol prendere a schiaffi la realtà in nome dell’ideologia, dell’invidia, dell’ipocrisia?

Sembra che diversi esponenti dem, in attesa di ulteriori chiarimenti della faccenda, ne abbiano chiesto nei giorni scorsi le dimissioni. “Spero che il Pd sia in grado di fare una discussione vera e onesta. Io sono innocente. E spero di cuore che lo sia anche chi mi accusa di tutto, senza conoscere niente. Apprendo oggi dai quotidiani che la mia vicenda imbarazzerebbe i vertici del PD – prosegue – Il responsabile legale del partito mi chiede esplicitamente di andarmene per aver incontrato alcuni magistrati e fa quasi sorridere che tale richiesta arrivi da un senatore di lungo corso già coinvolto – a cominciare da una celebre seduta spiritica – in pagine buie della storia istituzionale del nostro Paese”. Insomma, lo scandalo delle toghe si allarga a macchia d’olio e neanche il PD può dirsi illeso.

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Fonte: Sole 24Ore, Facebook Luca Lotti

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