“Mia madre non si è suicidata, riceveva molestie sul posto di lavoro”

Emanuela Saccardi è scomparsa il 23 aprile. Da quel giorno, non si hanno più notizie della donna che quella mattina era uscita per recarsi al supermercato dove lavorava, a Piacenza. Le indagini degli inquirenti proseguono, ma le piste aperte sono molte. Omicidio? Suicidio? Allontanamento volontario? Secondo la figlia, sua madre aveva ricevuto diverse avances sul posto di lavoro e potrebbe essere stata vittima di stalking.

Emanuela Saccardi stalking - Leggilo

E’ passato più di un mese, ormai, dalla scomparsa di Emanuela Saccardi. 47 anni, la donna è sparita nel nulla la mattina del 23 aprile e da allora nessuno ha più sue notizie. Del caso se n’è occupata anche la trasmissione Chi l’ha visto. Madre di una ragazza di vent’anni e di un adolescente di 14, Emanuela lavorava come cassiera in un supermercato di Piacenza e abitava con la sua famiglia a Podenzano, un piccolo paese poco distante, tra i fiumi di Trebbia e Nure. Un posto raccolto, piccolo, immerso nella pianura emiliana. Circa novemila abitanti, tutti conoscono tutto, la gente è nota, e la vita è scandita da ritmi standard, abitudinari. Niente caos, un posto sereno e tranquillo. Eppure, quella mattina qualcosa è accaduto e ha sconvolto la comunità.

Secondo le ricostruzioni, Emanuela ha salutato Mauro Gatti, suo marito, quella mattina. Poi ha lasciato i figli a casa della nonna, un quarto d’ora dopo. Sarebbe dovuta recarsi al supermercato “Il Gigante”, di Piacenza. Ma lì non è mai arrivata. A dare l’allarme, sono stati i colleghi della cassiera che, insospettiti per il ritardo, hanno chiamato Alessia, la figlia, chiedendo spiegazioni su dove fosse la madre. Passa qualche ora, e il marito decide di denunciare la scomparsa. Intanto, di Emanuela, non c’è traccia. Il suo cellulare risulta spento. La sua auto, una Toyota Yaris bianca, viene ritrovata parcheggiata in modo geometrico e preciso in via del Pontiere, una strada opposta alla direzione del posto di lavoro. Nel bagagliaio, i documenti e la borsetta.

“Mia madre parcheggiava sempre a caso, non curava mai le manovre del parcheggio”, ha detto la figlia Alessia certa che l’autovettura sia stata parcheggiata da qualcun altro. I familiari escludono l’ipotesi di un allontanamento volontario. “Escludiamo che mia madre possa essersi allontanata volontariamente. Al supermercato dove mamma lavorava, alcuni clienti le avevano fatto delle avances che lei non gradiva”, continua la ragazza. Forse Emanuela è stata vittima di uno stalking? Ad aumentare i dubbi e le perplessità dei Carabinieri della Procura di Piacenza, un video di alcune telecamere di videosorveglianza. Nelle immagini si vede una donna – vestita in modo compatibile all’abbigliamento che Emanuela indossava al momento della scomparsa –  camminare sul ponte del fiume Pò, all’altezza di piazza Milano. Felpa con cappuccio e un ombrello in mano. Per gli inquirenti, si tratta di un suicidio.

Una pista rigettata dai familiari, secondo cui non c’erano motivi che avrebbero spinto Emanuela a compiere un gesto così estremo. Tra l’altro, i fondali del Pò sono stati ispezionati da sommozzatori, cani molecolari e diversi uomini di associazioni di volontariato. Ma di Emanuela non c’è traccia. Ciò che ci si augura, è che la sua scomparsa non porti al ritrovamento di un cadavere, così come era accaduto per Roberta Ragusa. Al contempo, le ipotesi di un allontanamento volontario sembrano avere poco fondamento.  

Fonte: Rai

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