Sea Watch, la Procura fa sbarcare i migranti: “Decidiamo noi”

La Sea Watch, ferma da giorni al largo di Lampedusa, è stata sequestrata dalla Guardia di Finanza e quindi deciso lo sbarco dei 47 migranti a bordo.

Sea Watch, il Procuratore di Agrigento autorizza lo sbarco - Leggilo

Sulla vicenda della Sea Watich – la nave della ong tedesca da due giorni bloccata al largo di Lampedusa con a bordo 47 migranti .- sono intervenuti in maniera risolutiva i pm di Agrigento. Nella sera di domenica due motovedette della Guardia di Finanza hanno notificato al comandante  i decreti di sequestro e perquisizione firmati dal procuratore aggiunto Salvatore Vella. Ma con la notifica del sequesto è avvenuto il via libera alla sbarco dei migranti, come riportato dall’Ansa.

La mossa decisiva per far avvenire lo sbarco dei migranti l’ha effettuata dal comandante della nave, Arturo Centore. Questi ha comunicato a Guardia Costiera e Guardia di Finanza che se non avesse ricevuto un’autorizzazione allo sbarco entro le ore 21, si sarebbe diretto verso il porto ugualmente. La portavoce di Sea Watch Giorgia Linardi ha dichiarato: “I naufraghi hanno chiesto di indossare i giubbetti salvagente e hanno detto di volersi buttare in acqua per disperazione. Le condizioni a bordo sono peggiorate a livello di stress e tensione e il comandante ha dovuto tenerne conto”.

La Guardia di Finanza sale sulla Sea Watch

È stato a quel punto che la Guardia di Finanza ha scelto di salire sulla nave, come fecero alcuni parlamentari dell’opposizione poi multati, per effettuare il sequestro dell’imbarcazione. Linardi ha quindi commentato così questa iniziativa: “La nave è a disposizione degli inquirenti che hanno disposto un sequestro probatorio per verificare se c’è un reato da contestare. Ancora una volta si è dimostrato che i porti dell’Italia non sono chiusi”.

Quando i 47 migranti toccano terra una nota firmata dal procuratore di Agrigento Luigi Patronaggio spiega il motivo della scelta da parte degli inquirenti: “Il sequestro probatorio è stato eseguito per violazione dell’articolo 12 del Testo unico sull’immigrazione ponendo la nave a disposizione di questa procura che ne ha disposto, previo sbarco dei migranti, il trasferimento sotto scorta nel porto di Licata. Le indagini proseguiranno sia per l’individuazione degli eventuali trafficanti di esseri umani coinvolti sia per la valutazione della condotta della Ong”. Il Ministro ha replicato sottolineando il trascorsi tra lui ed il procuratore di Agrigento: “E’ quello che mi ha indagato per sequestro di persona. Se li farà sbarcare, ne prenderò atto e valuteremo nei suoi confronti il favoreggiamento dell’immigrazione clandestina”.

Il vicepremier ha repicato in queste ore anche all’Alto Commissariato per i Diritti Umani dell’Onu il quale, attraverso una missiva inviata agli organi di stampa, ha duramente contestao le norme contenute in un decreto sicurezza bis di prossima attuazione: “Un organismo internazionale che costa miliardi di euro ai contribuenti, che ha come membri la Corea del Nord e la Turchia, regimi totalitari, e viene a fare la morale sui diritti umani all’Italia, a Salvini, per il decreto sicurezza”. Il Ministro poche ore dopo la missiva dell’Alto Commossiario si vedeva sbarcare i migranti della nave che avrebbe voluto fermare e ha domandato polemicamente: “la difesa dei confini nazionali e l’ingresso in Italia di un gruppo di sconosciuti dev’essere una decisione della politica espressione della volontà popolare o di magistrati e Ong straniere? La vicenda Sea Watch3 conferma una volta di più l’urgenza di approvare il decreto sicurezza bis già nel Consiglio dei ministri di domani per rafforzare gli strumenti del governo per combattere i trafficanti di uomini e chi fa affari con loro”.

Fonte: Ansa

 

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