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Manuel “Urlavano a me e alla mia ragazza: ‘figlio di…’ e mi hanno sparato”

Manuel Bortuzzo, il ragazzo rimasto paralizzato dopo la sparatoria nel quartiere Axa, a sud di Roma, ora è pronto per la riabilitazione. 

Ogni giorno Manuel Bortuzzo continua a stupire. La sua vita è stata stravolta la sera del 2 febbraio, quando si trovava con la fidanzatina in un quartiere del sud di Roma. Improvvisamente, tre spari lo hanno colpito. Due malviventi hanno sbagliato bersaglio, e così, all’improvviso, la sua vita non è stata più la stessa. Il ragazzo, nuotatore con il sogno delle Olimpiadi, ha perso l’uso delle gambe. Ma non si è perso d’animo ed è pronto a fare di tutto pur di tornare in acqua.

Pochi giorni fa, il diciannovenne ha lasciato il reparto di terapia intensiva dell’Ospedale San Camillo di Roma e ha raggiunto la Fondazione Santa Lucia, per iniziare la neuro-riabilitazione presso il centro spinale. “Ciao a tutti ragazzi, eccomi qua. Come potete vedere sto sempre meglio”, queste le sue parole in un videomessaggio pubblicato sul sito della Federnuoto e sulla pagina Facebook “TutticonManuel”, sorta proprio a sostegno del ragazzo. “Sono appena arrivato in quel che sarà il mio nuovo campo da combattimento”, dice Manuel col sorriso sulle labbra.

Deciso più che mai a non arrendersi a una diagnosi che non lascia speranze – lesione midollare completa e irreversibile – la giovane scommessa del nuoto italiano darà tutto quello che ha per tornare alla vita normale il prima possibile. “Sono contento, sto bene. Ringrazio medici ed infermieri mi hanno dato una mano non solo fisica, ma anche morale non da poco; così come tutta la squadra della Federazione italiana nuoto, che ha contribuito a rendere questo mio percorso migliore”.  

Tanti i messaggi di supporto arrivati dal pubblico social e dagli atleti del nuoto. Dal nuotatore Filippo Magnini, alla tuffatrice Tania Cagnotto, all’atleta paraolimpica Bebe Vio. Ultimo, il messaggio di Gennaro Gattuso, del Milan, che lo ha definito “un vero e proprio esempio per i giovani”. 

Non dimentica Manuel, né la sua famiglia. “Ho sentito il motorino arrivare, urlavano verso di me e la mia ragazza. Mi hanno detto: ‘figlio di…’ e poi mi hanno sparato. Mi hanno urlato contro come se ce l’avessero con me. Dopo lo sparo sono rimasto stupito, mi sono chiesto: ma cosa è successo?”. Queste le sue parole a Bruno Vespa al Tg1. Una tragedia che lo ha costretto a ripartire da zero, a rimettersi in gioco per non arrendersi a un destino che gli ha voltato le spalle. La vita ricomincia. Forse non sarà la stessa. Ma la luce del sole, forse, potrà scacciare via tutte le ombre.

Chiara Feleppa

Fonti: Facebook TutticonManuel, Tg1

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Chiara Feleppa

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