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Lorenzo e Daniel: un grido di esultanza e le risate dopo aver colpito Manuel

Ha ragione Mario Giordano: hanno saparato, hanno riso. E saranno presto liberi.

Manuel Bortuzzo, dal 3 febbraio scorso non pò più muovere le game. Un gesto elemantare, in apparenza, essenziale, gli sarè precluso per sempre, se la Scienza non farà velocemente quei passi a lui preclusi.

Hanno esploso tre colpi. Non uno, tre. Poi hanno riso, esultato, come fossero a festa. E sono fuggiti via. Hanno fatto questo Lorenzo Martinelli e Daniel Bazzano, i due che hanno sparato al giovane Manuel Bortuzzo, per sbaglio. Un testimone – una donna che girava in auto con l’amica – ha riferito di averli sentiti ridere e dire: “Ci prendiamo tutta la piazza, è nostra“. Intanto, Manuel, giovane promessa del nuoto, non potrà camminare mai più, né nuotare mai più. Una lesione irreversibile del midollo spinale è stata la diagnosi che ne hanno fatto i medici. Una diagnosi secca, senza possibilità di ritorno e che lascia poche, pochissime speranze.

A premere il grilletto è stato Marinelli, come hanno riferito i legali. Bazzano, alla guida, sostiene invece di non sapere neanche che l’amico avesse con sé una pistola. I due hanno raccontato di una discussione nata ad un pub, poco prima. Avevano nascosto la pistola nel terreno circostante al locale, poi l’hanno ripresa durante l’inseguimento. Intanto, agli inquirenti restano molti punti oscuri da chiarire. Marinelli è il nipote del boss Stefano, morto a gennaio 2017 in carcere, legato con il potente clan di camorra degli Iovine e dei Guarnera, che controllano i traffici di Acilia. Per questo, all’accusa di tentato omicidio volontario aggravato dalla premeditazione, ora si potrebbe aggiungere l’aggravante mafiosa, come riportato da Il Mattino.

Manuel, dal letto di ospedale dov’è ricoverato, il San Camillo di Roma, ha riconosciuto i volti di chi gli ha sparato mentre era con la fidanzatina in via Menandro, nel quartiere Axa a sud di Roma: “Sono loro, questi due uomini mi hanno sparato. Non li avevo mai visti prima”. Poi, il ragazzo, cosciente delle sue condizioni, ha domandato: “Ma perché mi hanno sparato?”. Si vorrebbe poter rispondere in modo diverso, al ragazzo, e invece, l’unica risposta che gli si può dare è che è stato colpito per sbaglio. Rimasto paralizzato, per sbaglio. Per uno scambio di persona. Proprio come il colpo partito per sbaglio dalla pistola di Antonio Ciontoli e che è costata la vita al ventenne Marco Vannini.

Intanto, papà Franco, non ci sta alle scuse che gli sono arrivate da parte dei due ragazzi: “Quei due ora vogliono chiedere scusa ma potevano costituirsi subito, adesso non è possibile pensare al perdono, sono imbarazzato soprattutto per cosa dicono: “è stato un errore”, non è stato uno sbaglio, invece, prendere un’arma e andare a sparare ad un ragazzo”.

Chiara Feleppa

Fonti: La Verità, Il Mattino

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Chiara Feleppa

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