“Salvini ha rovinato anche Sanremo. Fuori la politica dal festival”

Il Mondo rovesciato. Qualcuno dica al senatore Matteo Renzi come sono andate le cose tra Claudio Baglioni e Matteo Salvini perchè, stando alle sue dichiarazioni non sembra abbia capito granchè: “Attaccare Baglioni e Sanremo dimostra che hanno perso il senso del limite – dice l’ex premier, uno che crede di avercelo, il senso del limite – Salvini, anziché stare buono e zitto, ha attaccato Baglioni perchè gli serve avere un nemico, questa è l’Italia incattivita, attaccare qualcuno e sempre – spiega il senatore del PD, come riportato da Adnkronos -. Datti una calmata e lascia che gli italiani possano godersi Sanremo: fuori la politica da Sanremo! – sottolinea ancora Renzi e non si accorge che proprio questa è stata la critica mossa a Claudio Baglioni, no a Salvini – Al Bano sì se va al Viminale e Baglioni no? Abbiamo perso lucidità. – dice ancora Renzi, e qui ha ragione – C’è libertà di espressione. Giù le mani da Sanremo, l’Italia dei cattivi non avrà la meglio“. Qualcuno spieghi a Renzi che il Ministro non ha attaccato Baglioni, ma ha risposto con una battuta “canta che ti passa” alla sortita pseudo poltica del cantante romano. Non una considerazione en passant, ma un comizio in peina regola, impostato, sofferto e, a conti fatti, premeditato. Non ci vengano a raccontare il contrario. Ma con Renzi siamo sempre in “zona Daisy“:vede pestaggi e cattiverie ovunque, quando potrebbe guardarsi allo specchio ed accontentarsi nel vedere l’eterno ragazzo che è ed è rimasto, a giudicare degli argomenti che usa e a dispetto degli anni che passano.

Cosa ha detto Claudio Baglioni tra i fiori di Sanremo? “Se non fosse drammatica la situazione di oggi, ci sarebbe da ridere – ma l’espressione del cantante è sembrata tutt’altro che lieve – Ci sono milioni di persone in movimento, non si può pensare di risolvere il problema evitando lo sbarco di 40-50 persone, siamo un po’ alla farsa. Non credo che un dirigente politico di oggi abbia la capacità di risolvere il problema, ma almeno serve la verità di dire: è un grave problema, dobbiamo tutti metterci nella condizione di risolverlo“. Infine, come riportato dall’Ansa: “Credo che le misure prese dall’attuale governo, come da quelli precedenti, non siano assolutamente all’altezza della situazione. Ormai è una grana grossa: se la questione fosse stata presa in considerazione anni fa, non si sarebbe arrivati a questo punto. Il Paese è terribilmente disarmonico, confuso, cieco quasi nella direzione da prendere“.

Parole scandite con lentezza, in un clima quasi funereo. Triste in volto, capelli ormai bianchi, abito grigio. E quelle parole. E’ stato qunindi il cantante a toccare altri argomenti – e chiaramente politici. Qualcuno provi a farlo capire a Matteo Renzi.

Nicola Zingaretti, per esempio, lo ha capito. E per come si è infognato in una polemica superflua si capisce che ormai è predestinato a diventare il Segretario del PD, Partito delle dichiarazioni velleitarie e inutili. Un partito che da trent’anni si inventa nemici per di distogliere dal problema del lavoro, riguardo al quale ha gettato la spugna il secolo scorso. Zingaretti segue la tradizione e anche lui perde un minuto del suo prezioso tempo per dire nulla. Così, il presidente della Regione Lazio ha commentato su Facebook: ‘‘Claudio Baglioni ha il diritto di parlare. La storia che racconta è vera, la cultura deve descrivere l’Italia e la nostra società, con i suoi problemi e le sue aspirazioni. Un abbraccio a Claudio Baglioni, grandissimo artista Italiano #Sanremo2019’

Anche l’hastag. Ma che figo questo Zingaretti, è uno che ha capito i tempi in cui vive. “Baglioni ha diritto di parlare…” dice, anche lui afflitto dalla bambinite della Sinistra. Sì, Baglioni ha diiritto di parlare – e forse avrebbe il dovere di chiedere cachet meno sropositati – peccato non lo abbia fatto in un contesto appropriato. Un dettaglio che attiene anche al buon gusto. E sconcerta ancora una volta la scelta, da parte della Sinistra, di seguire la scia, acritcamente, senza provare a scegliere le polemiche di rilievo dalle stupidaggini. Proviamo ad immaginare Berlinguer parlare di Claudio Baglioni e di Sanremo. Impossibile,

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Maurizio Costanzo ha commentato da uomo di spettacolo:  “Le polemiche presanremesi? – afferma – Niente di nuovo sotto il sole. Cosa sarebbe il festival senza le polemiche. Ma non c’è da agitarsi perché si tratta sempre di polemiche-lampo che muoiono sull’ultima nota del brano vincitore. Anzi chi organizza il festival deve essere felice quando scoppia il caso, perché comunque vada crea attenzione sul Festival. Negli ultimi anni era diventato fin troppo un Festival per educande“. Costanzo ha aggiunto: “Personalmente penso che Baglioni possa dire quello che gli pare. Ma bisogna essere consapevoli che il tema dei migranti è molto divisivo. C’è molta tensione sull’argomento. E forse la conferenza stampa del Festival non era la sede adatta per affrontarlo“. Un’osservazione, quella del giornalista, che forse rivela un pensiero non espresso ma presente: Baglioni ha consapevolmente creato il caso.

Non molto dissimile, come riportato da Today, il commento di Giancarlo Magalli. “Un presentatore può commentare l’attività politica? Un presentatore ha il diritto di avere delle opinioni come chiunque altro ma deve avere anche la delicatezza di esprimerle nei luoghi e nei momenti giusti” che ha osservato “Forse la conferenza stampa del Festival di Sanremo non è il momento giusto per una dichiarazione politica, io non lo farei, ecco. Però è legittimo, giusto e doveroso avere delle opinioni”.

Claudio Baglioni è mio amico – dichiara ha osservato Tony RenisHo grande stima di lui, però le affermazioni sui migranti sotto i riflettori del Festival le avrei evitate“.

Non meno critico è stato Adriano Aragozzini, patron del Festival dal 1989 al 1991 e produttore esecutivo nel 1992 e 1993: “Claudio Baglioni è un grande artista universale. Lui può avere qualsiasi idea politica ma quando tu hai un incarico importante come quello di direttore artistico su una tv pubblica non ti puoi permettere di fare dichiarazioni come quelle che lui ha fatto sui migranti e il governo. Fossi stato il suo manager gli avrei consigliato di evitare di sfruttare i riflettori del Festival, che è per antonomasia l’evento che unisce gli italiani, per dire la sua su un tema che divide l’Italia“.

Fonti: Ansa, Adnkronos, Facebook Nicola Zingaretti, Today

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