Il PD vuole aumentare gli stipendi ai parlamentari, il M5S taglia i vitalizi

Approvato il taglio dei vitalizi ai consiglieri regionali dopo un accordo raggiunto tra Stato e Regioni che porterà ad un risparmio di 150milioni in 5 anni. Soddisfatto Luigi Di Maio. 

Di Maio e Salvini, altra spallata ai vitalizi - Leggilo

Niente privilegi. Il M5S vince una battaglia che portava avanti da tempo. Infatti, il taglio dei vitalizi ai consiglieri regionali è ora un dato di fatto, non più soltanto un sogno dei pentastellati e del Vicepremier Luigi di Maio. La decisione è arrivata dopo un accordo trovato in conferenza tra Stato e Regioni che hanno stabilito che, da questo momento, anche ai regionali sarà applicato il metodo contributivo per tutti gli assegni, diretti, indiretti e di reversibilità, come riportato da Askanews. In sostanza, si riceve quanto si viene versato. Il provvedimento porterà ad un risparmio di 150 milioni di euro in 5 anni e si stima che entro la fine di maggio le Regioni approveranno le leggi per applicare il taglio. Riccardo Fraccaro, Ministro per i Rapporti con il Parlamento, si è detto entusiasta: “Con quest’accodo saniamo una situazione inaccettabile applicando finalmente a tutti i politici le stesse norme che valgono per i cittadini”, ha dichiarato. “È stata raggiunta l’intesa. Si mette fine a benefici odiosi ormai anacronistici”, ha annunciato invece il Ministro per le Autonomie Erika Stefani al termine della conferenza Stato-Regioni.

Ma chi brinda ed esulta, più di tutti, è sicuramente il Vicepremier Di Maio, che dopo l’approvazione del Reddito di cittadinanza può dirsi felice di aver portato a casa un altro traguardo. Il Ministro del lavoro ha definito questa una giornata storica, come riportato da LaPresse: “Ringrazio le Regioni per aver compreso la necessità di dare un segnale diverso. Il cambiamento c’è e lo stiamo vedendo, ma la strada è ancora lunga. Quello odierno è un altro passo avanti. Non ci fermiamo”. Anche Matteo Salvini ha così commentato: “Taglio di sprechi e privilegi, con la Lega si passa dalle parole ai fatti. Ne sono orgoglioso!”, dichiara. Si è espresso positivamente anche il Presidente della Regione Emilia-Romagna e della conferenza delle Regioni, Stefano Bonaccini, uno dei primi consiglieri regionali a rinunciare al vitalizio e ad impegnarsi per la riduzione agli ex consiglieri. “In Emilia-Romagna abbiamo aperto la strada a livello nazionale, abolendoli anni fa per i neo eletti. Per questa ragione in Emilia-Romagna non cambia di fatto nulla, in termini di risparmio: è già da molti anni che qui la politica è più sobria”.

Il taglio dei vitalizi ai parlamentari

Un testo frutto di mediazione tra Governo e Regioni, una misura che è solo l’ultimo punto di un disegno di risparmio globale, cominciato mesi fa con l’approvazione della delibera sul taglio dei vitalizi ai parlamentari. 1.338 ex deputati, dal 2 gennaio, hanno visto infatti ridursi gli importi dei vitalizi insieme agli ex senatori, circa 1.300. Un risparmio complessivo per Camera e Senato di circa 280 milioni a legislatura. Facendo due calcoli, essendo 2.700 i vitalizi erogati agli ex parlamentari, per un importo totale di circa 200 milioni di euro, sommando la cifra relativa alla Camera con quella del Senato si ottiene un risparmio di circa 56 milioni all’anno.

Per quanto tempo abbiamo aspettato che questi privilegi venissero cancellati! Ora ci siamo!”, scriveva allora Luigi Di Maio esultando dell’abbandono dei vitalizi. Si disse contento anche l’attuale Presidente della Camera Roberto Fico: “Questo palazzo deve costare meno e deve anche essere efficiente. Il mio impegno per il risparmio è centrale, allo stesso tempo però occorrono investimenti sulla qualità per far funzionare al meglio un’istituzione fondamentale per la democrazia del nostro Paese. Sui risparmi comunque non ci fermeremo qui”, disse Fico.

Detto fatto, nessuno sembra essersi fermato. Saranno meno felici degli altri, in questo momento, il PD e Luigi Zanda. Da quel lato, invece, si sostiene l’aumento: il nuovo tesoriere del PD, infatti, ha da qualche giorno depositato in Senato una proposta di legge per equiparare i compensi dei parlamentari a quelli degli eurodeputati, che potrebbero così guadagnare tra 16mila e 19mila euro.

Fonti: Askanews, La Presse

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