Primi nati in Italia del 2019, inversione di tendenza: sono italiani, figli di italiani

E’ ancora una partita aperta quella per aggiudicarsi il titolo del primo nato del 2019. Per ora, in testa, Michele Lario, venuto alla luce con un parto spontaneo dopo appena un secondo dallo scoccare della mezzanotte all’ospedale San Carlo di Potenza. Il bimbo pesa 4 chili ed è lungo 50 centimetri. Felicità per i due genitori, Laura e Antonio e per il medico Luigi Fasolino, salernitano, che si dice «soddisfatto di lavorare in un’azienda ospedaliera come quella potentina. E’ stato un momento davvero speciale per tutti noi», ha detto. Primato da contendere con Italo, venuto al mondo all’ospedale San Filippo Neri, Roma, pochi secondi dopo mezzanotte. Pesa 4.8 chili ma i genitori del piccolo sono dello Sri Lanka. Non sarebbe stato lui quindi il primo bambino di origine italiana a vedere la luce. 50 secondi dopo la mezzanotte, sempre a Roma, ha salutato il grembo della madre Giulia il piccolo Tancredi, di soli 3 chili, mentre nel salernitano è stata una femminuccia, Francesca Andrea, di tre chili e mezzo, ad aggiudicarsi il primato, quattro minuti dopo, all’ospedale Martiri di Villa Malta di Sarno. A Bologna, è nato invece Samuele Pasini, pesa due chili e 790 grammi ed è lungo 46 centimetri. E’ nato 32 minuti dopo lo scoccare della mezzanotte. La famiglia, composta da Antonietta Pellicano, 32 anni, Riccardo Pasini, 36 anni, e il piccolo Roberto, quasi 4 anni, ha trascorso un piacevole Capodanno, coronato dal primo pianto del loro secondogenito. Ci sono poi Andrea e Fabio, fratellini baresi nati al Policlinico Gemelli, in realtà in giorni diversi e addirittura in anni differenti. Andrea è infatti nato alle 23 e 59 del 31 dicembre 2018 e Fabio alle 00 e 01 del 1 gennaio 2019, quindi un minuto dopo, come riportato da Il Corriere della Sera.

L’Unicef aveva prospettato per la notte di Capodanno la nascita di circa 395.072 bambini, di cui più di 1000 in Italia. Nelle isole Fiji, il fuso orario ha visto il primo nato del 2019, mentre l’ultimo è negli Usa. Tra i nomi italiani più gettonati ci sono stati Lorenzo, Sofia, Aurora, Leonardo, Alessandro. Molte le nascite italiane quest’anno, a differenza del 2018 che invece vide la nascita di moltissimi bimbi in Italia di origine straniera: moldava, filippina, egiziana, macedone, venuti al mondo poco dopo la mezzanotte o nella notte di Capodanno. I primi nati del 2018 sono stati Bianca e Lucas, a Roma: la prima è figlia di genitori di origine moldava; il secondo di genitori di origine filippina. Hadega, egiziano, era stato invece il primo bambino del 2018 nato a Torino, mentre il piccolo Dariel Cauto De la Cruz, domenicano, nacque a La Spezia. Poi Amar, nato a Pordenone, figlio di genitori macedoni, e Gosten, nigeriano, venuto alla luce a Sanremo. Più italiani dunque, anche se i dati Istat mostrano il costante e drammatico calo delle nascite. La fertilità in diminuzione riguarda soprattutto le italiane ma anche le straniere qui residenti.

Il bilancio demografico generale del nostro Paese è in rosso ormai da parecchi anni. Calano le nascite, e il numero dei morti supera quello dei nati rendendo così negativo il saldo naturale, ossia la differenza tra le nascite e i decessi. La popolazione è in calo, supportata solo dall’ aumento dell’immigrazione, che compensa le perdite. Senza i bambini nati da genitori stranieri le nascite di ‘italiani da italiani’ si fermerebbero a quota 380 mila, poco più della metà rispetto al numero di decessi. Tragiche le conseguenze per il futuro, se le classifiche saranno sempre più in deficit. La fase di calo della natalità innescata dalla crisi che si è avviata nel 2008 sembra aver assunto caratteristiche strutturali, e la diminuzione della popolazione femminile tra i 15 e i 49 anni, pari a circa 900mila donne in meno, osservata tra il 2008 e il 2017, spiega quasi i tre quarti della differenza delle nascite che si è verificata nello stesso periodo. Per il resto dipende dai livelli di fecondità, sempre più bassi. Nel 2017, tra l’altro, i nati sarebbero stati 15mila in meno rispetto all’anno precedente. Tra le cause di queste cifre così preoccupanti, anche la scarsa disponibilità economica. «Meno figli vuol dire meno fiducia nel governo», ha detto proprio oggi pomeriggio su Rai 1 Barbara Alberti, auspicando un «incentivo di mille euro al mese per le mamme, professione a tutti gli effetti, per il primo anno di vita del figlio». Il «bonus bebé» – un assegno di 80 euro al mese per ciascun figlio nato o adottato dal 1° gennaio 2018 al 31 dicembre 2018 – o il «premio mamma» – 800 euro per le future mamme al settimo mese di gravidanza valido dal 1° gennaio 2017 – sono stati alcuni degli aiuti dati dal Governo precedente, ma poco concreti. Ci si sofferma poco sulla questione, considerando il parto come un fatto naturale e spontaneo. I provvedimenti dei governo danno per scontato che basta un incentivo più o meno generoso, e più o meno stabile. per inverTire la tendenza, quando invece la persistenza delle nascite, e le famiglie numerosissime di un tempo erano la risultante di una molteplicità di fattori sociali, storici e culturali.

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Chiara Feleppa

Fonti: Il Corriere della Sera, Rai 1

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