Luigi Di Maio, un servizio de Le Iene si occupa del padre: “Faceva lavorare in nero”

Luigi Di Maio è finito nell’occhio del ciclone per un servizio de Le Iene su dei lavoratori in nero nell’azienda del padre.

Luigi Di Maio non può dormire sonni tranquilli. Prima per la storia del presunto condono ottenuto dal padre Antonio per la casa di famiglia e ora per una storia di lavoro nero nell’azienda i cui proprietari al 50% dal 2012- attraverso la società Ardima srl – sono proprio ministro e la sorella Rosalba.

L’accusa è stata lanciata da Salvatore Pizzo, concittadino di Pomigliano d’Arco (Napoli) visto che pur dicendo di lottare contro il lavoro nero, in realtà Di Maio avrebbe una situazione illecita proprio in casa, visto che l’azienda di famiglia ha assunto dei lavoratori in nero, tra cui lui.  Dice Pizzo ai microfoni de Le Iene: “Di Maio ribadisce in campagna elettorale che viene da una famiglia onesta. Lo venisse a dire in faccia me che tutta questa onestà sulla mia pelle non l’ho notata”.

Luigi Di Maio: “Mio padre ha fatto degli errori”

Salvatore Pizzo, detto Sasà, racconta di aver lavorato dal 2009 al 2010 nell’azienda edile dei Di Maio.  Per un anno l’uomo è stato pagato in nero, in contanti, nonostante chiedesse di essere regolarizzato e come lui si trovavano nella stessa situazione altri due-tre dipendenti. Sasà durante le sue mansioni si è infortunato e dice che il padre di Di Maio gli avrebbe intimato di non dire dove sarebbe avvenuto l’infortunio: “Mi sono fatto male e mi hanno detto di dire che mi sono fatto male a casa”. Essendo in nero, infatti, Di Maio senior avrebbe passato molti guai.

Salvatore invece decide di raccontare la verità in ospedale. Dopo si rivolge ai sindacati a allora Antonio gli fa un contratto di sei mesi e ilo licenzia di nuovo. Ora l’uomo si trova senza lavoro e vive di piccole faccende per mantenere la moglie e tre figli; oltre a questo però Sasà racconta che il padre del vicepremier gli avrebbe dato 500 euro sempre in nero per non parlare. Anche la sicurezza, secondo Pizzo, non veniva rispettata anche se tutto è avvenuto prima della partecipazione di Di Maio all’interno dell’azienda.

Filippo Roma, l’inviato de Le Iene, è andato dal Ministro del Lavoro e gli ha esposto la situazione. Di Maio ha risposto:  “Un datore di lavoro che tiene in nero è una persona disonesta”. Se fosse vero “sarebbe una cosa grave”. Tutto ciò viene ribadito anche sul suo profilo Facebook, dove tramite un post prende le distanze da quello che ha fatto il padre: “8 anni fa, come avrete visto dal servizio io non ero né socio dell’azienda, né mai mi sono occupato delle questioni di mio padre. Mio padre ha fatto degli errori nella sua vita, e da questo comportamento prendo le distanze, ma resta sempre mio padre. E capirete anche che sia improbabile che un padre racconti al figlio 24enne un accaduto del genere. A maggior ragione se, come ho detto nel servizio, abbiamo anche avuto un rapporto difficile, che sono contento sia migliorato negli ultimi anni”.

Fonti: Le Iene, Facebook Luigi Di Maio

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