Taglio dei vitalizi: “Ora tocca all’Europa”

Tante cose si possono dire sui 5 Stelle ma non che non siano determinati: dopo Camera e Senato, infatti, stanno conducendo una battaglia sui vitalizi in Europa.

In una lettera firmata da parte di tutti gli eurodeputati pentastellati a Strasburgo, il Movimento chiede che anche il Parlamento europeo segua l’esempio virtuoso dell’Italia adeguando il trattamento previdenziale “anche ai parlamentari europei”.  Nella lettera si legge che:“Tutti gli eurodeputati al compimento dei 63 anni di età hanno diritto a un pensione di anzianità a vita pari al 3,5% della retribuzione per ciascun anno completo di esercizio di mandato. Con 5 anni di mandato si matura una pensione a vita pari a 1.484,70 euro al mese. Con due legislature l’assegno raddoppia. I deputati europei inoltre non versano i contributi come tutti i normali cittadini. Questo è un privilegio perché ai parlamentari basta 1 solo anno di legislatura per andare in pensione a 63 anni e avere dunque diritto a un assegno”.

I Parlamentari dei 5 Stelle chiedono di cambiare l’articolo, come riportato dall’Agi, “dello Statuto dei deputati del Parlamento europeo che disciplina il trattamento pensionistico degli eletti. Il diritto pensionistico dei membri del Parlamento europeo deve essere in linea con i sistemi previdenziali previsti per i cittadini ordinari, sia per il calcolo dell’ammontare sia per i requisiti anagrafici e contributivi che definiscono l’età pensionabile”. Oltre a questo sul tavolo c’è anche la revisione del trattamento previdenziale degli ex eurodeputati, per i quali il Movimento chiede il ricalcolo degli assegni previdenziali.

Inoltre, c’è un attacco al presidente del Parlamento europeo Antonio Tajani: “Abbiamo presentato una proposta di risoluzione e inviato una lettera al presidente Tajani. Risposta? Nessuna, eppure il presidente è sempre molto attivo negli affari di politica interna italiana“. E anche il PD e FI sono accusati di non collaborare, come riportato da Il Blog delle Stelle: “Abbiamo presentato la nostra proposta alla commissione parlamentare competente, quella Giuridica, ma i coordinatori spalleggiati dai grandi gruppi Ppe e S&D – guarda caso gli stessi Forza Italia e PD che ieri non hanno partecipato al voto in Senato – l’hanno bocciato. Abbiamo presentato un nuovo emendamento al mandato per il trilogo del bilancio 2018 e purtroppo la maggioranza ha ancora una volta detto no. Ma non ci arrendiamo”. 

Fonti: Agi, Il Blog delle Stelle

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