Putin e Salvini, l’alleanza che fa paura

Italia sotto pressione dopo che lo spread da ieri è tornato a schizzare oltre i 310 punti. Non accadeva dal 2013. Preoccupazione è stata espressa dall’Europa, ma anche dalle forze politiche di opposizione. L’ex premier Matteo Renzi: «Lo spread supera quota 300 (noi lo avevamo portato sotto quota 100). Salvini dice: è colpa dei mercati, è colpa di Soros. Ma pensa davvero di poter prendere in giro gli italiani? La colpa è del Governo che sta scherzando col fuoco, tanto alla fine pagano sempre i cittadini». Critico anche Della Vedova coordinatore di +Europa il movimento filoeuropeista di Emma Bonino: “spero che Salvini e l’intero esecutivo escano dalla bolla, smettano di raccontare fake news, e si fermino prima che i danni diventino irreparabili e i cittadini debbano pagare a proprie spese il prezzo delle loro menzogne”, Ma l’esecutivo è intenzionato a tirare dritto, come riportato da Dire. Intanto Roma e Mosca sembrerebbero sempre più vicine, visto che il Ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha invitato ufficialmente il Presidente russo Vladimir Putin alla conferenza sulla Libia che si terrà l’11 e il 12 novembre a Palermo: “Abbiamo invitato il presidente russo, così come altri leader, a partecipare alla conferenza” ha detto Moavero a Il Sito di Sicilia. Il capo della diplomazia russa, Sergej Lavrov, ha ribadito che “per quanto riguarda il livello della partecipazione” verrà data risposta più avanti quando Mosca avrà “analizzato il materiale” che le è stato inoltrato “assieme all’invito”.

Il titolare della Farnesina ha ribadito che lo stesso invito è stato spedito anche ad altri capi di Stato tra cui il Presidente americano Donald Trump che già a luglio si era detto favorevole per una conferenza sulla Libia in Italia, a condizione che il nostro Paese diventi il punto di riferimento della questione in Europa e il principale interlocutore. Trump sarà già a Parigi per le celebrazioni della Prima guerra mondiale, mentre il 12 ha annullato un impegno a Dublino, ufficialmente per impegni in agenda, forse per venire in Italia.

Si tratta comunque di un lungo lavoro di diplomazia quello compiuto da Moavero Milanesi, come riportato dall’Huffington Post, che continua con una serie di missioni di Matteo Salvini il 17 e il 18 ottobre a Mosca e poi il 24 del Presidente del Consiglio Giuseppe Conte. “L’amicizia tra le nostre due nazioni, tra i nostri due popoli, ha radici molto solide nella storia” ha dichiarato il Ministro degli Esteri. L’apertura della Russia significa anche un cambiamento della politica verso la Libia, prendendo atto che le gli equilibri sono mutati da quando l’Italia era a favore del governo Al Sarraj di Tripoli, sostenuto dall’Onu e da gran parte della Comunità internazionale. La Russia infatti è schierata dalla parte del Generale Haftar, l’uomo che controlla con il suo esercito, gran parte della nazione con i suoi pozzi petroliferi. A settembre Moavero Milanesi è riuscito a incontrarsi con lo stesso Haftar, parlandogli  della conferenza a Palermo e di future elezioni.

L’apertura di Haftar è però subordinata ad alcune condizioni: la rimozione di Al Sarraj e dell’ambasciatore italiano a Tripoli Giuseppe Perrone, considerato persona non gradita per via delle posizioni vicino al governo di ufficiale. L’assenza di Perrone non ancora confermata avrebbe però creato degli screzi tra governo e servizi segreti che da anni operano in Libia e che sostengono Al Sarraj. Inoltre, la presenza di Trump e Putin alla conferenza di Palermo relegherebbe in un secondo piano la Francia, visto che Macron si era già speso per delle elezioni forse improbabili a dicembre. Di certo in questo senso non ha aiutato il doppio gioco della Francia che da una parte sostiene Al Sarraj ma dall’altra dona le armi ad Haftar.  Mosca infatti ritiene che  le elezioni si debbano tenere solo quando si sarà raggiunto un accordo che, come ha sottolineato il capo della diplomazia russo Sergej Lavrov da New York, “ancora non vedo”. E su questo, Mosca è d’accordo con Italia e Stati Uniti.

Fonti: Facebook Matteo Renzi, Dire, Il Sito di Sicilia, The Huffington Post

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