Renzi deficit al 2,9% e soldi spariti per i bambini dell’Africa, la polemica non si placa

Matteo Renzi: deficit al 2,9% e soldi per i bambini dell’Africa, la doppia morale dell’ex premier secondo Alessando Di Battista. “Dopo alcune settimane di approfondimenti interni” Unicef New York ha deciso di non querelare il cognato di Renzi accusato di aver usato a fini personali parte di alcuni fondi arrivati proprio da Unicef ad una sua associazione di solidarietà. Si parla di ben 6,6 milioni di dollari mica spiccioli. Ebbene per una legge fatta dal PD pochi mesi prima della fine della passata legislatura questa indagine probabilmente finirà a tarallucci e vino proprio perché Unicef ha deciso di non sporgere denuncia” scrive Alessandro Di Battista che aggiunge: “ Dopo aver letto questa cosa ho deciso di fare un giro sul sito di Unicef Italia perché se è vero che è Unicef New York a dover sporgere querela è evidente che dagli USA avranno sentito Paolo Rozera, direttore di Unicef Italia prima di prendere questa decisione. Ebbene ho dato un’occhiata ai componenti del Consiglio Direttivo di Unicef Italia. Sul sito si legge: “il Consiglio è l’organo di indirizzo politico dell’Organizzazione, chiamato a definirne le linee strategiche e programmatiche e a regolarne la vita interna”. Sapete chi ci sta nel Consiglio? Giovanni Malagò, grande amico di Luca Lotti (braccio destro di Renzi) e Walter Veltroni. Malagò, lo sanno tutti, è del PD dalla testa ai piedi ciuffo compreso e Veltroni è Veltroni insomma”.Di Battista conclude: “Do un consiglio non richiesto a Unicef: querelate, saranno i magistrati italiani a fare chiarezza. Ne va della vostra credibilità. Un’organizzazione che vive soprattutto grazie alle donazioni di migliaia di cittadini non solo deve essere trasparente, deve apparire trasparente perché chi semina dubbi non raccoglie più niente…”

Di Battista non molla la presa sull’ex premier anche riguardo elle polemiche sul Def. Alla fine l’hanno spuntata i 5 Stelle, che avevano spinto affinché il rapporto Deficit/Pil sfondasse la storia del 2% per trovare i fondi per il reddito di cittadinanza e per i fondi pensioni. Una scelta che aveva portato ad un braccio di ferro con il Ministro dell’Economia Giovanni Tria, che invece avrebbe voluto una soluzione più moderata.


Subito dopo l’approvazione, non sono tardati i commenti dell’opposizione, soprattutto del PD, che hanno aspramente criticato l’operato di questo Governo: “Il voto del 4 marzo non consente a chi governa oggi di poter fare tutto. Stiamo parlando di 100 miliardi di deficit in tre anni sulle spalle dei giovani. Zero investimenti, condono fiscale”, ha detto il segretario del Partito democratico Maurizio Martina, ospite a Circo Massimo su Radio Capital:” Di fronte all’irresponsabilità di questo Governo non possiamo non alzare la voce. Vorrei un governo che si rendesse conto delle scelte che compie. Non possiamo non scendere in piazza davanti a chi sta mettendo il paese a rischio”. 

Forse Martina ha la memoria corta, perché circa un anno fa, anzi per la precisione il 9 luglio 2017, Matteo Renzi – allora segretario del PD – scrisse un articolo su Il Sole 24 ore in cui proponeva ciò che adesso viene chiamato “mettere il Paese a rischio”. Proponeva infatti che il deficit fosse alzato al 2,9% per 5 anni:  “Un accordo forte con le istituzioni europee, rinegoziato ogni cinque anni e non ogni cinque mesi. Un accordo in cui l’Italia si impegna a ridurre il rapporto debito/Pil tramite sia una crescita più forte, sia un’operazione sul patrimonio che la Cassa depositi e prestiti e il ministero dell’Economia e delle Finanze hanno già studiato, sebbene debba essere perfezionata; essa potrà essere proposta all’Unione europea solo con un accordo di legislatura e in cambio del via libera al ritorno per almeno cinque anni ai criteri di Maastricht con il deficit al 2,9%. Ciò permetterà al nostro paese di avere a disposizione una cifra di almeno 30 miliardi di euro per i prossimi cinque anni per ridurre la pressione fiscale e rimodellare le strategie di crescita”.

A ricordare all’ex Premier di avere delle amnesie è Alessandro Di Battista, ex deputato M5s, che riporta su Facebook: “Renzi scrive un lungo capitolo del suo libro (riportato in prima pagina dal Sole 24 ore) dove spiega ‘la base della proposta economica del PD per le prossime elezioni’. E cosa scrive il senatore semplice, all’epoca segretario del PD? Decifit al 2,9% per 5 anni per avere miliardi di euro da investire in crescita. Adesso che un governo (non più il loro) decide di arrivare ad un decifit del 2,4% non per trovare denari da dare alle banche ma per dare una mano a chi vive in povertà, per alzare le pensioni minime, per abbassare le tasse alle partite IVA e per sostenere i truffati dalle banche (e dallo stesso governo Renzi) il PD che fa? Scende in piazza per mettere in pericolo gli italiani da questi barbari, ‘ladri di futuro’ che non pensano ai conti pubblici”.

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Questo Governo, che sembra il male assoluto, in realtà ha avuto un’eredità che non ha fatto meglio: “Due anni fa il Def fatto da Pier Carlo Padoan riportava che con l’austerità del governo Monti avevamo avuto un buco di circa 400 miliardi”. E “questa –  sottolinea il presidente della commissione Finanze del Senato durante il programma di Rai Tre “Agorà” “è l’eredità che lasciamo ai nostri figli, i poveri. Noi stiamo intervenendo su questa eredità. Il tema è il lavoro e la povertà” .

Fonti: Agorà, Facebook Alessandro Di Battista, Radio Capital, Il Sole 24 Ore

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