“Se vedessi sulla strada il figlio di Salvini vittima di un incidente, passerei avanti”

Immaginatevi la scena. Un incidente stradale e qualcuno che passa, sorride e tira dritto. Un’uscita macabra ed infelice che ben descrive l’impunità o meglio, la sensazione di impunità diffusa presso gli oppositori di Matteo Salvini. “Se vedessi sulla strada il figlio di Salvini vittima di un incidente stradale, passerei avanti dicendo Prima i piddini“. A dirlo è stato Giuseppe Rotondo, che su Twitter dichiara di essere fondatore del movimento “Insieme per il PD” del “circolo PD università è ricerca”. Rotondo si occupa di “Ricerca e Innovazione. Comunicazione e marketing. Relazioni pubbliche.Non profit fundraising“.
In principio era Roberto Saviano che si è permesso il lusso di insultare il Ministro – non critiche feroci, che ci sta, ma insulti veri e propri spacciati come intercalare prosaico di un intellettuale illuminato. Falso, ovviamente. Sono solo espressioni violente e volgari, tipiche della feccia che Saviano dice di contrastare. Dopo c’è stato Oliviero Toscani. Non una parola per le vittime del Ponte di Genova, ma carezze ai Benetton e frasi volgari contro il Ministro. Insieme a loro persone e personaggi meno famosi. Mente il PD dichiara il falso e continua a farlo, dicendosi vittima della violenza social, mentre la tollera e forse se ne compiace quando riguarda gli altri, senza dire una parola. Sì, certo ci sono i giudici. Se esistesse una Magistratura indipendente in questo Paese le parole di Saviano verrebbero punite come gli insulti rivolti a Cécile Kyenge. Vedremo. Intanto l’hater allievo di Saviano, tale Giuseppe Rotondo, ha chiuso il suo profilo sul social media, ma il suo “cinguettio” è stato fotografato e ripubblicato da Matteo Salvini con un commento lapidario. Cretino, lascia fuori dalle polemiche i miei figli“. E aggiunge un post scriptum: “Il signore si dichiara iscritto al PD“-

incidente per il figlio di Salvini, il militante PD dice una cosa molto grave
Giuseppe Rotondo non ha fatto attendere le sue scuse. Un segno di ravvedimento che compensa in parte la completa assenza di critica da parte del suo Partito.
Chiedo scusa a Matteo Salvini e alla sua famiglia – ha dichiarato, come riportato da Repubblica -. La mia è stata un’uscita infelice e inopportuna, di cui riconosco la gravità e della quale mi assumo pienamente la responsabilità. Avrei voluto raccontare un paradosso, e invece ho commesso un grave errore, con il risultato di una frase ingiustificabile, nella quale non mi riconosco affatto. Averla condivisa sui social, poi, ha provocato un effetto a valanga, di un pensiero mal espresso. Mi sento anche di chiedere scusa al Partito Democratico di Milano, perché le mie parole non sono in alcun modo compatibili con i valori che io stesso in questi anni ho portato avanti, come il rispetto e il rifiuto dell’odio nei confronti dell’avversario politico“.
Tuttavia riuscire a scusarsi anche con il Partito che sta silenziosamente avallando ogni espressione d’odio contro Salvini, senza mai stigmatizzarle, ha del grottesco. Perchè il Partito che “non deve chiedere scusa mai” – al punto che il responsabile della rottura con il proprio elettorato, Matteo, parla, gira, fa il bello ed il cattivo tempo in barba a tutti – è garante di due sole cose: di chi entra nel Paese irregolarmente e di chi insulta il Ministro. Oggi tutti possono dire tutto contro Salvini e l’Italia: dai commissari e burocrati europei, più o meno sobri, ai volontari sulle Ong di migranti trovati per caso, al ragazzino francese, all’Alto Commissario Onu fino a Giuseppe Rotondo. Garantisce il PD. Insultate il Ministro e l’Italia. Umiliateli, siate pure violenti, verbalmente. Non preoccupatevi. Il PD è con voi. Non dirà una parola. Fino a quando non sparirà, completamente. E allora sarà colpa di altri. Dei russi, magari. O del destino cinico e baro.
Fonti: Matteo Salvini Twitter, Repubblica

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