“Sul cattivo affare dell’Air Force Renzi qualcuno ha guadagnato 18 milioni”

Sembra che ci sia anche un’indagine penale, oltre a quella della Corte dei Conti. Ma non è che lo dicano molto in giro. Non sono come la Procura di Agrigento da dove è trapelato in tempo reale, davanti all’Universo Mondo, che il Ministro Matteo Salvini era indagato per aver trattenuto i migranti sopra una nave. Qui si tratta dell’affitto dell’Airbus A340-500 di Etihad voluto da Matteo Renzi quando era presidente del Consiglio. Quindi bisogna essere discreti. Per prima cosa l’aereo non verrà rinegoziato. Qualche giorno fa è arrivato il via libera dei commissari Alitalia allo stop del contratto di leasing da 150 milioni di euro per l’aereo tristemente  noto come l’Air Force Renzi: usato in tutto 88 volte con in media 23 passeggeri a bordo e un costo di 25mila euro l’ora.
Un cattivo affare da cui l’ex premier ha tentato di perdere le distanze in tutti i modi: “Doveva servire agli imprenditori italiani, colpa dei consulenti, io non ci ho mai messo piede…” ha ripetuto con verve ma senza mai riuscire davvero ad essere convincente. Perchè è vero ma non basta: ci sono anche responsabilità politiche su scelte di gestione non felici. Ma Renzi non è il tipo che dice: “ho fatto un errore di valutazione, scusatemi”. Si batte per negare l’evidenza. Ed è peggio. E peggio ancora è la straordinaria capacità di quell’aereo nel descrivere metaforicamente il personaggio Renzi. Per questo restano legati, lui e quella carlinga enorme, come due gemelli siamesi.
Air Force Renzi, indagine penale
L’aereo simbolo dell’arroganza al potere non esiste più” ha scritto il  Ministro della Difesa Elisabetta Trenta. E il Ministro Trasporti Danilo Toninelli ha sottolineato: “Risparmieremo 18 milioni di euro l’anno da qui al 2024″. Il 10 agosto scorso i commissari di Alitalia avevano ricevuto dalla Difesa “la richiesta di scioglimento del contratto per il leasing dell’aereo di Stato” e qualche giorno fa la compagnia ha confermato “la disponibilità a rescindere l’accordo con Etihad”. La compagnia aerea degli Emirati, sarebbe stata disposta a ridurre di circa il 60% la rata mensile dell’affitto, portandola dagli 805 mila dollari attuali a circa 200 mila. Questo dà la misura di quanto l’aereo sia stato un cattivo affare. La proposta di Etihad avrebbe permesso di ottenere un risparmio complessivo di circa 76 milioni di euro, ma alla fine il contratto è stato rescisso lo stesso, come riportato da Adnkronos: “Abbiamo messo a terra l’ego volante di Renzi” ha commentato il Ministro Toninelli che ha continuato a picchiare dove faceva più male. “Basta sprechi, basta sperperare i soldi degli italiani su un mastodontico e obsoleto aereo che è servito soprattutto per i viaggetti in solitaria dell’ex ministro Alfano o per le gite a Cuba dell’ex sottosegretario Scalfarotto“.
Sull’aereo sarebbe un’inchiesta penale. A rivelarlo al quotidiano La Verità è Gaetano Francesco Intrieri, esperto di aeronautica e voluto da Danilo Toninelli al Ministero dei Trasporti. Intrieri in passato è stato condannato per bancarotta. La Guardia di Finanza si sarebbe avvalso della sua esperienza di affari illegali per studiare a fondo il contratto da 150 milioni di euro da pagare in leasing alla compagnia aerea Ethiad e scoprire quello che non doveva essere scoperto.
«Mi sono accorto della truffa relativa all’aereo di Stato Airbus 340-500 ed ho smontato il contratto in essere tra la Difesa e Alitalia, poi non contento ho verificato che manca qualche milioncino di euro e sto quindi attivamente collaborando con la Guardia di finanza che indaga a riguardo, nel fornire tutto ciò che ho scoperto» ha detto Intieri a La Verità ed ha aggiunto: «Tutto ciò che ho fatto con l’avallo e l’appoggio del ministro Di Maio e del ministro Toninelli ha fatto risparmiare ad oggi allo Stato circa 110 milioni di euro e conto che alla fine della storia i milioni risparmiati saranno anche qualcosa in più». Secondo Intrierl starebbero investigando sull’Air force Renzi due diverse articolazioni del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, la sezione che si occupa dei reati societari e fallimentari che indaga penalmente sulla bancarotta e quella che è delegata agli accertamenti dei danni erariali su mandato della Corte dei Conti: «Io ho scoperto l’iradiddio su quell’aereo. Ho i certificati che documentano che due aerei di Etihad uguali all’Air force Renzi sono in vendita a Bornemouth in Inghilterra al prezzo di 7 milioni di dollari ciascuno, mentre, in base al contratto, lo Stato italiano avrebbe dovuto pagare 164 milioni di euro per il leasing operativo di un modello uguale». E spiega «Io sono il country manager del terzo lessor americano – chi concede un leasing, ndr –  e quegli aerei a noi sono stati offerti a quella cifra. Dopo di che sono riuscito a procurarmi una bozza del contratto tra Etihad, Alitalia e lo Stato italiano, non la copia originale perché e stata segretata e i motivi mi sembrano a questo punto evidenti». E a questo punto Intieri spiega cosa è successo «Dopo aver recuperare tutta la documentazione contabile, ho scoperto che i conti non tornavano». All’appello mancherebbe «qualche milioncino». «lo non so chi li abbia presi ma ci sono certamente delle differenze tra quanto il ministero della Difesa dichiara di aver erogato e quanto Etihad di avere ricevuto. È vero che in mezzo c’era Alitalia, come è noto ormai a tutti, però, tali differenze non trovano giustificazione nel contratto». La somma non è irrilevante. «Parliamo 13 milioni di euro. Chiaramente in questa cifra è compresa anche la parte prevista contrattualmente per Alitalla che ammontava a 7 milioni circa. Ma Alitalia nel contratto prende dei soldi per svolgere un ruolo che non potrebbe fare. Non è un lessor eppure prende in leasing un aereo da Etihad e lo gira allo Stato italiano. Seconda cosa: ha emesso fatture per prestazioni di manutenzione, ma Alitalia non ha la certificazione per farlo». Intrieri afferma di aver in mano il dossier sui buchi di bilancio dell’azienda in crisi: «Sto cercando di dare il mio modesto contributo nel trovare delle soluzioni serie per quella che fu la compagnia di bandiera italiana – dice – e a tal proposito sto collaborando con la Guardia di finanza nel ricostruire tutti gli atti di bancarotta legati al’ultimo crac gli Alitalia».
Fonti: Adnkronos, La Verità
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