Firenze: il sindaco assume la figlia del PM che chiese l’archiviazione per Renzi

Matteo Salvini indagato dalla Magistratura per il caso della Nave Diciotti, come riportato da Il Corriere della Sera. Capi di accusa pesantissimi ed infamanti, per un Ministro della Repubblica, che dovrebbe essere contrastato politicamente, quando, come nel caso della Diciotti le decisioni sono state prese nell’espletamento delle sue funzioni. Il Ministro rischia, sulla carta, trent’anni. Non finirà così, crediamo. E’ possibile un nulla di fatto, come accadde a Matteo Renzi, anni fa, per una vicenda del tutto diversa che viene ricordata dal Fatto Quotidiano, a ragion veduta.  L’ex premier si era visto contestare dalla Corte dei Conti spese per 20 milioni negli anni in cui guidò la Provincia di Firenze.
L’indagine finì nel nulla. Un altro fascicolo per ipotesi di danno erariale fu aperto dalla stessa Corte dei Conti e sempre relativo al periodo in cui Renzi era presidente della Provincia. Questo procedimento si è chiuso solo nel settembre 2014 quando Renzi era ormai premier. Fu Acheropita Mondera Oranges, in veste di Viceprocuratore Generale, a formulare la richiesta d’archiviazione  decretando che il danno erariale era da attribuire agli amministratori e non ai vertici politici. “Eppure – osserva il Fatto – fu Renzi a nominare ben quattro dirigenti per sostituirne uno, portando i costi da 3,5 milioni di euro del 2006 a 4,2 milioni“.
Ebbene, tre anni dopo quella richiesta di archiviazione Celeste Oranges, la 28enne la figlia di Acheropita Mondera Oranges, ha iniziato a lavorare per il Comune di Firenze, grazie alla chiamata diretta del Sindaco Dario Nardella, già vicesindaco quando Mattero Renzi era il Primo Cittadino della città gigliata. 
Palazzo Vecchio ha reso noto che la nomina di Celeste Oranges è dovuta “alla necessità di creare un gruppo di lavoro specifico con determinati profili professionali”. Nel decreto di nomina del “sindaco metropolitano” Dario Nardella  sottoscritto il 26 ottobre 2017  – riferisce ancora il Fatto – si fa riferimento al “patto per la Giustizia della città di Firenze” e alla “individuazione di una figura specializzata in ambito giuridico”. L’incarico prevede un compenso annuo di 47mila euro lordi e viene assegnato a Celeste Oranges “visto il curriculum” presentato, scrive Nardella nel decreto. Un curriculum buono ma non straordinario. E in ogni caso Celeste era senza rivali, trattandosi si una chiamata diretta.
Dopo una laurea magistrale in legge – scrive il Fatto – conseguita nel 2014 con una votazione di 106/110 svolge 6 mesi di pratica legale nello studio di Gaetano Viciconte. Frequenta vari corsi. Dal giugno 2016 è tirocinante presso la procura della Repubblica di Firenze, nel settembre dello stesso anno frequenta il corso di preparazione al concorso per magistrato ordinario tenuto a Roma da Rocco Galli. Nel 2017 frequenta un master universitario di secondo livello in Criminologia presso l’università Internazionale di Roma. Queste le voci indicate come “istruzione e formazione”. Esperienze professionali? Nessuna. Lasciate in bianco anche le “capacità e competenze personali”. Tra quelle tecniche, invece, Oranges annovera, testuale: “Conoscenza informatica Office discreta”, “conoscenza Internet discreta”, “superamento del testo obbligatorio per il corso di laurea Magistrale in Giurisprudenza”. Infine le “capacità e competenze artistiche”: “Attitudine alla grafica, ritrattistica ed all’arte canora”. 
E’ possibile che se la Corte dei Conti avesse concluso l’iter relativo all’accusa di danno erariale con una condanna non avremmo avuto Matteo Renzi come premier. Dunque merito va ad Acheropita Mondera Oranges mamma di Celeste. Le disavventure giudiziarie di Matteo Salvini, al contrario, potrebbero non nuocere alla carriera politica del Ministro, stando all’ultima rilevazione elettorale realizzata dalla Demos di Ivo Diamanti. I risultati, comprensibilmente, suscitano più di un’apprensione nei suoi avversari politici. L’ascesa di Salvini sembra infatti non soffrire al momento battute d’arresto. 
È stato chiesto, ad elettori di tutti i principali partiti italiani – PD, Forza Italia, Lega, M5s – quando esprimono una valutazione “uguale o superiore a 7” in una scala da 1 a 10 per quanto riguarda la persona politica di Matteo Salvini: ebbene, si scopre che tra gli elettori Dem – gli avversari diretti, quindi – si sale da un 6% di considerazione nel 2017 al 16% attuale. Tra i leghisti si passa da un 80% di un anno fa all’attuale 83%. Ma il Ministro sembra fare breccia proprio tra l’elettorato di Forza Italia e il Movimento 5 Stelle che vede “esplodere” i consensi: per gli aficionados di Berlusconi, si passa dal 32% al 37% di consenso per Salvini, mentre tra i grillini si passa dal 12% al 50%- Un elettore  del Movimento Cinque Stelle su due oggi potrebbe anche votare per Matteo Salvini.

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Fonti: Il Corriere della Sera, Il Fatto Quotidiano

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